giovedì 19 maggio 2016

LE ELEZIONI A CARAPELLE CALVISIO

Vedendo le foto dall'alto del paese abruzzese in provincia dell'Aquila sembrerebbe un piccolo e delizioso antico borgo,purtoppo toccato in maniera importante dal terremoto del 2009 e che da qualche giorno è diventato famoso in Italia per il maggior rapporto tra candidati ed elettori alle prossime elezioni amministrative.
Un paese di 82 abitanti con 67 elettori e ben 62 candidati in sette liste diverse è un dato assurdo per uno dei più piccoli comuni italiani,ma sotto questo che già sembrerebbe un fatto inconsueto si nasconde una storia di vergognosa di agevolazioni e di favoritismi alle forze dell'ordine.
Infatti l'articolo odierno preso da Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/varie/item/17089-cani-da-guardia-o-servitori-della-legalità? )parla dei soliti privilegi che la casta dei poliziotti,carabinieri,guardie penitenziarie,finanzieri e simili che nonostante le lacrime di coccodrillo versate a laghi per i loro stipendi e per le condizioni di lavoro,e di come questo sia falso ed ipocrita.
Infatti politici di quasi tutte le parti soprattutto in periodi elettorali cavalcano questo antico cavallo di battaglia delle forze dell'ordine trattate in maniera irrispettosa,senza strumenti adeguati di lavoro,mentre è vero l'esatto contrario di tutte queste leggende con una difesa e protezione sindacale che non ha paragoni,pensioni privilegiate,case ed affitti praticamente regalati dalle imposte pagate da tutti i contribuenti e tutto quello che chiunque può verificare e appurare quotidianamente.
Tornando all'apertura ecco l'enorme vantaggio derivato dal fatto che le forze dell'ordine tutte usufruiscano di aspettative speciali con assegni dal momento dell’accettazione della candidatura per la durata della campagna elettorale qualora siano candidati a elezioni politiche o amministrative.
Ovvero un mese a casa per affrontare la campagna elettorale a spese dello Stato e nello specifico del caso di Carapelle Calvisio ben quattro liste sono composte da questi privilegiati di casta,perchè le forze dell'ordine sono una casta tutelata e protetta,che non solo fanno questo alle spalle dei  contribuenti ma molti di costoro abitano al di fuori dell'Abruzzo anche a distanza di centinaia di chilometri,una bella vacanza alla faccia nostra.
 
Cani da guardia o servitori della "legalità"?.
 
Sempre pronti a versare lacrime di coccodrillo, le F.O. rimangono una categoria delle più difese e protette a livello contrattuale. Così come magistrati e prefetti, anche poliziotti, carabinieri, finanzieri, polizia penitenziaria, ecc. godono delle più incredibili agevolazioni e tutele invidiabili alla maggioranza dei contratti di lavoro. Molto spesso vengono rappresentati dalla stampa nazionale e da alcuni politici interessati ai loro voti e favori, come gli ultimi degli ultimi, mal pagati e senza mezzi, addirittura c’è chi crede che le F.O. siano senza tutele. Senza tenere conto del lamentario dei vari sindacati sempre pronti a richiedere maggiori poteri d’ingaggio e forme di accondiscendenza da parte della politica e dell’opinione pubblica.

Se si osserva con attenzione, si può intendere con facilità che la scelta di entrare nelle F.O. è vista, nella stragrande maggioranza dei casi, come un’importante occasione piena di possibilità, una sorta di scorciatoia per non affrontare quello che sarebbe altrimenti il resto del mondo del lavoro e delle sue opportunità di ieri, oggi e domani.

Chi sostiene di essere entrato in polizia, c.c., polizia penitenziaria, finanza, esercito, ecc. perché crede nella legalità e vuole difendere lo Stato, mente sapendo di mentire.

Le elezioni amministrative sono l’esempio dell’ennesimo caso di privilegi cui godono questi signori e signore, di cui i diritti contrattuali sono sconosciuti alla maggioranza del mondo del lavoro. Nella fattispecie l’articolo 81 della legge 121 del 1981, che recita: "Gli appartenenti alle forze di polizia candidati a elezioni politiche o amministrative sono posti in aspettativa speciale con assegni dal momento dell’accettazione della candidatura per la durata della campagna elettorale".

Scusante che più volte viene utilizzata per garantirsi un bel mesetto di campagna elettorale, a spese di tutta la collettività.

Se prendiamo le elezioni della primavera del 2014, in tutto l’Abruzzo la partecipazione nelle liste elettorali da parte della Polizia Penitenziaria era stata di 121 agenti candidati. Il caso più clamoroso è quello di Carapelle Calvisio, paese con 85 abitanti effettivi e 67 elettori. Alle prossime elezioni amministrative di Giugno sono ben 7 le liste che corrono per eleggere il sindaco, per un totale di 62 candidati, nella pratica un candidato per elettore. Di queste liste, quattro sono composte in larga maggioranza da poliziotti, carabinieri e polizia penitenziaria che risiedono addirittura fuori dall’Abruzzo: Catania, Barletta, Napoli e  Sardegna. Oltre al permettere a questi individui di poter disporre di un’aspettativa retribuita ( stipendio garantito) durante la candidatura, la legge gli dà diritto di candidarsi anche fuori dalla propria Regione, Provincia o Comune: un’occasione che permette una stupenda vacanza fuori porta.

Pazienza se poi, come successo in qualche piccolo comune della penisola, le elezioni siano annullate o come molto spesso accade (per fortuna) non si viene eletti, il privilegio è comunque servito o garantito. Questa incredibile voglia di partecipare alla cosa pubblica non è sfuggita a un’interrogazione parlamentare da parte dell’onorevole Gianni Melilla (Sel) al Ministro Alfano, nel suo documento ispettivo denuncia come questa candidatura di massa provochi “abusi intollerabili, con un danno per lo Stato e l'efficacia dei servizi di sicurezza con ricorso a straordinari a carico di chi deve sostituire chi si mette in aspettativa.”

Questa legge tuttavia evidenzia solo in minima parte quelli che sono i privilegi di vestire la divisa. Oltre a essere un lavoro che non conosce crisi, le F.O. dispongono di: promozioni di comodo, pensionamenti vantaggiosi, doppi impieghi, giro di favori, tutele legali a spese dello stato se coinvolti in processi penali o civili (insabbiamenti a parte) e non ultima, la possibilità di trovare sempre un impiego all’interno dello stato una volta rientrati da un eventuale sospensione, ecc.

Una scelta lavorativa che non richiede una particolare dote, se non quella di essere capaci a genuflettersi a ogni ordine ricevuto, sempre pronti a lamentarsi per via dell’insufficiente organico e degli stipendi troppo miseri a loro dire. Ma il solita solfa che il lavoro dell’ufficiale va’ difeso e tutelato perché per scelta rischia quotidianamente la vita per garantire la sicurezza dei cittadini e dello Stato, sta sempre più svanendo.

La storia, quella delle Forze dell’Ordine, parla di una categoria da sempre “casta” all’interno dello Repubblica, dove i favoritismi tra questi e la politica sono sempre andati a braccetto di un interesse condiviso, al fine di mantenere il proprio status quo a qualunque prezzo, che saranno sempre i soliti a pagare.

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