giovedì 29 aprile 2021

RIVOGLIAMO LA GIOCONDA

La notizia del mandato d'arresto per dieci persone legate in modo più o meno con delle accuse riguardo alla loro appartenenza al mondo della rivoluzione comunista in Italia negli anni settanta e ottanta(quelli che chiamano terroristi od ex rossi)è di una gravità assurda che travalica accordi siglati a metà degli anni ottanta noti come la dottrina Mitterand in relazione ai detenuti politici(vedi l'articolo di Contropiano:la-nuova-europa-passa-anche-per-gli-arresti-di-parigi ).
Una caccia alle streghe vecchia di quarant'anni ricominciata con Battisti regalato a Salvini da Bolsonaro e proseguita ora con Draghi che riceve da Macron questi sessantenni o poco più in un periodo dove la maggioranza vacilla e quella più di destra reclama vendetta più che giustizia,mentre i pecoroni del Pd e compagnia cantante plaudono assieme a Mattarella.
L'articolo(contropiano sette-esuli-arrestati-a-parigi-su-richiesta-del-partito-della-vendetta )spiega cosa ci sia dietro a questi arresti e alle successive estradizioni di persone che hanno vissuto anche da decenni in Francia abbandonando legami e ideologie ma senza mai tradire,mentre come detto tutta la destra e non solo gioisce mentre per tutte le stragi fasciste non c'è fretta,sempre che ce ne sia mai stata.
Ovviamente il titolo provocatorio è stato scelto in quanto il furto della Gioconda,assieme a migliaia di altre opere d'arte scippate all'Italia e presenti in Francia e in ogni angolo del mondo sono ste prelevate con violenze e massacri,dei veri atti terroristici.

Sette esuli arrestati a Parigi su richiesta del “partito della vendetta”.

di  Redazione Contropiano   

Il governo del banchiere Macron vuol far contento il governo del banchiere Draghi, culturalmente egemonizzato dal fascioleghismo e dagli ex campioni della “fermezza”.

Sette italiani rifugiati da quasi 40 anni in Francia sono stati arrestati stamattina per esaudire (o valutare) la richiesta dell’Italia. Altre tre sarebbero al momento irreperibili e dunque ricercati. 

Lo annuncia lo stesso Eliseo (la presidenza della Republique, a conferma dell’interessamento diretto di Emanuel Macron. 

Gli arresti arrivano a 20 giorni dall’incontro in videoconferenza nel quale la Guardasigilli Marta Cartabia aveva ricordato al ministro della Giustizia francese Eric Dupond-Moretti “l’urgente richiesta delle autorità italiane” affinché “gli autori degli attentati delle Brigate Rosse possano essere assicurati alla giustizia”. 

All’incontro Dupond-Moretti-Cartabia sarebbe seguito un contatto telefonico tra il premier italiano Mario Draghi e il presidente francese Emmanuel Macron, nel quale Draghi ha confermato l’importanza della questione per il governo italiano

C’è da chiedersi qual possa essere questa “urgenza e importanza” dopo quasi 40 anni, se non quella di un governo che sta preparando un bagno di sangue sociale ed ha perciò necessità di farsi vedere “inflessibile” (nel doppio senso, sul passato e sul prossimo futuro).

I dieci sono accusati per fatti risalenti agli anni ’70 e ’80, dall’Italia classificati come “terrorismo”. La “dottrina Mitterand”, nell’accoglierli, contestò metodi e procedure processuali dell’Italia di allora, come le condanne in contumacia, l’utilizzo “generoso” del “concorso morale” (che consentiva di condannare anche persone non coinvolte direttamente in una azione), e altri infiniti limiti al diritto di difesa.

I sette sono stati arrestati tutti a Parigi. L’operazione, secondo quanto si apprende da fonti italiane, è stata condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese (Sdat) in collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l’Antiterrorismo della Polizia italiana e con l’esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.

Gli arrestati sono in attesa di essere presentati al giudice per la comunicazione della richiesta di estradizione da parte dell’Italia. 

Secondo le notizie diramate da fonti di polizia francesi, si tratta di Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, accusati di aver fatto parte delle Brigate Rosse. Ma anche di Giorgio Pietrostefani, ex dirigente  di Lotta Continua  condannato per l’omicidio di del commissario Luigi Calabresi (nel cui ufficio venne ucciso Giuseppe Pinelli) e di Narciso Manenti, dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. 

Non è inutile ricordare che stiamo parlando di settantenni che, nel loro soggiorno in Francia, si sono comportati in modo assolutamente “irreprensibile”, come del resto certificato da decenni di occhiuta sorveglianza…

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