venerdì 7 giugno 2019

LA VERITA' SU NOA


Risultati immagini per Noa Pothoven
Ci si divide spesso in Italia tra chi protegge e chi condanna i giornalisti,io stesso spesso ne criminalizzo qualcuno e ne tesso le lodi di altri,perché come per ogni settore lavorativo c'è chi è un professionista serio e chi meno,molto meno.
Ebbene nel caso della morte della giovane Noa Pothoven morta nei giorni scorsi in Olanda c'è stato un fermento d'ignoranza che ha diciamo confuso proprio per non dire altro(sperando in una buona fede che dubito ci sia stata)la vicenda portando acqua al proprio mulino,soprattutto nei giornali storici della destra ma anche in molti altri di diverse correnti politiche.
C'è stato un attacco frontale con l'Olanda che a parer loro ha vergognosamente permesso l'eutanasia di una ragazza minorenne(diciassette anni)facendo la morale sul fine vita,argomento tabù in Italia e cavallo di battaglia dei partiti di centrodestra e di quelli un poco più in là,e di tutte quelle congreghe e associazioni per la famiglia,bigotte e diciamolo pure estremamente ignoranti e ipocrite.
Il tutto per una questa sì vergognosa campagna politica fatta sulla disperazione delle persone che decidono di morire piuttosto che vivere una vita che non è degna d'essere vissuta.
L'articolo di Left(leutanasia-della-stampa )non poteva avere titolo migliore,"L'eutanasia della stampa",in quanto in verità solamente in pochi hanno indagato su questa morte che nei Paesi Bassi non ha avuto tanta eco come da noi,Stato timorato da Dio,perché Noa si è lasciata"semplicemente"morire e parlare di eutanasia è scorretto e fuorviante,si è spenta lentamente morendo di fame e sete assistita da medici,parenti ed amici tra chissà quali sofferenze

L’eutanasia della stampa.

di Giulio Cavalli 
L’eutanasia della stampa si è consumata ieri, strillata su tutti i maxischermo degli aeroporti e delle stazioni che ci dicevano come una ragazza olandese appena diciassettenne avesse avuto diritto all’eutanasia dopo essere stata vittima di uno stupro. Una notizia data così, secca, senza verificarne l’autenticità e soprattutto senza nemmeno controllare le fonti, quel poco che basta per provocare un po’ di sdegno, un dibattito praticamente sul nulla e poter urlare tutti insieme che non è possibile riuscire a ottenere l’autorizzazione alla morte così giovane.

Pochi si sono presi la briga di raccontare, mentre il chiacchiericcio continuava indomito, che la povera Noa Pothoven (questo il nome della ragazza) in realtà di stupri ne avesse subiti più di uno in giovane età, che non sia mai riuscita ad uscirne e soprattutto che non c’è nessuna legge olandese che le permettesse di morire (secondo alcune ricostruzioni le istituzioni olandesi le avrebbero presentato un ultimo tentativo di recupero e avrebbero al massimo autorizzato di prendere in considerazione l’eutanasia legale all’età di 21 anni).

Noa invece non voleva aspettare così tanto e quindi si è lasciata morire, di fame e di sete, usando i suoi ultimi giorni (e le indicibili sofferenze) per salutare le persone a lei care. Nessuna eutanasia, quindi. Gesto volontario di lasciarsi deperire.

Ma a deperire davvero è quella stampa che pur di trovare una buona notizia da fare ripetutamente cliccare si inventa qualcosa che non è accaduto offendendo perfino la morte, pro domo sua, e andando consapevolmente a toccare i fili scoperti di un dibattito che garantisce condivisioni e interazioni sui social. E non sarà un caso che mentre in Olanda la notizia si è meritata un mezzo trafiletto qui invece sia stata declamata con la grancassa dappertutto, come un’orchestra rumorosa e stonata desiderosa di ottenere un po’ di attenzione.

Hai voglia poi a chiedere la misura alla politica, se i media ne sono l’esatto riflesso, la giusta rappresentazione.

Buon giovedì.

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