venerdì 28 giugno 2019
AFFIDAMENTI HORROR
Le ultime leggi in materia di affidamento dei minori volute dal penultimo esecutivo e che hanno peggiorato in maniera decisa proprio le vittime di abusi o di chi vive in condizioni di grave disagio e povertà,ha avuto esempio lampante nell'orripilante caso di Bibbiena dove decine di persone,dal sindaco ad assistenti sociali,avvocati,educatori e dirigenti comunali,sono state indagate,alcune arrestate ai domiciliari,per aver tolto minorenni ad alcune famiglie per lucro.
Infatti le indagini sono partite lo scorso anno per il numero spropositato di affidi in una zona relativamente tranquilla e benestante,ed infatti è emerso che decine di bambini sono stati tolti dai loro genitori in maniera a dir poco frettolosa e senza le dovute ricerche per essere affidati come merce a compiacenti famiglie ed essere presi in cura presso una onlus(Hansel e Gretel)che ha guadagnato migliaia di Euro grazie alla compiacenza di parecchia gente che ha unto gli ingranaggi di questo sporco affare.
Nell'articolo(contropiano scheletri-nellarmadio-nella-provincia-emiliana )sono segnalati pure di abusi sessuali avvenuti proprio nelle famiglie affidatarie e una coercizione verso i minori più piccoli distorcendone la realtà inventando finte violenze con metodi di una cattiveria e pericolosità estrema.
Scheletri nell’armadio nella provincia emiliana.
di Federico Rucco
L’intero settore dell’affidamento dei minori a Reggio Emilia è finito sotto accusa nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni” . Sedici persone legate alla rete dei servizi sociali della Val D’Enza sono state sottoposte a misure cautelari e 26 sono iscritte nel registro degli indagati.
Sei persone sono finite agli arresti domiciliari, tra queste il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, una responsabile del servizio sociale, una coordinatrice del medesimo servizio, una assistente sociale e due psicoterapeuti della onlus Hansel & Gretel di Moncalieri (Torino).
Sono scattate anche otto misure cautelari interdittive, che prevedono il divieto temporaneo di esercitare attività professionali, a carico di dirigenti comunali, operatori socio-sanitari, educatori.
Ci sono poi due misure coercitive con il divieto di avvicinamento ad un minore a carico di una coppia affidataria accusata di maltrattamenti.
I reati contestati sono frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.
L’accusa contro gli operatori è di aver allontanato d’urgenza i bambini dai genitori, per poi mantenerli in affido e sottoporli ad un circuito di cure private a pagamento della Onlus “Hansel e Gretel”. Un giro d’affari per centinaia di migliaia di euro. Si calcola che in Italia gli affidamenti di minori siano circa 14.000 all’anno.
L’Onlus, secondo la ricostruzione degli inquirenti era diventata affidataria dell’intero servizio di psicoterapia voluto dall’istituzione comunale con tanto di convegni e corsi di formazione, tanto da essere diventato un modello.
Alcuni funzionari comunali “hanno ottenuto incarichi di docenza retribuiti nell’ambito di master e corsi di formazione tenuti sempre dalla onlus”. Il sistema si era via via sviluppato e consolidato portando all’apertura di un Centro Specialistico Regionale per il trattamento dei traumi infantili derivanti da abusi sessuali e maltrattamenti.
In questo centro veniva garantita l’assistenza legale ai minori attraverso la scelta di un legale da parte dei servizi sociali. Anche l’avvocato in questione adesso risulta indagato per “concorso in abuso d’ufficio”. Il tutto avveniva tramite gare d’appalto, ritenute fraudolente dai magistrati, e gestite dalla dirigente del servizio, al fine di favorirlo. “Quello che veniva spacciato per un modello istituzionale da emulare sul tema della tutela dei minori abusati altro non era che un illecito business ai danni di decine e decine di minori sottratti alle rispettive famiglie”, hanno dichiarato gli inquirenti presentando l’indagine avviata.
