sabato 22 giugno 2019
FERMIAMO QUESTO FOLLE
La stupidità e l'arretratezza sociale e culturale di Trump va di pari passo con la gente che lo sostiene sia statunitensi e non,e le conseguenze si riflettono su tutto il mondo ed in questo determinato periodo è l'Iran,o meglio c'è un ritorno di fiamma verso Teheran,lo spauracchio ed il pretesto di muovere l'ennesimo conflitto.
Che per stessa ammissione del coglione attuale domiciliato alla Casa Bianca è stato ad un passo per essere iniziato dopo l'abbattimento di un drone Usa(contropiano la-contraerea-iraniana )in territori internazionali secondo gli Stati Uniti e nel territorio iraniano secondo i persiani.
Anche perché la minaccia trumpiana di fare tabula rasa dell'Iran oggettivamente sembra una sparata ma di quelle grosse,poiché un intervento Usa in Iran comporterebbe di certo una reazione russa e cinese,e alla faccia di Israele questo sarebbe davvero troppo e qualcuno a Washington di sicuro ha tirato le orecchie al presidente(contropiano trump-bombardo-liran-forse-no ).
Che sappiamo non essere uno che riceve strigliate ed ordini,anzi è il primo megalomane a impartire diktat e i risultati nei sui quasi quattro anni di presidenza sono sotto gli occhi di tutti con licenziamenti e revoche alle cariche più alte della nazione.
Sarà quindi l'Iran la prossima tappa dello Usa world war tour oppure l'attenzione si sposterà più vicina agli Stati Uniti direzione Caracas oppure vi sarà un'intensificazione a Damasco o qualcos'altro verso Pyongyang o più vicini ancora a casa col Messico?(vedi anche:madn tutti-i-santi-giorni-trump-attacca qualcuno )
Trump. Bombardo l’Iran, forse no. Spaccatura alla Casa Bianca.
di Alessandro Avvisato
Ci vorrà qualche informazione di più per capire il dietrofront di Trump rispetto alla decisione di bombardare obiettivi iraniani. Ma la notte alla Casa Bianca deve essere stata una di quelle difficili.
In realtà non è la prima volta che accade. Era successo quattro anni fa con Obama che aveva avviato insieme alla Francia i bombardamenti contro la Siria ma poi avevano fermato le macchine quando i motori erano già accesi.
Dopo il drone militare abbattuto dalla contraerea iraniana Donald Trump aveva approvato attacchi militari mirati contro l’Iran, ma poi ha avuto un ripensamento. Lo scrive il New York Times, citando alcune fonti fra alti funzionari coinvolti o informati sulle decisioni. Secondo le fonti, verso le sette di sera, ufficiali militari e diplomatici erano in attesa dell’attacco dopo un intenso dibattito dentro l’amministrazione alla Casa Bianca.
La Casa Bianca si è spaccata sul possibile attacco. Secondo indiscrezioni, il segretario di stato Mike Pompeo, il consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton e il direttore della Cia Gian Haspel erano a favore di un attacco. A essere scettici erano invece i funzionari del Pentagono, convinti che una tale azione avrebbe causato un’escalation mettendo a rischio le forze statunitensi nell’area.
I leader del Congresso erano stati informati dei piani dell’amministrazione nel corso della riunione tenutasi giovedì nel pomeriggio nella Situation Room della Casa Bianca.
Le fonti hanno riferito che il presidente aveva inizialmente approvato attacchi contro alcuni obiettivi iraniani, come radar e batterie di missili. L’operazione era in corso nelle sue fasi iniziali quando è stata annullata, ha detto un alto funzionario. Gli aerei erano già in aria e le navi erano già in posizione, ma nessun missile è stato lanciato.
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La contraerea iraniana abbatte drone militare statunitense.
di Alessandro Avvisato
L’Iran questa mattina ha abbattuto un drone militare degli Stati Uniti: entrambi gli Stati hanno confermato l’abbattimento ma con versioni completamente diverse sulla cruciale questione se l’aereo avesse violato o meno lo spazio aereo iraniano.
Funzionari iraniani hanno detto che il drone era sullo spazio aereo dell’Iran (collocazione probabile visto che i droni servono proprio alla spionaggio aereo sui territori nemici, ndr). Gli Usa ovviamente lo negano. Entrambi confermano che l’abbattimento del drone si è verificato alle 4:05 ora iraniana oggi, o alle 7:35 di mercoledì a Washington.
Il drone “è stato abbattuto da un sistema missilistico terra-aria iraniano mentre operava nello spazio aereo internazionale sullo Stretto di Hormuz”, ha detto il Comando Centrale degli Stati Uniti in una nota. “Questo è stato un attacco non provocato a un bene di sorveglianza degli Stati Uniti nello spazio aereo internazionale”. Due funzionari statunitensi hanno detto che si trattava di un drone MIT-4C Triton della marina statunitense che è stato abbattuto da un missile terra-aria iraniano.
Un attacco iraniano su un aereo americano – anche se si tratta un drone senza pilota – aggiunge un altro potenziale fattore di infiammabilità alla crescente lista di scontri recenti tra Iran e Stati Uniti scrive il New York Times.
Al Jazeera riferisce invece di una nota del Ministero degli Esteri iraniano secondo cui “E ‘stato abbattuto quando è entrato nello spazio aereo iraniano vicino al distretto di Kouhmobarak nel sud”. Il ministero degli Esteri iraniano ha condannato la presunta intrusione nel suo spazio aereo, avvertendo delle conseguenze di tali misure “provocatorie”.
Il comandante delle Guardie della Rivoluzione Iraniana ha detto che l’abbattimento del drone ha inviato “un chiaro messaggio” agli Stati Uniti. Il generale Hossein Salami ha anche detto che l’Iran “non ha alcuna intenzione di guerra con nessun paese, ma siamo pronti per la guerra”. “I confini sono la nostra linea rossa”, ha detto Salami a una folla nella città occidentale di Sanandaj. “Ogni nemico che viola i confini sarà annientato”.
Il nuovo incidente arriva pochi giorni dopo che i funzionari americani hanno accusato l’Iran di recenti attacchi a due petroliere che si sono verificati anche nei pressi dello Stretto di Hormuz, la via d’accesso vitale per gran parte del petrolio del mondo, un’accusa che l’Iran ha negato.
E’ ormai evidente che ci troviamo di fronte ad una escalation contro l’Iran fortemente voluta da quella che viene definita la “Banda delle 4 B”, una escalation di cui appare quasi superfluo sottolineare la gravità e le possibili conseguenze, sia nella regione che nelle relazioni internazionali.
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