giovedì 13 dicembre 2018

DOPO BARI LE DOBBIAMO CHIUDERE TUTTE


Risultati immagini per chiudere casapound
La decisione della chiusura della sede dei decerebrati Cagapovndisti a Bari dovrebbe essere la naturale conseguenza del rispetto delle regole della Costituzione mentre sembra che sia stata accolta come la notizia di una mosca bianca.
Gli amici di Salvini,idioti quanto il ministro di tutto,si erano resi protagonisti di un agguato verso un corteo di antirazzisti lo scorso settembre(madn agguato-bari-dopo-una-manifestazione.antirazzsta ),e trenta di loro sono stati indagati per aggressione e ricostruzione del partito fascista.
Una cosa ovvia e che in Italia viene aggirata senza neanche proteste dei partiti che si sono alternati al governo in questi anni,forse il ruolo decisivo del sindaco ha dato la scintilla perché accadesse quello che è giusto,ma nel futuro prossimo vedremo se in altre città le sedi di Ca$$a Povnd verranno chiuse,articolo di ecn.org(antifa/chiusa-la-sede-di-casapound-a-bari ).

Chiusa la sede di Casapound a Bari: 30 indagati per aggressione e ricostituzione del partito fascista ·
Estrema destra, chiusa la sede di Casapound a Bari: 30 indagati per aggressione e ricostituzione del partito fascista

Il provvedimento del tribunale di Bari al termine dell'indagine della Digos dopo l'attacco 'premeditato' ai manifestanti del corteo anti Salvini. La Procura: concreto rischio di nuovi agguati di stampo fascista

 11 dicembre 2018

 Ricostituzione del partito fascista. Oltre alle aggressioni ai manifestanti del corteo anti Salvini, compresa l'europarlamentare Eleonora Forenza, e ad alcuni carabinieri. Il tribunale di Bari ha disposto la chiusura della sede di Casapound, 'partito politico di estrema destra' scrivono i pm al termine di una lunga indagine coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi.

Trentacinque le persone indagate nella prima inchiesta sull'estrema destra a Bari. La Procura contesta a 30 di loro di "aver partecipato a pubbliche riunioni, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista e di aver attuato il metodo squadrista come strumento di partecipazione politica". E sottolinea il 'concreto' pericolo di nuove aggressioni.

I fatti partono dalla manifestazione del 21 settembre scorso quando, al termine di un corteo di protesta contro il ministro degli Interni, Matteo Salvini, organizzato dai ragazzi e le ragazze dell'ex Caserma Liberata nel quartiere Libertà, quattro persone furono aggredite da alcuni militanti di Casapound che si erano dati appuntamento proprio per la manifestazione nella loro sede di via Eritrea.

Le indagini erano andate subito in direzione dell'attacco premeditato. E il lavoro dei poliziotti della Digos, coordinati dal dirigente Michele De Tullio, ha confermato quella sensazione: secondo quanto ricostruito dalla procura, i militanti di Casapound si erano dati appuntamento proprio per 'affrontare' i ragazzi dei centri sociali. Tra loro, cinque antifascisti sono indagati per violenza e minaccia a pubblico ufficiale per i momenti immediatamente successivi all'aggressione.

Trenta militanti del movimento di estrema destra rispondono invece di 'riorganizzazione del disciolto partito fascista' e 'manifestazione fascista' e dieci di loro di aver materialmente compiuto l'aggressione. A incastrare i militanti di Casapound sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza. E quanto ritrovato nelle perquisizioni: dai manubri da palestra al busto di Benito Mussolini, dalla bandiera della X Mas al Mein Kampf di Adolf Hitler. A casa degli indagati sono stati trovati libri su Hitler e lo squadrismo, cartoline raffiguranti Mussolini e altre bandiere con l'aquila fascista.

Secondo la ricostruzione il 21 settembre dieci militanti di CasaPound, dinanzi alla sede di via Eritrea, "in esecuzione di un medesimo disegno criminoso giustificato dalla ideologia fascista" con "sfollagente, manubri da palestra, manganello telescopico, cintura dei pantaloni" e con premeditazione, hanno causato lesioni personali ad almeno quattro manifestanti.