Questa era iniziata alla fine dell’estate 2018 insospettita dalla escalation di denunce all’autorità giudiziaria, da parte dei servizi sociali coinvolti, per ipotesi di reati di abusi sessuali e violenze a danni di minori commessi da parte dei genitori. L’analisi dei fascicoli però giungeva alla totale infondatezza di quanto segnalato.
Secondo l’autore di un libro inchiesta, Pablo Trincia, alcuni dei personaggi coinvolti in questa indagini sono gli stessi dell’inchiesta “Veleno” su un giro di pedofilia nel modenese alla fine degli anni Novanta. In un post, l’autore dell’inchiesta afferma che: “Se quello che sostiene la Procura di Reggio Emilia è vero, chiediamoci che fine faranno questi bambini della Val d’Enza allontanati 3/4 anni fa. Torneranno dalle loro famiglie? Oppure, come nel caso #Veleno, il Tribunale dei Minori di Bologna impedirà comunque qualsiasi contatto? È questa la domanda centrale”.
Il gip del tribunale di Reggio Emilia nell’ordinanza scrive che: “Ad avviso del Pm le condotte degli indagati avrebbero provocato anche lesioni personali di natura psichica ad alcuni (almeno cinque) dei minori interessati”. Nell’ordinanza si dettaglia anche come avveniva la manipolazione: “innocenti disegni dei bambini falsificati” attraverso la mirata “aggiunta” di dettagli a carattere sessuale, abitazioni descritte falsamente come fatiscenti, stati emotivi dei piccoli artatamente relazionati, travestimenti dei terapeuti da personaggi “cattivi” delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male, denigrazione della figura paterna e materna.
I carabinieri avrebbero poi rinvenuto nascosti in un magazzino i regali e le lettere di affetto, consegnati negli anni da parte dei genitori naturali, ma “che gli appartenenti ai servizi sociali indagati omettevano di consegnare ai piccoli”.
Emergono poi particolari che sembrano usciti da un film dell’orrore ancora più pesanti come “Due stupri in casa dei genitori affidatari” o “Uso di apparecchiature elettriche per gestione mente”.
L’inchiesta dei carabinieri ha ricostruito ore ed ore di sedute di terapia sui bambini, anche attraverso l’utilizzo di apparecchiature elettriche spacciate come strumenti in grado di garantire alla terapeuta la gestione della mente e il recupero dei ricordi.
L’ordinanza dettaglia poi i meccanismi sulla base dei quali alla fine i minori venivano tolti ai genitori naturali per essere dati in affidamento. Procedure alle quali si fa fatica a dare un giudizio perché ci conducono in una zona grigia nella quale distinguere una realtà inquietante da una lettura inquisitoria richiede competenze, conoscenze e capacità al di sopra delle nostre.
Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, è finito agli arresti domiciliari con l’accusa di abuso d’ufficio. Secondo l’accusa era fondamentale per dare “copertura” alle attività illecite, grazie ai suoi contatti politico-amministrativi, ma anche con l’autorità giudiziaria minorile.
Sul piano politico la Giunta comunale di Bibbiano ha espresso solidarietà al sindaco: “Esprimiamo la piena solidarietà e vicinanza al nostro sindaco Andrea Carletti, che ha sempre dimostrato attenzione e cuore verso tematiche che anche noi riteniamo prioritarie: legalità, trasparenza e cura per le persone”, scrive in una nota la giunta del comune di Bibbiano, “Abbiamo assoluta certezza che Andrea – prosegue la nota – abbia sempre operato nel rispetto delle norme. La nostra fiducia incondizionata va al lavoro della Magistratura, che ci auguriamo faccia luce sui fatti al più presto. Prima che come sindaco, conosciamo Andrea come uomo e siamo assolutamente convinti della sua estraneità ai fatti”.
Adesso saranno le indagini a dimostrare se, come negli anni Novanta nel modenese, siamo di fronte ad una casa degli orrori in versione emiliana, oppure in una zona grigia in cui buone intenzioni e lordure si incontrano e si confondono.
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