giovedì 24 ottobre 2019
COME AI TEMPI DI PINOCHET
Le sanguinose repressioni che sono in atto in Cile per le proteste di piazza che stanno imperversando non solo nella capitale Santiago ma in tutto il resto del paese,sono frutto di una situazione che è sfuggita di mano da parte del Presidente del centro destra Sebastián Piñera che come accade in tutto il mondo(anche da noi)vive assieme ad una rappresentativa elitaria sotto ad una bolla dove tutto è bello e crede che al di fuori ci sia lo stesso.
Evidentemente queste persone narcotizzate non guardano ai bisogni primari di un'intera popolazione che vive un clima di disagio sociale ed economico che la maggior parte dei media ha espresso nella protesta dell'aumento della tariffa della metropolitana,in una nazione dove tutta l'acqua è privatizzata e ci sono salari e pensioni misere,la questione aperta dei Mapuche(madn i-mapucheil-popolo-della-terra ),le lotte studentesche(madn la-marcha-estudiantil-in-cile )oltre che la solita ingerenza statunitense che qui ha avuto le pagine più atroci di tutta la storia sudamericana con Pinochet(vedi:madn ni-perdonni-olvido ).
Ed è proprio dai tempi del dittatore che il Cile non vede applicato lo stato d'emergenza e dove ci sono morti ammazzati per le strade dovute all'intervento militare e dei carabineros che sempre si sono prestati ai soprusi dei politici,articolo di Contropiano:internazionale-news .
Cile. Oggi, 23 ottobre, è sciopero generale contro lo stato d’emergenza.
di *************
Il Cile affronta la più grande crisi politica e sociale dalla fine della dittatura militare. L’epidemia sociale innescata dagli aumenti dei trasporti collettivi ha rivelato la rabbia contenuta e il malcontento per le politiche promosse negli ultimi decenni, aumenti permanenti dei servizi di base, stipendi stagnanti, commercializzazione dei diritti sociali.
Di fronte a questo, il governo sta realizzando un vero e proprio “colpo di stato”, usando la più grande delle pratiche antidemocratiche che consiste nell’utilizzare la Forze Armate per imporre la “pace sociale” attraverso la forza e in tale contesto imporre le sue politiche anti-popolari su pensioni, tasse, orario di lavoro, ecc. Il governo con le sue azioni, ha paralizzato il paese con il clima di violenza installato con la presenza dei militari nelle strade.
Sebastián Piñera non capisce i motivi alla base della diffusa protesta dei cittadini su tutto il territorio, con il suo atteggiamento è chiaro che non è in grado di continuare a guidare il paese.
Pertanto, in primo luogo, nell’ambito della legge e in relazione a ciascun caso, nessun lavoratore dovrebbe mettere a repentaglio la sua integrità, né partecipare ai suoi lavori se le condizioni non esistono.
Le organizzazioni sindacali presenti, in una riunione di emergenza dell’unità sindacale, chiedono al governo di ripristinare l’istituzionalità democratica, che in primo luogo significa ritirare lo stato di emergenza e riportare i militari nelle loro caserme.
Solo una volta ritirato lo stato di emergenza, ci saranno condizioni che permetteranno di avviare in modo reale, un dialogo sociale e politico, con le organizzazioni che rappresentano i lavoratori e i movimenti sociali, che risponderanno alle richieste che hanno generato questo stato di indignazione sociale .
Le organizzazioni presenti, esprimono la nostra decisione di chiamare un grande sciopero generale che svuoti le strade del paese. Se non vi è alcuna risposta da parte del governo e una rapida uscita all’attuale stato di crisi delle istituzioni democratiche, questo sciopero partirà da mercoledì 23 ottobre.
Facciamo un appello categorico all’opposizione e al progressismo affinchè raccolgano e legiferino considerando le richieste popolari e ad agire per il bene del paese con criteri di unità attorno alle esigenze e alla gravità del momento. Immediatamente, chiediamo di interrompere ogni azione legislativa qualora venga mantenuto lo stato di emergenza, dando vita ad uno uno sciopero parlamentare.
Siamo certi che la prima responsabile della violenza sia questa arrogante e insensibile élite che per decenni ha abusato dell’impunità e mercificato anche i diritti più elementari; essi non sono un esempio di nulla ma sono quelli che hanno portato questo paese alla grave esplosione sociale che stiamo vivendo oggi.
Ma con la stessa chiarezza condanniamo nel modo più forte la violenza irrazionale generata dall’atteggiamento del governo, che ha permesso azioni di vandalismo e delinquenza dei gruppi minoritari, mentre la stragrande maggioranza del paese ha manifestato pacificamente e in modo organizzato in tutto il territorio. È assurdo distruggere la metropolitana che non viene utilizzata dai potenti ma dai lavoratori o il saccheggio delle imprese, alcune delle quali sono di piccoli commercianti, la distruzione di beni pubblici è riprovevole. Quella violenza irrazionale è funzionale solo ai potenti per giustificare la repressione e la militarizzazione del Paese. Ma abbiamo anche sollevato la questione della sospetta assenza di sorveglianza della polizia e protezione della rete della metropolitana, delle imprese e degli edifici, proprio quando questi gruppi di appartenenza sconosciuta e dubbia hanno operato.
Infine le organizzazioni sindacali riunite oggi, ribadiscono e fanno propria la dichiarazione e petizione sull’Unità Sociale, che contiene le esigenze dell’intera cittadinanza dal 19 ottobre, sotto il motto: Nos cansamos, nos unimos
Centrale unitaria dei lavoratori – Coordinatore Non Più AFP – Associazione nazionale dei dipendenti fiscali ANEF – CONFUSAM – FENPRUSS – Coordinatore confederale dei sindacati e dei servizi finanziari – FEDASAP – Confederation Banking – CONFEDEPRUS – Intedempresa Lider SIL – Collegio degli insegnanti – FENATS National
Aderiscono: CONES – CONFECH – Chile Mejor Sin TLC – Cumbre de los Pueblos – FECH – FENAPO – FEUARCIS.
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