mercoledì 28 dicembre 2016

BANCHE:SOCIALIZZARE I DEBITI,PRIVATIZZARE I GUADAGNI

Risultati immagini per socializzare i debiti e privatizzare i guadagni
Come era già stato preventivato da più parti il salvataggio delle banche italiane ed in primis quella del Monte dei Paschi di Siena tanto cara a Renzi ed ai vertici del Pd(non tanto credo del loro elettorato comune e i risultati li staremo a vedere)sarà in larga parte a carico dello Stato pronto ad investire 20 miliardi di Euro nel famoso decreto salva risparmi,specchietto per le allodole che in realtà va a parare i culi dei banchieri,senza nemmeno un accenno serio almeno alla nazionalizzazione delle banche aiutate.
Con la Bce e l'Unione Europea pronte a stare col fiato sul collo del governo in attesa che questo gli si rivolti contro e pronti ad incassare questi soldi con gli interessi,la vergognosa prontezza ed efficacia nel mettere a punto questi sotterfugi fanno capire quanto lo Stato se lo vuole davvero applichi il suo potere decisionale in brevissimo tempo.
Ed ancora una volta per socializzare i debiti di aziende,in questo caso banche,private per poi far guadagnare ma solamente ai privati beneficiari illustri e privilegiati di questi prestiti,i futuri guadagni che giungeranno da questa operazione(vedi:madn privatizzazioni , madn sempre-piu-privato-in-entrambe-i-sensi e per il caso Mps:le-banche-la-nuova-fiat ).
Gli articoli di Senza Soste(cura-alla-greca-tutti/ )e di Contropiano(montepaschi-nazionalizzata-socializzare-le-perdite )esprimono il loro disappunto e la ferma idea che interventi di questo genere senza che ci siano prospetti di migliorie per il popolo intero con agevolazioni su mutui,investimenti per le imprese a tassi irrisori e possibilità di contrarre debiti con interessi non da aguzzini,siano solamente un intervento pubblico inadeguato per i bilanci disastrati dovuti non alla crisi ma alla gestione alla cazzo delle banche indebitate che riusciranno a cavarsela alla grande rispetto alla plebe.
Perché ora lo Stato non s'interessa più della sanità,dell'istruzione,dei trasporti e delle pensioni in quanto i privati le sanno far funzionare meglio mentre se una banca va a rotoli l'imperativo è l'intervento in pompa magna dello Stato.

Salvataggio Mps: una cura “alla greca” contro tutti noi.

Soldi pubblici ma futuri profitti privati. Il caso MPS verso la cura greca: soldi nostri ma benefici a fondi e investitori stranieri.


Nuovi capitoli del caso MPS.Questo paese non sarà più lo stesso dopo il “salvataggio” (lo abbiamo già ipotizzato in questo articolo sui tagli a welfare e sanità). In molti lo intuiscono ma a volte manca il dettaglio per avere tutti i pezzi davanti.
Guardate questo titolo dal sito finanza.com: “Mps: Bce chiede 8,8 miliardi di aumento, vuole trattamento alla greca. Oggi titoli sospesi”. Voi direte, ma come prima di Natale i miliardi necessari, per la ricapitalizzazione, erano 5 e ora sono quasi 9? E’ solo una parte del problema come è solo una parte del problema il fatto che questi soldi sono sottratti ai servizi alla sanità e alla spesa sociale. Come è solo una parte del problema quanto ci rimetteranno i risparmiatori, gente come ne conosciamo tanta.
Il problema più grosso, l’avete capito da soli, è quel “alla greca”.  Vediamo se dalle parole di Varoufakis si intuisce qualcosa. Ecco come il popolare ex ministro greco commenta il complesso dell’operazione di salvataggio delle banche greche: “malgrado le iniezioni di capitale [soldi dei greci che si sono ridotti in miseria ndr] per circa 47 miliardi di euro…, la quota del patrimonio netto dei contribuenti [il peso del settore pubblico nelle banche]  è passata da oltre il 65% a meno del 26%, mentre gli hedge fund e gli investitori stranieri (ad esempio, John Paulson, Brookfield, Fairfax, Wellington e Highfields) si sono accaparrati il 74 per cento del patrimonio bancario [greco] investendo appena 5,1 miliardi di euro”.
Così si capisce cosa significa alla greca. Noi investiamo, in soldi altrimenti destinati a uno stato sociale che ne ha bisogno, la maggioranza dei soldi per salvare MPS (mangiata dal PD tra l’altro) e i grandi investitori esteri, con la minoranza dei soldi si beccano il controllo facendo il bello e il cattivo tempo nelle politiche bancarie. Avendo così peso, come in Grecia, per chiedere ulteriori privatizzazioni etc.
redazione, 27 dicembre 2016
Ecco l’articolo di Varoufakis
http://www.eunews.it/2015/12/18/la-grande-rapina-alle-banche-greche/47209
Sempre sull’argomento MPS un altro eloquente articolo e titolo
http://www.communianet.org/rivolta-il-debito/mps-soldi-pubblici-profitti-privati

