martedì 17 ottobre 2017

IL FRANCHISTA RAJOY COMINCIA A FARE RASTRELLAMENTI IN CATALUNYA


Risultati immagini per Jordi Sanchez Jordi Cixart
Che la Spagna debba fare ancora i conti col franchismo è una cosa risaputa,ed il gesto di ieri di arrestare due leader dell'indipendentismo catalano del calibro di Jordi Sanchez e Jordi Cixart(a capo rispettivamente di Anc-Asamblea Nacional Catalana e di Omnium)fanno parte del modo di gestire situazioni come quella della Catalunya e della sua indipendenza.
Osteggiata dicono dalle parole scritte dai fascisti nella Costituzione spagnola con grande soddisfazione delle forze centriste spagnole,PP,Psoe Ciudadanos,la monarchia e pure l'Ue,mentre Podemos parla ancora di dialogo e chiede un passo indietro ai catalani.
Nell'articolo preso da Contropiano(spagna-la-procura-chiede-larresto-dei-leader-catalani )la decisione della giudice Lamela dell'Audiencia Nacional di imprigionare a Madrid i due leader promotori delle due più grandi organizzazioni culturali della società civile indipendentista catalana,associazioni che promuovono la lingua locale e che già durante il franchismo furono dichiarate illegali.
Il leader di Ominum ha già fatto sapere che il lavoro della diffusione della cultura,della lingua e degli ideali della Catalunya proseguiranno anche in clandestinità se il governo di Madrid andrà avanti con il pugno di ferro anche oltre l'ultimatum prorogato di qualche giorno da Rajoy(contropiano rajoy-vuole-la-resa-della-catalogna-altri-tre-giorni-ultimatum ).

Spagna. La procura fa arrestare i leader catalani.

di  Redazione - Andrea Quaranta * 
La procura spagnola ha chiesto l’arresto dei leader di Anc e Omnium, le grandi organizzazioni della società civile indipendentista, Jordi Sanchez e Jordi Cixart, accusati di “sedizione” per le manifestazioni pacifiche del 20 e 21 ottobre a Barcellona. Si prevede che la giudice Carmen Lamela prenda una decisione al riguardo questa sera. La magistrata ha lasciato in libertà vigilata oggi il capo dei Mossos, Josep Lluis Traero, per il quale la procura aveva chiesto la stessa misura cautelare, tra cui il ritiro del passaporto e l’obbligo di firma ogni 15 giorni. Respinta quindi la richiesta di arresto avanzata dalla procura.

L’ordine è stato e seguito in serata. Jordi Sanchez è a capo di Anc (Asamblea Nacional Catalana), mentre Jordi Cuixart guida Omnium. Si tratta delle due più grandi associazioni dell’indipendentismo catalano. Quindi la scelta di Madrid sembra decisamente quella di contrapporsi direttamente alla popolazione, puntando a decapitarne i “corpi intermedi” e le strutture di autorganizzazione sociale, prima ancora delle organizzazioni politiche e le istituzioni locali.

Sembra chiaro, a qusto punto, che la democrazia, in Spagna, torna a essere un sogno.

Il tutto, è bene ricordarlo, con l’approvazione esplicita dell’Unione Europea, quella roba che doveva garantire lo sviluppo pacifico e generale del continente, senza più guerre e dittature.

L’articolo di Andrea Quaranta apparso stamattina su https://catalunyasenzarticolo.wordpress.com.

Il tribunale spagnolo decreta il carcere preventivo per gli indipendentisti Cuixart e Sànchez.

Ieri sera la giudice dell’Audiencia Nacional Carmen Lamela ha disposto il carcere preventivo per il presidente di Òmnium Jordi Cuixart e per quello dell’Assemblea Nacional Catalana (ANC) Jordi Sànchez. Il reato contestato è quello di sedizione e si sarebbe consumato il 10 settembre scorso nelle strade di Barcelona, invase fino all’alba da migliaia di manifestanti indignati per gli arrresti dei funzionari della Generalitat impegnati nell’organizzazione del referendum d’autodeterminazione. Malgrado le provocazioni della polizia, quel giorno non ci sono stati incidenti e la protesta si è svolta pacificamente.

Ciononostante il giudice ravvede nei fatti gli estremi di una situazione di “sollevazione collettiva e violenta”, così come è letteralmente definito il reato di sedizione, punibile fino a 15 anni e con la possibilità di mantenere la detenzione preventiva per 4. La sproporzione tra i fatti e l’accusa è evidente ma non sorprende: si inquadra perfettamente nella strategia del PP, interamente basata sulla provocazione e sulla repressione. Una strategia che riporta allo scoperto le radici impresentabili del blocco politico sociale erede diretto del franchismo e che ripercorre impunemente la tradizione: tra il 1963 e il 1967 infatti, la storica associazione culturale catalana Ômnium venne chiusa dal generalissimo.

Lo ha ricordato Jordi Cuixart in un messaggio videoregistrato preventivamente, previsto nell’eventualità dell’arresto e diffuso ieri sera, nel quale afferma: “se necessario torneremo a lavorare nella clandestinità, nella profonda convinzione delle nostre radici pacifiche e democratiche che ci hanno sempre caratterizzato come entità”. Òmnium ha immediatamente preso posizione a difesa di Cuixart affermando che “non si può imprigionare tutto un popolo”, mentre Jordi Sànchez, anch’egli in un messaggio previdentemente registrato prima di recarsi all’Audiència Nacional, dalla quale è uscito in una camionetta della polizia assieme a Cuixart, senza poter rilasciare dichiarazioni, ha fatto appello all’”unità, civismo, fiducia in noi stessi e mobilitazione permanente che ci deve portare alla Repubblica”.

La detenzione dei due lider indipendentisti nel carcere di Soto del Real (Madrid) segna il ritorno in auge in Spagna dei prigionieri politici, con la firma del governo del PP, il sostegno della corona, l’avallo del PSOE e il compiacimento di Ciudadanos. Davanti all’unanimismo anticatalanista è sempre più difficile scorgere la Spagna democratica, tollerante e progressista che invoca Podemos. La Spagna per la quale varrebbe la pena, secondo la formazione di Pablo Iglesias, fermare il processo di costruzione della Repubblica catalana, sembra oggi più che mai una pia illusione. Davanti alle detenzioni per motivi politici e al ricorso già annunciato all’art.155 della costituzione spagnola per destituire il Governo della Generalitat (democraticamente eletto) e liquidare così la maggioranza parlamentare indipendentista, Podemos continua a invitare al dialogo, fedele a una curiosa interpretazione della solidarietà internazionalista. Nel frattempo, ieri altre grandi imprese catalane (ad esempio Codorniu) hanno trasferito la propria sede sociale a Madrid, nell’intento di spaventare e ricattare il popolo catalano. Che, come afferma la sinistra anticapitalista e indipendentista della CUP, può contare solo su se stesso: sul fronte internazionale l’UE si è mostrata in questi giorni tra l’indifferenza per la causa catalana e l’aperto sostegno alla monarchia spagnola (e alle grandi imprese da sempre contrarie all’indipendenza). Nella vicenda catalana, l’UE sembra agire finora come un blocco unico, un polo imperialista che non mostra né crepe visibili né voci critiche significative e che pare caratterizzarsi, a Bruxelles come nei parlamenti nazionali, per il conformismo e la sudditanza al grande capitale finanziario.

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