giovedì 11 febbraio 2016

ENAUT ZUBIKARAI

La storia calcistica e della vita del portiere basco Eñaut Zubikarai nato ad Ondarroa,una delle cittadine più belle della costa della Biscaglia,sembra una favola dai contorni tragici e drammatici,con episodi accaduti a lui e alla sua famiglia che ne hanno segnato il carattere e la carriera professionale.
Uno zio militante attivo di Euzkadido Ezkerra,ucciso dal Batallon Vasco Espanol(organizzazione paramilitare di estrema destra che combatte gli indipendentisti baschi)quando ancora non era nato,il padre condannato a 22 anni di carcere quando ne aveva cinque per aver ospitato dei compagni del Comando Eibar(una delle sezioni più attive di Eta),con la madre imprigionata per favoreggiamento per tre anni e quindi affidato alle cure dei nonni.
Anche Eñaut diventa abertzale,uno di sinistra,e certe sue presenze alle manifestazioni per la liberazione e per l'avvicinamento dei detenuti politici che sono dispersi nelle carceri a centinaia di chilometri di distanza faranno molto discutere la stampa sportiva e non della Spagna.
La sua carriera sportiva nasce nella cantera di San Sebastian nelle file della Real Sociedad per passare a farsi le ossa nell'Eibar quando ancora navigava nelle categorie più basse per poi ritornare alla Real:nel mentre sono quasi più i periodi di inattività che quelli giocati con seri problemi alla spalla.
Nell'anno 2011 è praticamente cosa fatta il suo passaggio in prestito all'Hercules di Alicante quando la società della Comunità Valenciana viene a sapere che suo padre Kandido è incarcerato da più di vent'anni proprio nel carcere cittadino di Foncalent,e con scuse campate per aria il passaggio non è andato a buon fine.
E' lo stesso anno della scarcerazione del padre ed Eñaut Zubikarai torna a San Sebastian dove si toglie soddisfazioni giocando in prima squadra nella Liga,in Copa e anche in Champion's League divenendo titolare nel 2014 dopo la partenza di Claudio Bravo:l'anno successivo l'esplosione del portiere Rulli lo relega in panchina e questa stagione ha deciso di andare in Portogallo a giocare in Primeira Liga nel Cd Tondela.
Una storia di gioie e di dolore per un ragazzo che ha sfondato nel mondo del calcio e che ha sempre dimostrato l'attaccamento all'Eskal Herria anche a scapito di rinunce personali.