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MontePaschi “nazionalizzata”, per socializzare le perdite.

E che Stato sia… Alla fine MontePaschi viene ripresa sotto il controllo pubblico, come sempre avviene quando “il mercato” fallisce. Nessuno – neanche l'Unione Euroea, che ha autorizzato l'operazione – mostra neanche un briciolo di stupore. Essì che viviamo in un mondo dominato dall'ossessione per la privatizzazione di tutto ciò che è pubblico, dall'astio scandalizzato verso qualsiasi ruolo dello Stato nell'economia.
Facciamo un breve elenco?
Lo Stato non deve occuparsi della sanità, ma lasciarla gestire dai privati, che lo sanno fare meglio”.
Lo Stato non deve occuparsi dell'istruzione, ma lasciarla gestire dai privati, che lo sanno fare meglio”
Lo Stato non deve occuparsi delle pensioni, ma lasciarle gestire dai privati, che lo sanno fare meglio”
Lo Stato non deve occuparsi del trasporto – locale e nazionale -, ma lasciarlo gestire dai privati, che lo sanno fare meglio”.
Eccetera. Scusate la ripetitività, ma il “pensiero unico” che domina sui media e nelle frasi degli “opinionisti” difetta di fantasia.
Naturalmente, tantomeno “lo Stato non deve occuparsi delle banche”, perché non ci dovrebbe essere attività economica che i privati sappiamo fare meglio. Ma quando una banca fallisce, viva l'intervento dello Stato!!
Purché sia temporaneo, naturalmente… Giusto il tempo di risanare, tappare i buchi con soldi pubblici, fare un nuovo piano industriale, e poi via!, lo Stato si tolga nuovamente dai piedi “perché i privati sanno fare meglio”.
In sintesi, il piano del governo Gentiloni-Renzi per MontePaschi è proprio questo, con qualche dettaglio tecnico in più. Non solo. Questo piano configura un format con cui affrontare altre crisi bancarie alle porte, perché il sistema creditizio italiano sarà pure “messo meglio di altri” – come blaterava Renzi fino a qualche settimana fa – ma comunque mostra falle paurose.
In dettaglio. Il piano di salvataggio è concordato passo passo con l'Unione Europea, che sorveglierà anche le modalità e l'entità degli eventuali rimborsi per gli “obbligazionisti subordinati”, ovvero quei correntisti inesperti che erano stati dalla banca a mettere i propri soldi sui bond fuori mercato emessi dalla banca stessa. Un meccanismo truffaldino utilizzato da tutte le banche – basta ricordare i suicidi e le manifestazioni dei correntisti truffati da Banca Etruria – per rastrellare liquidità da investire in operazioni finanziarie di tipo speculativo.
La prima mossa riguarda proprio la garanzia (pubblica) della liquidità necessaria a MontePaschi per continuare ad operare. Nelle ultime settimane infatti, oltre alle perdite accumulate e alle “sofferenze” (oltre 27 miliardi…), l'istituto di Siena ha ovviamente registrato una fuga dei depositi, soprattutto quelli superiori ai 100.000 euro, per paura del fallimento o dell'inizio della procedura chiamata bail in (che per l'appunto chiama in causa, oltre ad azionisti e obbligazionisti, anche i normali correntisti al di sopra di quella cifra).
Per garantire la liquidità il governo aveva preparato un decreto che mette a disposizione 150 miliardi (quasi il 10% del Pil!) per affrontare tutte le crisi bancarie. Ovviamente sperano di non doverli utilizzare, se non in minima parte, ma non esiste alcuna certezza che non possa accadere.
