martedì 3 ottobre 2017

COME GLI SBIRRI


Risultati immagini per juve agnelli mafia
Come c'era da aspettarsi la società Juventus e in prima persona il suo presidente Andrea Agnelli sono risultati colpevoli al cospetto del Tribunale nazionale dell Figc,quindi davanti alla giustizia sportiva,per la frequentazione con esponenti della criminalità organizzata che sono parte della tifoseria bianconera che da anni controlla e comanda tutto quello che accade sugli spalti,proprio tutto.
Ora bisogna vedere se pure la giustizia penale muoverà passi per indagare e trovare connivenze mafiose e arrivare a condanne,non i ridicoli dodici mesi(la richiesta era di 30)e multe irrisorie,anche perché le richieste accessorie di partite giocate a porte e con settori chiusi non sono state accettate.
Tutto questo si può trovare nel secondo articolo proposto di Repubblica(agnelli_sentenza ),mentre il primo è dedicato all'ignobile nomina a membro esecutivo dell'Uefa dello stesso Agnelli già in odore della sentenza di colpevolezza:fatto sta che se l'inibizione,stranamente,fosse stata anche di un solo giorno maggiore all'anno presosi non avrebbe potuto ricoprire incarichi federali sia in Italia che in Europa.
Ci sono già dei ricorsi in atto sia della stessa società che da parte della Figc che ritiene la condanna molto al di sotto visto l'entità dei reati commessi.
Così come in parecchi casi in cui la famiglia proprietaria della squadra di Torino se l'è cavata grazie ad avvocati e ladrerie varie allo Stato(vedi Fiat da sempre ed Exor ultimamente madn la-fuga-di-capitali-della-exor )non solo c'è questo sopruso ma anche il premio in una carica internazionale,un poco come accade alle forze del disordine le cui punte di diamante piuttosto che essere punite e messe in galera vengono promosse(esempio lampante Mortola solo per fare un nome a caso:madn morto-la ).

Michele Uva vicepresidente Uefa e l'Italia ha pure Agnelli.

Il d.g. della Figc fa il salto, il n.1 della Juve confermato nell'esecutivo. Ceferin e Infantino in coro: "Basta spese folli, il calcio sia più equo".

Michele Uva, 52 anni, dal 2014 direttore generale della Figc, è stato nominato vicepresidente della Uefa.

C’è tanta Italia nei posti che contano del calcio europeo. Ieri Michele Uva, direttore generale della Figc e già membro dell’esecutivo Uefa, è stato nominato vicepresidente Uefa: un riconoscimento per nulla scontato, visto che da prassi veniva riservato a chi è presidente federale. Annunciata invece la nomina di Andrea Agnelli, presidente della Juventus, nell’esecutivo Uefa: dopo l’elezione a numero uno dell’Eca (l’associazione dei club europei), la sua cooptazione nel governo della confederazione continentale doveva solo essere ratificata. Sì, il tricolore sventola alto, tenuto pure conto che uno dei membri europei del consiglio Fifa è Evelina Christillin e che il vicesegretario generale dell’Uefa è Giorgio Marchetti.

PESO POLITICO — Tra i cinque vicepresidenti Uefa, dunque, torna a esserci un italiano: sono trascorsi quasi sei mesi dall’uscita di scena di Giancarlo Abete, ed ecco Michele Uva. Il d.g. di via Allegri era entrato nell’esecutivo proprio ad aprile: la sua scalata alla vicepresidenza è stata accelerata in seguito alle dimissioni dello spagnolo Villar, in estate arrestato per corruzione. La scelta di Uva è figlia di tante cose. L’apprezzamento del presidente Uefa Ceferin (e di altri plenipotenziari europei) che il manager lucano si è saputo conquistare negli ultimi tempi, ma ovviamente anche il lavoro diplomatico condotto da Carlo Tavecchio sin dall’appoggio della candidatura di Ceferin: l’Italia è stata tra le protagoniste della costruzione della nuova era post-Platini, non a caso è stata pure gratificata con l’assegnazione dell’Europeo Under 21 del 2019. "È per me un grande onore ricoprire questa carica, ma anche un impegno che affronterò lavorando per lo sviluppo del calcio in Europa. È un riconoscimento importante per tutto il nostro movimento", ha detto Uva. Altrettanto strategica, e rappresentativa del peso specifico dell’Italia nella politica del pallone, è la nomina di Agnelli a membro dell’esecutivo Uefa con un mandato di 4 anni, assieme all’altro rappresentante Eca, Ivan Gazidis, direttore esecutivo dell’Arsenal. In realtà il presidente della Juventus partecipa alle riunioni dell’organismo di Nyon già da due anni, prima come semplice uditore e da aprile con diritto di voto, grazie all’influenza sempre maggiore rivestita dall’Eca (in futuro si sarà un posto nell’esecutivo Uefa anche per un rappresentante dell’Epfl, associazione delle leghe).