Quella sera nella sede barese di CasaPound, "solitamente frequentata da poche persone" erano giunti militanti da tutta la regione, da Foggia, da Lecce e da Brindisi. Si sarebbero dati appuntamenti "nel luogo e all'orario coincidente con il transito del corteo", per poi "schierarsi a braccia conserte di traverso alla via" come ad attendere i manifestanti. Il gip Marco Galesi nel provvedimento di sequestro preventivo parla di "spedizione punitiva", "azione violenta unilaterale", di "feroce esplosione di violenza ai danni di persone inermi e del tutto incapaci di qualsiasi reazione".

Dopo l'aggressione squadrista la risposta della città non si è fatta attendere. Prima con una manifestazione antifascista convocata nei giorni immediatamente successivi, con 3mila persone in piazza, alla quale è intervenuto anche lo studioso e filologo di fama mondiale Luciano Canfora.
Bari, la lezione di Canfora ai 3mila antifascisti in piazza: "Siamo caduti in basso, così si dice basta"

Poi a prendere una posizione forte è stato proprio il sindaco di Bari, Antonio Decaro, che durante la commemorazione per la morte di Benedetto Petrone, il 18enne ucciso in un agguato fascista il 28 novembre 1977, ha chiesto la chiusura delle sedi fasciste in città.

"L'indole violenta e aggressiva legata a ragioni di estremismo ideologico e politico" dei militanti di CasaPound fa "ritenere concreto il pericolo che, ove si presentino occasioni analoghe, legate a manifestazioni di pensiero a loro 'sgradite', possano tornare a usare la sede come base operativa per sferrare simili aggressioni organizzate". Lo scrive ancora il gip Galesi nel decreto di sequestro preventivo della sede barese di Casapound, che era aperta dal maggio 2016.

I militanti di estrema destra identificati e indagati sono 30, di cui due donne, due minorenni e il 41enne Giuseppe Alberga, responsabile della sede di Casapound sequestrata. Altri cinque indagati (e non sette come si era appreso in precedenza), accusati di minaccia e violenza e pubblico ufficiale, sono militanti del centro sociale 'Ex Caserma Liberata'.

https://bari.repubblica.it/cronaca/2018/12/11/news/bari_sequestrata_sede_casapound-213963957/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P1-S1.4-T1

Aggressione corteo: sigilli alla sede di Casapound a Bari
Pm contesta la riorganizzazione del partito fascista, 35 gli indagati

11 dicembre 2018

Su disposizione della magistratura barese è stata sottoposta a sequestro preventivo la sede di CasaPound a Bari. L'indagine riguarda l'aggressione del 21 settembre compiuta da militanti del movimento di estrema destra nei confronti di manifestanti che avevano appena partecipato ad un corteo antifascista e antirazzista.
Nell'aggressione rimasero ferite tre persone: Giacomo Petrelli di Alternativa Comunista, Antonio Perillo, assistente parlamentare dell'eurodeputata Eleonora Forenza (anche lei presente al momento dell'aggressione) e Claudio Riccio di Sinistra Italiana.
Le indagini della Digos di Bari sono state coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi che contesta agli indagati anche i reati di riorganizzazione del disciolto partito fascista e manifestazione fascista. In particolare, si contesta di "aver partecipato a pubbliche riunioni, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista e di aver attuato il metodo squadrista come strumento di partecipazione politica". Sono indagate 35 persone: 28 militanti del movimento di estrema destra rispondono di 'riorganizzazione del disciolto partito fascista' e 'manifestazione fascista' e dieci di loro di aver materialmente compiuto l'aggressione; sette manifestanti antifascisti sono invece accusati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale.

Stando alle indagini della Digos, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, la sera del 21 settembre dieci militanti di CasaPound, dinanzi alla sede di via Eritrea, "in esecuzione di un medesimo disegno criminoso giustificato dalla ideologia fascista" con "sfollagente, manubri da palestra, manganello telescopico, cintura dei pantaloni" e con premeditazione, hanno causato lesioni personali ad almeno quattro manifestanti. Dopo l'aggressione un gruppo di manifestanti antifascisti, compagni delle vittime, avrebbero minacciato e colpito con calci, pugni e spintoni poliziotti e carabinieri intervenuti per sedare gli animi e contenere il tentativo di sfondamento del cordone".

 http://www.ansa.it/puglia/notizie/2018/12/11/aggressione-corteo-sigilli-a-casapound_19b63404-287d-4cb6-bc65-fb48958adebf.html

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