mercoledì 18 febbraio 2015

AFFARI D'ORO PER GLI SCIACALLI DELLA GUERRA


Riprendendo purtroppo gli ultimi post che parlano sempre più di guerre e sempre in più posti della terra,prendo spunto da questo brevissimo articolo apparso su Infoaut e che parla del tentennamento,fonti giornalistiche importanti lo danno già come deciso,di cambiare per l'appunto il ripensamento italiano sul taglio delle spese militari riguardo all'acquisto dei caccia F-35.
Siamo d'accordo che il taglio debba essere totale e non solo della metà,ma populisti arraffatori di posti tv e dal falso sorriso mettono benzina sul fuoco sulle invasioni ormai alle porte dei nostri confini,accrescendo sia l'odio che i profitti degli sciacalli della guerra.

Venti di guerra,tempo di business.


Sono passati meno di cinque mesi da quando le agenzie di stampa battevano incessantemente la velina del dimezzamento dei fondi per i caccia F-35. Una mozione targata PD e sbandierata come uno dei provvedimenti progressisti del governo Renzi che si impegnava vagamente "a riesaminare l'intero programma F-35 per chiarirne criticità e costi con l'obiettivo finale di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto".
Gli appelli alle crociate contro l'ISIS, con cui si riempiono la bocca i vari Salvini e di cui debordano i quotidiani in questi giorni, sono un momento propizio per chiarire che sanità, scuola e servizi possono attendere e che la priorità resta quella d'ingrassare i soliti signori della guerra e delle grandi opere. Ieri l'agenzia Reuters, citando fonti statunitensi, ha annunciato che il governo italiano comprerà tutti e 90 gli F35 inizialmente previsti con una spesa stimata a 12 miliardi di euro. Il tutto per assicurarsi che Finmeccanica mantenga l'assegnazione della manutenzione di tutti gli F-35 dello spazio europeo. Business as usual, insomma...

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