mercoledì 3 aprile 2013

LE DOMENICHE...NON AL LAVORO!

L'articolo preso da Crema on-line(http://www.cremaonline.it/articolo.asp?ID=21933 )e scritto prima di Pasqua,parla di un problema non solo di Crema ma di tutta Italia e che riguarda le aperture domenicali dei centri commerciali e di altre attività in zone di scarso se non nullo richiamo turistico.
Queste aperture straordinarie ma che a brevissimo vorrebbero renumerare in maniera molto ordinaria e che sono dannose per tutti,per i centri commerciali,per chi ci lavora e per i clienti che vedono alzare i prezzi dei prodotti in quanto il personale costa e tenere aperto un negozio grande o piccolo che sia ha i suoi oneri,sono un grosso problema alla libertà personale dei dipendenti di avere un giorno di riposo dignitoso.
Il consigliere comunale Mario Lottaroli di Rifondazione Comunista ne parla e promuove una raccolta firme che è ormai un sistema di lotta presente in tutto il paese contro queste domeniche che non permettono alle famiglie dei dipendenti ma anche alle singole persone che vi lavorano un giorno di riposo sacrosanto,per chi ancora se lo può permettere poiché i nuovi contratti costringono obbligatoriamente i dipendenti al lavoro nei festivi,con il bene placet dei sindacati che pezzo dopo pezzo stanno perdendo tutte le conquiste accumulate decenni di anni fa.

Crema. Rifondazione Comunista contro le aperture domenicali dei centri commerciali: “sia rispettato il giorno di riposo per tutti”
di Emanuele Mandelli
 
Crema - Stavolta Rifondazione Comunista la pensa come la chiesa cattolica. Il consigliere comunale rosso che più rosso non si può, Mario Lottaroli, fa sua una battaglia che spesso è stata portata avanti dalla diocesi: quella contro le aperture domenicali degli esercizi commerciali. E lo fa esattamente con le stesse motivazioni.

Metodo barbaro
“Non mi piacciono, non mi sono mai piaciute le aperture festive di negozi, super e ipermercati, le considero una barbarie, il segno tangibile della supremazia del mondo delle merci e del mercato sulle esigenze e le attività umane. Ritengo che sia arrivato il momento di interrompere l’insana pratica delle aperture a raffica dei punti vendita, maturata soprattutto nell’ultimo decennio. Penso che sarebbe bello tornare alle giornate di festa come momento di incontro sociale per tutti, la condivisione collettiva del tempo liberato dal lavoro”, va dritto al punto Lottaroli.

Sindacati inerti
“Sarebbe una liberazione per gli addetti alle vendite, donne ed uomini costretti a trascorrere le giornate festive tra scatolette e capi d’abbigliamento, anziché con i propri cari e con gli amici. Inoltre le catene commerciali, per far fronte alla riduzione delle vendite e degli incassi, grazie anche alla colpevole inerzia delle organizzazioni sindacali, hanno peggiorato la condizione salariale dei dipendenti: nel caso degli addetti assunti da tempo le maggiorazioni per lavoro festivo sono state considerevolmente ridotte, mentre nel caso dei neoassunti la prestazione festiva è equiparata a quella svolta in giornate feriali e non dà diritto ad alcuna maggiorazione retributiva”.

No alla liberalizzazione assoluta
“Perché si intraprenda un nuovo cammino è necessaria la modifica radicale delle leggi in vigore, che allineino l’Italia con gli altri paesi europei, dove non esiste una liberalizzazione assoluta degli orari, e che restituisca agli enti locali la possibilità di intervento sulla materia. Per questo condivido la raccolta firme promossa dalla Confesercenti, con il sostegno della Conferenza Episcopale Italiana, a favore di una proposta di legge che limiti fortemente le possibilità di apertura festiva degli esercizi commerciali”.

La raccolta firme
“Per quanto mi riguarda, non ho mai fatto la spesa nei giorni di festa e non ho alcuna intenzione di interrompere questa consuetudine. La raccolta firme terminerà nei primi giorni del mese di aprile: è possibile sottoscrivere la proposta di legge presso l’ufficio di Segreteria del comune di Crema”.

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