martedì 11 dicembre 2018

UNA CARTA FONDAMENTALE E SPESSO CALPESTATA


Risultati immagini per dichiarazione universale dei diritti dell'uomo
I richiami verso l'Italia per l'inosservanza di molti articoli presenti nella Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo proprio nel giorno del settantesimo anniversario della sua promulgazione fa nascere alcune domande racchiuse nell'articolo preso da Left(ma-la-firmerebbero-oggi ).
E soprattutto quella fondamentale se la firmerebbero anche oggi fa discutere,in un paese,il nostro,dove razzismo e xenofobia stanno aumentando sempre più accompagnati da politiche che ne esaltano le nefandezze.
Una Carta sempre più trattata come straccia,come la nostra Costituzione,calpestata e infangata,sempre a rischio di cambiamenti strutturali e ormai per certi versi non più consultata soprattutto per quel che riguarda il capitolo dei diritti e della giustizia.

Ma la firmerebbero oggi?

di Giulio Cavalli
Dico la Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, quella che ieri un po’ tutti hanno agitato come un feticcio, quella che ormai è diventata un Colosseo sotto vetro da agitare per sollevare la neve finta e illudersi di essere a Roma.

«Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo», lo firmerebbero oggi, quelli che governano? Riuscirebbero a pronunciare famiglia umana oppure esploderebbero le teste dei sovranisti dallo sguardo largo quanto il loro cortile? Davvero, per sapere.

«Considerato che l’avvento di un mondo in cui gli esseri umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell’uomo», lo firmerebbero oggi? La libertà dal timore non è proprio l’esatto opposto delle fondamenta di tutta questa propaganda che proprio sul timore ha costruito il suo successo? Dai, non scherziamo su.

E poi.

«Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti», lo firmerebbero? E se sì, lo spedirebbero poi controfirmato a quel Al Sisi regnante d’Egitto che ci parlò di Giulio Regeni come di un ragazzetto coinvolto in un incidente stradale? Ma davvero?

E poi.

«Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge». Ma sul serio? Come i bimbi della mensa di Lodi? Come i richiedenti asilo che non hanno diritto al normale dibattimento di un altro qualsiasi processo?

E poi.

«Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi Paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio Paese». E su questa non c’è nulla da aggiungere. È già agghiacciante letta così.

Le convenzioni internazionali non si sventolano e non si tengono sulla giacca come se fossero stellette. Si praticano, semplicemente. Oppure almeno la dignità di tacere. Per pietà.

Buon martedì.

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