L'ingresso dello Stato avviene con l'acquisto del “pacchetto di riferimento” delle azioni Mps, oggi a un livello molto basso, ed è previsto dall’articolo 32 della direttiva europea sul sistema bancario «Brrd». L'impegno deve però essere temporaneo; poi le quote del MontePaschi, una volta risanato, dovranno essere rimesse sul mercato.
Ma la spesa più grande è la ricapitalizzazione dell'istituto, ovvero – come minimo – quei 5 miliardi che “il mercato” ha ritenuto di non dover impegnare nel salvataggio.
Dal punto di vista contabile, per lo Stato, si tratta di aumentare il debito pubblico, già particolarmente alto. Ma secondo le regole europee questa operazione non finirebbe per gravare sul deficit (il che avrebbe richiesto una maxi manovra correttiva sulla legge di stabilità). Per questo motivo il ministro dell'economia Pier Carlo Padoan può dire che “l’operazione è una tantum e non strutturale”.
L'ingresso dello Stato azzera tutte le mosse preparatorie fatte fin qui nel tentativo di fare un “salvataggio di mercato”, compressa la “conversione” delle obbligazioni in azioni, cui avevano aderito un po' di clienti retail. Stesso discorso per il “piano industriale” fin qui messo a punto (chiusura di sportelli, licenziamenti, ecc). Sarà il ministero del Tesoro a redigerne uno. E idem anche per lo smaltimento dei non performig loans (i crediti inesigibili o “sofferenze”), di cui verranno determinati nuovi criteri.
Il principale resterà comunque la «condivisione dei costi» (burden sharing) a carico degli obbligazionisti subordinati, che subiranno la conversione forzata a prezzi molto più bassi rispetto a quelli ipotizzati dal meccanismo volontario. Messa così, sarebbe una fregatura in stile Banca Etruria, ma il governo asserisce di aver ricevuto l'autorizzazione della Commissione Europea per rimborsare quasi completamente («minimizzare o rendere inesistenti» le perdite) gli sventurati obbligazionisti. Vedremo.
Anche perché l'Unione Europea, come detto, sorveglierà da vicinissimo ogni passaggio dell'operazione Per esempio, sarà la Commissione a dare il via libera al prezzo di conversione dei bond subordinati, così come le modalità di rimborso per i piccoli investitori.
Per reperire i fondi necessari – fino a 20 miliardi, a breve termine (non solo per Mps) – lo Stato italiano emetterà nuovi titoli di debito, che avranno impatto appunto sulla contabilità del 2017 e produrranno un costo per il pagamento degli interessi.
Nelle pieghe del decreto varato nella notte ci sono molte altre decisioni riguardanti il sistema bancario, come gli sgravi fiscali per le imposte differite (Dta), il rinvio della trasformazione in spa di alcune banche popolari, interventi sulla banche di credito cooperativo, ecc.
Dunque, c'è stata una prima nazionalizzazione di una banca. La cosa sarebbe addirittura da salutare con favore, se fosse duratura e dunque strutturale. Ma così non è. Il capitale finanziario multinazionale non tollera intrusioni durature del “pubblico” nella più privata delle attività economiche. Lo Stato viene invocato perciò come “crocerossina” dei privati, e per il tempo strettamente necessario alle cure.
Non è una novità Si chiama “socializzazione delle perdite” – tutti i debiti vanno a carico nostro -, mentre i profitti (quando ci saranno di nuovo, anche per Mps) debbono restare strettamente privati. Ci mancherebbe….

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