 CALCIO EQUO — Durante il congresso straordinario Uefa che si è tenuto ieri a Ginevra, Ceferin è tornato su uno dei temi a lui più cari, quello dell’equilibrio competitivo del calcio europeo. Da un lato le spese sempre più pazze del calciomercato, dall’altro il divario che si allarga tra l’élite e il resto. "Ci stiamo impegnando ma aspettiamo la luce verde da chi condanna pubblicamente l’attuale situazione. Lasciatemi dire a tutti i politici europei che non possiamo più essere d’accordo", ha detto Ceferin che chiede l’appoggio comunitario per l’introduzione di misure radicali come salary cap, luxury tax, controllo dei flussi di denaro, indispensabili per arrivare a un calcio "più equo". Rincara la dose Gianni Infantino, n.1 della Fifa: "Nell’ultima sessione del mercato abbiamo assistito a un notevole aumento dei costi. Dobbiamo fornire delle soluzioni positive per gli agenti, per le norme che regolano i trasferimenti, per le finestre del calciomercato, per i tetti agli ingaggi e tutte quelle cose di cui si parla ma che non sono mai state affrontate sul serio". Confermato il format della Nations League, la nuova competizione per nazionali con promozioni e retrocessioni che debutterà nel settembre 2018.

-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Caso biglietti ultrà: Agnelli squalificato un anno.

Un anno di inibizione (la Procura aveva chiesto 30 mesi e due turni a porte chiuse per la società) per il presidente della Juventus. Al club bianconero ammenda di 300 mila euro. Pecoraro: ''Soddisfatto in parte, faremo ricorso''.

di MATTEO PINCI
ROMA -  Agnelli è colpevole. E dopo 10 giorni di attesa, l'inibizione arriva davvero: un anno di stop e una multa da 20mila euro, questo ha deciso il Tribunale nazionale della Figc, accogliendo l'accusa della procura federale sul bagarinaggio. Non le richieste: il pm della Federcalcio Pecoraro e i suoi uomini avevano infatti chiesto 30 mesi di squalifica per il presidente del club campione d'Italia. La sentenza - leggi squalifica - è effettiva da subito: Agnelli non potrà presentarsi in Lega, scendere negli spogliatoi e rappresentare il club in ambito federale. Ma lo stop, non superando i 12 mesi, se pure fosse confermata nei 3 gradi di giudizio non comporterà l'impossibilità di ricoprire incarichi federali per 10 anni. Colpevoli e sanzionati nello stesso modo anche gli altri deferiti: Francesco Calvo, ex direttore marketing, e Stefano Merulla, responsabile ticketing. Per il security manager Alessandro D'Angelo, invece, 1 anno e 3 mesi di inibizione e 20 mila euro di ammenda.

