giovedì 5 maggio 2016

LA PROTESTA DEI NATIVI AMERICANI

L'articolo odierno preso da Infoaut(http://www.infoaut.org/index.php/blog/conflitti-globali/item/16820-north-dakota-nativi-americani-occupano-i-terreni-destinati-a-un-progetto-di-oleodotto )parla della protesta che da parecchie settimane sta animando gli Stati dove dovrebbe passare il Dakota access pipeline,un oleodotto che attraverserà trasversalmente gli stati de Nord e del Sud Dakota per arrivare nell'Illinois passando per l'Iowa.
Parecchi nativi americani,le briciole di quelli rimasti dopo il massacro dell'uomo bianco che ha invaso i suoi territori annientando persone e culture di decine di tribù,stanno manifestando per impedire che questo impianto colossale passi attraverso le riserve poste nelle zone.
In gioco ci sono le loro tradizioni si sta minando il loro ambiente,oltre che a terre sacre come cimiteri che potrebbero essere attraversati dall'oleodotto c'è anche del grande fiume Missouri a rischio,in quanto si verrebbero a dissestare terreni di primaria importanza per i nativi.
Tutto ciò in un'ottica governativa statunitense che ha sempre trattato queste popolazioni come carne da macello e come occasione di arricchimento e di sfruttamento.

North Dakota, nativi americani occupano i terreni destinati a un progetto di oleodotto.

Sabato 2 aprile diverse centinaia di nativi americani appartenenti alla Standing Rock Nation dei Sioux, insieme con altre nazioni indiane del nord degli Stati Uniti, hanno protestato contro la costruzione di un nuovo oleodotto, il Dakota Access Pipeline.
Il progetto, su cui non esiste alcuno studio di impatto ambientale, prevede l'attraversamento della riserva Dakota e il passaggio sotto il fiume Missouri, unica fonte di acqua potabile per tutta la riserva. Oltretutto, all'interno della riserva si prevede il passaggio su di un cimitero della linea che trasporterà 450 mila barili di petrolio al giorno. Questo fatto la dice lunga sull'atteggiamento, mai cambiato, del governo USA nei confronti dei nativi americani.
I manifestanti, tutti a cavallo, si sono recati in corteo fino ai terreni dove dovrebbe passare l'oleodotto, occupandoli e promettendo che la loro lotta andrà avanti ad oltranza, perchè come ha dichiarato uno dei membri della riserva: "Non abbiamo bisogno del petrolio per vivere ma dell'acqua, e l'acqua è un diritto umano, non un privilegio...  Stanno scavando a 500 metri dalla tomba di mio figlio, di mio padre e di mia zia, che ho sepolto solo la settimana scorsa. Io amo la mia terra e, se l'oleodotto andasse in porto, sarebbe finita. Dobbiamo combattere con ogni mezzo per proteggere l'acqua".

E' stato costruito un accampamento proprio nel punto in cui l'oleodotto dovrebbe attraversare il fiume, che rimarrà a oltranza con lo scopo di bloccare i lavori e che dovrà funzionare anche da campo base per future azioni di protesta.
Il gruppo è composto, oltre che dai membri della Standing Rock Nation, da Cheyenne River Lakota e Rosebud Sioux.

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