martedì 18 dicembre 2018

IL TRIBUNALE CONDANNA IL COMUNE DI LODI NEL CASO MENSE


Come previsto il"caso Lodi"che aveva fatto il giro dell'Italia per via della mensa negata ad alcuni  bambini stranieri delle scuole comunali della piccola città lombarda,è arrivata in tribunale e la sentenza è che il comune ha adottato una condotta discriminatoria.
Da tutto il paese erano stati raccolti spontaneamente i soldi necessari per il pagamento dei pranzi di questi bambini,rei solamente di essere non italiani,anche se la maggior parte di loro nati qui,e di omissioni avvenute da parte dei genitori per documentazioni difficilmente reperibili durante la compilazione della dichiarazione Isee.
Articolo di Contropiano:lodi-il-tribunale-condanna .

Lodi. Il Tribunale condanna la discriminazione contro i bambini stranieri nelle mense.

di  Redazione Contropiano 
Il Tribunale di Milano ha accertato la “condotta discriminatoria del Comune di Lodi” sul caso del servizio mensa dal quale sono stati esclusi di fatto alcuni bambini stranieri e ha ordinato di “modificare il ‘Regolamento per l’accesso alle prestazioni sociali agevolate’ in modo da consentire ai cittadini non appartenenti all’Unione Europea di presentare la domanda di accesso” alle stesse condizioni degli italiani. La sentenza del Tribunale è avvenuta sulla base di un ricorso dell’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e del Naga.

Nelle scuole comunali di Lodi circa 200 bambini di origine straniera erano stati esclusi dalla mensa perché nella compilazione dell’Isee i genitori non avevano presentato la documentazione prevista dal nuovo regolamento comunale e che riguardava la denuncia eventuali redditi nei paesi di origine, documentazione di difficilissima produzione. Non esistono infatti convenzioni o leggi nazionali che lo prevedano.

Il Comune di Lodi (leghista) lo aveva introdotto circa un anno fa, il 4 ottobre 2017 infatti era stata approvata la delibera di consiglio comunale che andava a modificare il regolamento comunale per l’accesso alle prestazioni sociali. Le nuove disposizioni sono entrate in vigore il 23 ottobre successivo, anche se le prime ripercussioni concrete si sono materializzate solo con l’inizio di questo anno scolastico.

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