Nonostante lo "sconto" rispetto alle richieste della Procura, il verdetto è pesante. Per il giudice Cesare Mastrocola e la sua commissione giudicante, "sono emersi elementi di chiara colpevolezza a carico degli odierni deferiti, e, conseguentemente della Società" Juventus. E soprattutto, "La invocata estraneità del Presidente non possa ritenersi tale". Insomma, è colpevole. E il Tribunale riscontra come "l'Agnelli, con il suo comportamento abbia agevolato e, in qualche modo avallato o comunque non impedito le perduranti e non episodiche condotte illecite". Anche se a Agnelli viene scontato forse il più imbarazzante dei capi d'imputazione: quella sulla frequentazione con gli ultrà e con esponenti della criminalità organizzata. "Non é stata fornita prova concreta", la chiosa nella sentenza Figc, che aggiunge come Agnelli fosse "inconsapevole del presunto ruolo malavitoso. Il Tribunale non ritiene quindi sufficientemente provato che una simile frequentazione fosse dotata della contestata "consapevolezza" riferita allo status di quei tifosi".

Ma questo non ha impedito la sanzione, per la violazione dell'articolo 12, che regola i rapporti con gli ultrà, la prevenzione di fatti violenti e il divieto di contribuire al mantenimento dei gruppi organizzati. Per il primo grado di giudizio, il fatto che il club riservasse agli ultrà pacchetti di biglietti consentendone la cessione in numero superiore al consentito con la consapevolezza che diventassero oggetto di bagarinaggio, è "oltremodo preoccupante anche in ragione del fatto che non sono stati fenomeni sporadici e occasionali; in realtà le vicende contestate assurgono a vero e proprio modus operandi di una delle Società più blasonate a livello europeo per un lunghissimo arco di tempo ed hanno trovato la loro conclusione non già a seguito di un volontario cambio di rotta societario, ma esclusivamente per l'avvenuta conoscenza delle attività di indagine della Procura della Repubblica di Torino". Per poi puntare l'accento sulle "tessere abbonamento gratuitamente distribuite al gruppo Viking".

Esclusa invece sia la possibile estorsione da parte dei gruppi nei confronti della società, che "non trova conferma". E la presunta consapevolezza dell'appartenenza di alcuni ultrà a gruppi della criminalità organizzata cade anche per gli altri deferiti: "La notizia ufficiale riferita alla presunta appartenenza dei citati soggetti a cosche illecite - ricorda il giudice - venne resa pubblica in epoca successiva rispetto ai rapporti intercorrenti tra la dirigenza e la tifoseria". Respinte però tutte le tesi difensive del club e dei vari deferiti, "pienamente consapevoli delle "utilitá" finalizzate al mantenimento dei gruppi dei sostenitori ai quali avevano riconosciuto i predetti benefici in dispregio della normativa". Parole che pesano sull'immagine del presidente della Juventus, Agnelli: per questo, lui e il club - che se l'è cavata con una ammenda di 300mila euro, evitando la chiusura dello Stadium per due turni e quella della curva per un'altra gara, chieste invece dalla Procura - è pronto a presentare ricorso in appello. "Sono parzialmente soddisfatto perché siamo riusciti a provare la colpevolezza di tutti, ma i fatti sono talmente gravi che secondo me andavano sanzionati di più: per questo presenteremo ricorso". Il capo della Procura Figc, Giuseppe Pecoraro commenta così la sentenza. "Credo sia utile la valutazione di un'altra corte, tenendo presente che le risorse derivanti dal bagarinaggio sono andate alla criminalità organizzata, e questo è gravissimo".

Anche la Juventus, con un cominicato,  ha annunciato che ricorrerà in appello: "Juventus Football Club, preso atto dell'odierna decisione del Tribunale Federale Nazionale, - è detto nella nota - preannuncia ricorso presso la Corte Federale di Appello nella piena convinzione delle proprie buone ragioni, che non hanno ancora trovato adeguato riconoscimento. La società esprime la propria soddisfazione perché la sentenza odierna, pur comminando pesanti inibizioni nei confronti del Presidente e delle altre persone coinvolte, ha 'dopo ampia valutazione del materiale probatorio acquisitò escluso ogni ipotesi di legame con esponenti della criminalità organizzata. Juventus Football Club ha fiducia nella giustizia sportiva e ribadisce di aver sempre agito in un percorso condiviso con le Forze dell'Ordine con l'obiettivo di contribuire alla piena salvaguardia della sicurezza e dell'ordine pubblico".

Nessun commento: