lunedì 25 gennaio 2021

IL BRASILE CHIEDE IL PROCESSO PER BOLSONARO


In Brasile sono giorni che c'è una protesta molto sentita nel paese e che ha varcato i confini coinvolgendo tutto il mondo e nella giornata di ieri c'è stato un invito tramite il web per chiede l'impeachment per il presidente Bolsonato.
Che ha già addosso quasi sessanta richieste di processi politici per tutte le nefandezze compiute da quando è al potere in Brasile e che riguardano la maggior parte l'inefficace se non addirittura assenza di un reale piano di emergenza sanitaria per la crisi pandemica,con lo stesso Bolsonaro negazionista della prim'ora e che poi si era ammalato,ed una gestione della pandemia alla lombarda con un piano vaccinale pressoché ancora da creare.
Anche le denunce di molti gruppi di attivisti per i diritti dell'uomo e dell'ambiente hanno contribuito alla massiccia presentazione delle richieste in quanto l'Amazzonia negli ultimi anni ha visto un territorio devastato assieme a parte della sua popolazione indigena.
E ora che non ha più le spalle coperte dall'idolo Trump(vedi:madn il-trio-degli-incapaci )anch'esso pronto a subire un processo per via degli scontri di Capitol Hill,i brasiliani hanno alzato la voce nonostante la forte repressione poliziesca e militare che il paese sta subendo dal suo insediamento.

Il Brasile ci mette la faccia.

Laura Burocco

Così come avvenne durante la dittatura, ma con il dovuto adeguamento delle forme proprie del periodo della pandemia, la società civile brasiliana invita a una grande mobilitazione internazionale online (in attesa di poterlo fare con corpi vivi – o… superstiti) per la richiesta di impeachment per Jair Bolsonaro. Oggi, domenica 24 gennaio, dalle 14 alle 4 del mattino (orario italiano). Solidarietà internazionale Bem Vinda.

Oggi, domenica 24 gennaio tra le ore 10 e le 24 (in Italia dalle 14 del 24 alle 4 del mattino del 25 gennaio) si terrà un evento online chiamato #100millivespeloimpeachmentdebolsonaro”.

La mobilitazione digitale in difesa della democrazia è indetta dal movimento Ocupa MinC RJ e Reage Artista. Il primo è un gruppo di artisti, personalità della cultura e società civile organizzata di Rio de Janeiro che da sempre si rifiuta di riconoscere il governo, mentre il secondo si definisce come un territorio libero per la riflessione e il dialogo sull’arte, le politiche pubbliche e la cultura. L’intenzione è quella di fare pressione popolare per l’impeachment di Jair Bolsonaro.

La scorsa settimana – quando a Manaus mancava letteralmente l’ossigeno negli ospedali pubblici – la risposta di Rodrigo Maia alla ennesima richiesta di impeachment del presidente Bolsonaro è stata “in questo momento, penso che con così tante vite perse in Brasile e il drammatico caso di Manaus, questo deve essere il nostro obiettivo” quando tutti sanno che una delle principali cause degli effetti drammatici della pandemia in Brasile è esattamente l’assenza di gestione da parte del governo. 

Ricordando che il Brasile continua tuttora senza piano di vaccinazioni, con un militare incapace come ministro della sanità e un presidente che, oltre a fare campagna contro la vaccinazione, una settimana prima della tragedia di Manaus aveva alzato la tassa di importazione sull’ossigeno.

L’iniziativa segue il fenomeno delle lives che si é diffuso in modo straordinario durante la pandemia, e l’entusiasmo per la rimozione dell’incubo americano Trump – uno degli idoli del cosiddetto mito brasiliano Jair Bolsonaro e figli, che più volte hanno dimostrato ossequiosa sottomissione. È nata quindi l’idea di invitare ognuno a donare un poco del proprio tempo, e delle proprie capacità, per la richiesta di impeachment di un altro ignobile ‘presidente’. 

Un’idea che fa pensare al movimento brasiliano Diretas Já che per un anno (1983-84), durante la dittatura, mobilitò milioni di persone – rappresentanti della società civile, artisti, intellettuali e partiti politici, in manifestazioni e marce che, attraverso lenti progressi, portarono alla fine della dittatura nel 1985, e alle elezioni dirette del 1989 che sancirono l’effettiva fine (istituzionale) della dittatura militare brasiliana.

L’appello.

# 100millivespeloimpeachmentdebolsonaro vuole essere una storica mobilitazione digitale in difesa della democrazia per testimoniare la PRESSIONE POPOLARE PER L’IMPEACHMENT DI BOLSONARO.

Il nostro “D-DAY” è oggi, domenica 24 gennaio, quando occuperemo in maniera massiccia i social network con manifestazioni a favore dell’impeachment, specialmente negli audiovisivi.

Durante la pandemia, abbiamo visto i video dal vivo diffondersi in modo straordinario. E se ogni voce che si è amplificata nell’era delle lives potesse donare parte della sua rete di mobilitazione alla richiesta di impeachment?

Per partecipare non è necessario registrare un video dal vivo. Vale qualsiasi AZIONE LIVE sulle reti. Può essere una chat con la tua rete, può essere una conversazione online con un gruppo di amici, un’intervista, un musical dal vivo o un recital di poesia, ma può anche essere un semplice post, un meme, una storia.

Sentiti libero di esprimerti in modo più informale o di usare della tua creatività. Ciascuna di queste pubblicazioni, però, deve lasciare impressa la tua posizione a favore dell’impeachment di Bolsonaro. È di massima importanza che sia fatta pressione sull’attuale presidente della Camera dei Deputati, Rodrigo Maia. Da mesi si occupa di 60 richieste di impeachment. Dobbiamo esigere una azione per l’apertura immediata di un processo di impeachment. La nostra pressione può creare una uscita storica da questa situazione per il Brasile.

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Brasile. Pandemia e Amazzonia, le piazze chiedono l’impeachment per Bolsonaro.

di  Rino Condemi  

La popolarità del presidente brasiliano Bolsonaro è in caduta verticale, soprattutto in presenza dell’aggravamento della pandemia di Covid 19.

Secondo una indagine realizzata dall’istituto Datafolha, da dicembre, il tasso di disapprovazione del governo è aumentato di 8 punti percentuali ed è arrivato al 40%. Anche l’indice dei consensi è sceso, dal 37% a dicembre al 31% attuale. Secondo il quotidiano Folha de Sao Paulo, che ha divulgato il sondaggio, il tasso di impopolarità di Bolsonaro è tornato a superare dunque quello di approvazione.

Intanto con caroselli di veicoli e carovane in strada in una cinquantina di città, i movimenti sociali e sindacali del Brasile hanno chiesto che il presidente Bolsonaro, uno dei leader più negazionisti sulla gravità del nuovo coronavirus, sia sottoposto a impeachment per la sua gestione disastrosa di fronte alla pandemia.

Le sfilate di auto che suonavano il clacson per richiamare l’attenzione dei passanti, portavano bandiere e cartelli con messaggi contro Bolsonaro e a favore di misure efficaci contro la pandemia con slogan come “Fora Bolsonaro” (Fuori con Bolsonaro), “Impeachment Já!” (Impeachment Ya) o ‘Vacina para todos Já’ (Vaccine para todos Ya). Le manifestazionii hanno anche protestato contro la fine degli aiuti di emergenza con i quali 68 milioni di brasiliani, quasi un terzo della popolazione, sono riusciti a far fronte agli effetti devastanti della pandemia da aprile a fine dicembre.

I manifestanti chiedevano che il Congresso esamini alcune delle 57 richieste di apertura di processo politico destituente contro Bolsonaro, richieste che sono state presentate alla Camera dei deputati e che accusano il capo dello Stato per il suo negazionismo di fronte alla gravità della pandemia.

Le manifestazioni sono state convocate dai partiti della sinistra, dalle centrali sindacali e da coalizioni sociali come Frente Brasil Popular e Pueblo Sin Miedo, che riuniscono organizzazioni estese e popolari come il Movimiento dei Sem Terra e la Unión Nacional de los Estudiantes.

Ma per il presidente Bolsonaro si profila anche un’altra rogna: la denuncia di fronte alla Corte penale internazionale per danni ambientali, persecuzioni e uccisioni in Amazzonia. Bolsonaro è stato denunciato da gruppi per i diritti umani e comunità indigene per danni ambientali senza precedenti, uccisioni e persecuzioni nell’ambito della deforestazione dell’Amazzonia.

L’avvocato William Bourdon ha presentato alla corte dell’Aja una richiesta di indagine nei suoi confronti e il capo procuratore, Fatou Bensouda, dovrà decidere se ci sono gli estremi per procedere. “E’ una corsa contro il tempo, considerata la devastazione dell’Amazzonia”, ha commentato il legale.

Da quando Bolsonaro è entrato in carica due anni fa, “la distruzione della foresta amazzonica ha subito un’accelerazione smisurata”, si legge nella denuncia. La deforestazione è aumentata del “34,5% in un anno, l’assassinio di leader indigeni è ai massimi da 11 anni e le agenzie ambientali sono crollate o subiscono minacce”. Il trasferimento forzato delle popolazioni locali, insieme alle persecuzioni e gli omicidi, costituiscono “crimini contro l’umanità”, hanno sostenuto i querelanti. Le multe per crimini ambientali sono crollate del 42% nel 2019 e il bilancio federale ha subito un taglio del 27,4% quest’anno.

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