L’infanzia spezzata di Eñaut Zubikarai
A 5 anni Eñaut Zubikarai viene portato via ai genitori, accusati di fiancheggiare ETA. A 27 si vede rifiutare un trasferimento all'Hércules perché il padre, ancora in carcere, "è un terrorista". A 30 gioca nella Liga e in Champion's League.La storia del portiere abertzale che, tra una partita e l'altra, manifesta per i prigionieri politici e l'indipendenza di Euskal Herria.
Kandido Zubikarai non capisce cosa sta succedendo finché non sente i colpi di pistola. Uno, due, tre… quanti? Si alza di scatto con un solo pensiero in testa: Eñaut. Esce dalla stanza da letto di corsa, ed è allora che li vede. Le armi spianate, le divise tutte uguali rese pallide dalla luce sbiadita del mattino. Fermin se ne sta in mezzo alla sala. È uscito con la pistola in pugno, ma l’ha gettata a terra quando l’agente della Guardia Civil ha sparato in aria. Forse anche lui pensa a Eñaut. “Perché non mi hai ucciso?”, chiede Fermin.
Li prendono tutti e cinque. Kandido, Iñake, Fermin, Eneko, Iosu. Lui e Iñake per averli ospitati, gli altri tre per essere parte del Comando Eibar, una delle sezioni più attive di ETA in quel momento. Poi prendono Eñaut. Lo portano fuori in pigiama, gli occhi cisposi e impastati dal sonno. È solo un sogno, un brutto sogno, vorrebbe dirgli Kandido. Ma la voce non gli esce. L’ultima cosa che suo figlio vede sono le manette ai polsi dei genitori mentre li portano via. Eñaut ha solo cinque anni.
Kandido, imprigionato e torturato, rivela di essere un etarra, un terrorista, da almeno due anni. È lui il responsabile, Iñake non c’entra. Ma i tre ricercati erano a casa loro e anche sua moglie dovrà pagare.
In fondo, è quello il destino della famiglia Zubikarai. Nove anni prima, nel 1980, suo fratello Jesús María era stato rapito e ammazzato con vari colpi di pistola. L’azione era stata rivendicata dal Batallón Vasco Español, gruppo paramilitare di estrema destra contrario all’indipendentismo basco. Jesús era conosciuto come Jhisa, perché gli amici dicevano che quella era la pronuncia del suo nome in inglese. Era un abertzale, un indipendentista di sinistra, e un militante di Euzkadiko Ezkerra. Lo avevano arrestato già due volte, l’ultima nel 1979. Era stato allora che un Guardia Civil della caserma di Ondarroa lo aveva minacciato apertamente: “Rubio, voy a por ti“, gli aveva detto. Poi tre agenti di quella caserma erano morti in un attentato e, per rappresaglia, il 2 febbraio erano stati uccisi lui e Yolanda Martinez, giovane bilbaina che studiava a Madrid. La famiglia di Jhisa era convinta che l’ordine fosse partito dalla Guardia Civil di Ondarroa, ma non c’erano state indagini approfondite. Niente colpevoli per quell’assassinio.
A qualcuno basta l’ideologia per scegliere la lotta armata, ad altri invece serve un motivo scatenante. Kandido li aveva entrambi. Viene condannato a 22 anni per aver nascosto i suoi compagni e per aver partecipato a un attentato nel quale erano stati uccisi due Guardia Civil nel settembre del 1987. Iñake si prende tre anni per complicità. Loro figlio, intanto, va a vivere con i nonni.
Eñaut cresce senza padre, che non solo è in carcere ma sta pure scontando la pena ad Alicante, in ossequio alla politica dell’allontanamento dei prigionieri politici dai Paesi Baschi. Ben presto diventa un abertzale, e non potrebbe essere altrimenti. Ma rispetto al padre e allo zio ha una caratteristica unica: è bravissimo a giocare a calcio. Alto e imponente, viene messo in porta e di lì non si muove più. Spicca nelle giovanili dell’Aurrera Ondarroa, il club della sua città, ma pur essendo bizkaino non viene preso in considerazione dall’Athletic di Bilbao; è invece la Real Sociedad a puntare su di lui e a farlo entrare nella prestigiosa cantera di Zubieta.
Eñaut Zubikarai ha tutte le caratteristiche per emergere, ma la sfortuna inizia a prenderlo di mira. Giocando con la squadra juvenil della Real si fa male gravemente alla spalla sinistra e viene operato: dieci mesi di stop. Si riprende e nel 2005/06 viene mandato all’Eibar, in Segunda División, seguendo il cammino tipico di tutti i giovani più promettenti del club txuri-urdin; purtroppo si infortuna ancora una volta alla spalla sinistra e salta praticamente tutta la stagione. Tornato a San Sebastian, la spalla cede per la terza volta e lo costringe a un secondo intervento chirurgico, che lo tiene fuori un altro anno. È in questo momento che Eñaut pensa di ritirarsi. Ci riflette a lungo, ma alla fine decide di non mollare: se suo padre sta affrontando il carcere, lui può benissimo tenere testa a una spalla ballerina.
Riprende ad allenarsi e il fisico risponde sempre meglio, tanto che nel 2008/09 ottiene un dorsal della prima squadra errealista, allora in Segunda. Debutta ufficialmente il 3 settembre del 2008 e, pur dovendosi confrontare con Claudio Bravo (il titolare indiscusso) e Asier Riesgo, riesce a giocare nove partite. L’anno dopo va ancora meglio: 12 presenze in campionato e la titolarità nel match che riporta la Real Sociedad in Primera.
Dopo aver trascorso la stagione successiva sempre in panchina, eccezion fatta per due partite di Copa del rey, per il 2011/12 Zubikarai trova un accordo per il prestito all’Hércules di Alicante. La destinazione è assolutamente significativa: è infatti nel carcere cittadino di Foncalent che si trova ancora Kandido, la cui scarcerazione è prevista proprio per il settembre del 2011. Padre e figlio riuniti nella stessa città dopo 22 anni. Sarebbe un finale incredibile, ma quando la dirigenza dell’Hércules viene a sapere di Kandido decide di tirarsi indietro, adducendo puerili scuse economiche. Non che Eñaut abbia mai nascosto le proprie idee di sinistra o il proprio attivismo politico: sempre in prima linea nelle raccolte firme e nelle marce in favore dei prigionieri, nel 2009 ha sollevato molte polemiche nel mondo del calcio spagnolo salendo sul palco dell’Hartotxu Rock Festival insieme a 50 altri parenti di prigionieri politici baschi, tutti con la foto dei propri cari incarcerati a centinaia di chilometri di distanza.
Non basta la trasparenza ideologica, il trasferimento salta. Eñaut resta a San Sebastian, ombra di un Claudio Bravo lanciato nell’olimpo dei portieri mondiali. Si toglie comunque tante soddisfazioni (esordio in Primera, qualificazione ed esordio in Champion’s, semifinali di Copa nel 2013/14), finché la partenza del cileno non lo rende numero 1 nel 2014. Dopo aver perso la titolarità a favore dell’astro nascente Rulli decide di lasciare la Real e all’inizio di questa stagione si trasferisce in Portogallo, al Tondela.
Nonostante abbia avuto una carriera inferiore alle aspettative a causa dei moltissimi infortuni patiti in giovane età, Eñaut Zubikarai può essere soddisfatto. Gioca a calcio ai massimi livelli, si batte per i suoi ideali e ora, quando chiama casa sua a Ondarroa, dall’altro lato sente la voce di Kandido. Una voce che per 22 anni è rimasta viva solo nella sua memoria.

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