giovedì 2 marzo 2017

CAMBIANO I PARTITI MA IL MARCIUME E' SEMPRE IL SOLITO


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Il problema delle tessere nel Pd non è una novità per quanto riguarda sia i numeri che circolano,sia la possibilità di farle(vi fu iscritto anche un certo Benito Mussolini di Predappio,deceduto appeso)che i favoritismi che possono scaturire negli ambiti lavorativi e sociali,in questo caso soppiantando la vecchia Democrazia Cristiana(giorno dopo giorno capiamo sempre più che il Pd è una costola della vecchia politica Dc piuttosto che del vecchio Partito Comunista).
Che in una cittadina come Crema significa correre parallelamente a quella di Comunione e Liberazione in fatto di carriere messe sui binari più favorevoli in tutti gli ambiti,dal privato al pubblico arrivando alle cooperative,ma il caso della mia città è a parte in quanto per l'appunto cielle anche se in ribasso è sempre comunque un buon cavallo su cui puntare.
Non voglio colpevolizzare troppo il Pd in quanto avere la tessera anche in partiti del centrodestra comporti allo stesso metodo clientelare e mafioso fatto di conoscenze che permettono ai soliti noti,si tratti di amicizie o nepotismo poco importa,di avere lavori e carriere privilegiate rispetto ai comuni mortali.
L'articolo preso da Left(left.it )si sofferma sull'ultimo caso di Napoli e del circondario con decine di tessere pagate dai medesimi conti correnti e il sospetto grave di infiltrazioni mafiose tra i rappresentanti di quelle zone tra le cosche e i politici,ma già ci furono casi simili negli ultimi anni per le primarie non dimenticandoci le astuzie di Achille Lauro:cambiano gli attori e le stagioni ma il marciume è sempre il solito.

Il problema del PD non sono le tessere ma i favori.

Giulio Cavalli
Chissà se Emanuele Fiano (spedito di gran carriera a Napoli nel ruolo di pezza) capirà in fretta che il problema non è l’impennata di iscrizione (come continua blandamente a ripetere il flebile Orfini, con la solita energia da trovarobe di bottega) ma piuttosto il “modo” in cui quelle iscrizioni sono state coltivate.
Ma davvero crediamo che lo scandalo delle tessere PD sia nell’impennata dei tesserati (a proposito: è successo qualche settimana fa per il congresso di Sinistra Italiana, per dire) e non nelle frasi terrificanti registrate nel video di Repubblica? L’anziana signora registrata dice di tesserarsi «per far salire un’altra volta a lui quando ci saranno le elezioni» riferendosi al capobastone del PD Michel Di Prisco, ex presidente della municipalità già caduto in uno scandalo simile nel 2011 in occasione delle primarie poi annullate.
Un’altra dice: «per esempio io voglio un piacere da Ciruzzo? Mi devo fare la tessera per lui». e l’altra risponde: «me lo fa Michel? mi devo fare la tessera per Michel», Quindi per favore non ci prenda in giro Orfini dicendoci che “le tessere sospette sono state bloccate” evitando di parlare piuttosto di una politica che si basa sul favore personale.
Se in un quartiere di una città qualsiasi la tessera di un partito viene vista come il passepartout per avere il diritto di chiedere un favore è il progetto politico che fallisce, mica la banale regolarità di un congresso. E l’ex segretario (candidato in pectore) dovrebbe fare qualche sforzo in più per dirci cosa ne pensa. Perché la simulata sommersione non è credibile. E, anzi, c’è anche papà Renzi indagato qui fuori a pelo d’acqua.
Il resto sono liturgie. Le solite.
Buon giovedì.

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