mercoledì 29 novembre 2017

LA LIBERAZIONE DELL'ALBANIA E IL RUOLO DEL BATTAGLIONE GRAMSCI


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Durante la seconda guerra mondiale,verso il suo termine e l'inesorabile caduta del nazifascismo,la lotta partigiana albanese che fin dal principio dell'occupazione italiana cominciata nel 1939 si organizzò per la liberazione,ebbe una netta svolta dopo l'armistizio di Cassibile che fu annunciato l'8 settembre con la resa italiana agli Alleati e la nascita del governo Badoglio.
Infatti i militari italiani allo sbando sia in Italia che altrove,dovettero scegliere se unirsi ai tedeschi,disertare o confluire combattendo nelle forze partigiane,a anche in Albania ci fu questo e la nascita del battaglione Antonio Gramsci contribuì in parte alla liberazione albanese che nel frattempo venne occupata dai nazisti tedeschi.
Nell'articolo di Infoaut(29-novembre-1944-liberazione-dellalbania )un breve riepilogo di questa pagina di storia che vede nel giorno del 29 novembre 1944 la data dove nel paese balcanico si festeggia per l'appunto la Liberazione,mentre in questo(www.criticaproletaria.it/ )si approfondisce il tema del contributo degli italiani(alcuni)in terra albanese,da usurpatori a liberatori.

29 novembre 1944: Liberazione dell'Albania.

Con la vittoria dei partigiani, l'Albania diventa una repubblica socialista. Il processo di liberazione e resistenziale albanese vede fin dal principio, oltre alla contrapposizione a fascisti italiani e tedeschi, anche uno scontro fra partigiani comunisti e nazionalisti fedeli al deposto re albanese.

Sin dall'occupazione italiana del '39 la resistenza del popolo albanese si fa sentire. Anche se l'occupazione avviene con successo, principalmente a causa della superiorità militare dell'esercito italiano, numerosi sono gli scioperi operai e le manifestazioni contro gli occupanti.

Dal '41 sotto la direzione del partito comunista albanese, in stretti rapporti con quello jugoslavo e dell'URSS, vengono create le prime divisioni partigiane che per un periodo iniziale fecero un'alleanza strategica con le brigate partigiane nazionaliste.

Le azioni militari dei due anni di resistenza armata, portano alla liberazione di alcune città, nell'ottobre del '44 di Valona, e alla liberazione definitiva in novembre.

In questo contesto si inserisce il ruolo dei soldati italiani di stanza in Albania, che dopo l'8 settembre, ricevono l'ordine di arrendersi alla resistenza Albanese ormai riconosciuta anche dagli Alleati.

Il comandante in capo, Renzo Dalmazo, residente a Tirana, non accetta e ordina alle sue truppe di arrendersi soltanto alle truppe tedesche. Quindici mila soldati, in maggioranza della divisione “Firenze”, non accettano di arrendersi ai nazisti,  1500 di questi si aggregano all’esercito per la liberazione nazionale albanese formando il battaglione “Antonio Gramsci”.

Un'altra parte molto consistente, quasi 20 000, si nascosero protetti dalla popolazione albanese nelle campagne.

Il popolo albanese seppe fare la distinzione tra fascisti e soldati inviati li dal regime. Il contributo dei soldati che divennero partigiani in Albania fu importante e riconosciuto dalla Resistenza albanese.

In seguito alla liberazione, nel fronte  partigiano prevalgono i comunisti guidati da Enver Hoxha, e l'11 gennaio 1946 nasce la Repubblica Popolare Albanese.

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