giovedì 28 marzo 2019
SCIACALLAGGIO ELETTORALE
Per l'ennesima volta Salvini è il bue che da del cornuto all'asino,il ministro di tutto afferma che la questione del bus dirottato da Crema e fermato prima di San Donato è stata usata a scopi politici(eccome)solo che lui è stato uno di quelli che di più ci hanno marciato e tentato di lucrarci sopra.
Nell'articolo dell'Huffington Post(il-bus-dirottato-qualche-neo-politico )alcuni spunti di una maleducazione politica in perenne campagna elettorale che sfrutta il coraggio di alcuni ragazzini e che apre nuovamente la questione sulla ius soli(vedi:madn eutanasia-di-una-legislatura )oltre che alcuni parametri di sicurezza allegramente omessi,per non parlare dell'immigrato buono e di quello cattivo.
"Sventurata è la terra che ha bisogno di eroi"diceva giustamente Bertolt Brecht,e di cianfrusaglie televisive dove la parole eroe è stata abusata a dismisura,da Vespa a Fazio due marchettari dell'italico teleschermo,ci hanno foraggiato quotidianamente ed ostinatamente,mentre la guerra sui social tra chi ha commentato i fatti del pullman è stata ridicola se non per minacce che avranno il loro iter giudiziario perché hanno attaccato persone al di fuori del contesto.
Il bus dirottato: qualche neo politico su una bella pagina.
By Franco Monaco
Come non gioire per il positivo epilogo di una vicenda che poteva risolversi in una immane tragedia? Come non apprezzare la concessione della cittadinanza a ragazzi che si sono segnalati per "meriti speciali"? E tuttavia non la politica tout court, ma certi politici sono riusciti a offuscare un rara e bella pagina della nostra cronaca recente.
In primo luogo, esagerando nell'enfasi. Per esprimere plauso a quei ragazzi non era necessario scomodare la cifra dell'eroismo. Essi hanno dato prova di essere svegli e coraggiosi, scongiurando così una orribile strage. Non è poco. E' più che sufficiente per manifestare loro tutto il nostro apprezzamento e per meritare che sia conferito loro il riconoscimento della cittadinanza. E' vero: la legge contempla tale fattispecie, la cittadinanza "premiale". E tuttavia come non osservare che essa sia appunto concessa, solo dopo incertezze e qualche polemica, da un governo che ama rimarcare la circostanza che sia appunto conferita ad personam. Un governo che si rifiuta al dovere di mettere a tema la questione a monte e di principio e cioè quella di ripensare le basi giuridiche della cittadinanza per tutti i "nuovi italiani"? Che è la vera, ineludibile questione che interpella i politici e il legislatore nella loro precipua responsabilità. Ecco perché il sovrappiù di enfasi nel rimarcare l'eroismo di Rami e di Adam può rappresentare un escamotage esorcistico. Può suscitare l'interrogativo che loro stessi, con la loro giovanile spontaneità, hanno formulato: perché non anche ai nostri amici e compagni, italiani come noi? Dopo un paio di giorni di esitazione, Salvini ha sciolto la riserva evocando la somiglianza con i propri figli ("potrebbe essere mio figlio"). Ottimo paragone se si applicasse in via generale ai "nuovi italiani" e se non concorresse semmai a sottolineare il carattere personale più che istituzionale delle motivazioni della sua decisione.
A imprimere un altro neo su una bella pagina ha provveduto la contesa interna a questo bizzarro governo bipolare. Alludo alla ricorsa a intestarsi il merito di quella graziosa concessione dall'alto della cittadinanza. Alla patetica ansia di Di Maio nel proclamare di essere stato lui a convincere un incerto Salvini. Una rivendicazione che avvalora due circostanze non esattamente virtuose e, a ben vedere, tra loro contraddittorie: 1) che quel riconoscimento sia entrato nella quotidiana, stucchevole partita politico-elettorale tra i due partner-competitori che reggono il governo; 2) che comunque ultimamente si trattasse di una decisione discrezionale e personale di Salvini.
Profili minori, se si vuole, e tuttavia rivelatori di una prassi politica decisamente al di sotto della portata dei drammi (penso al terrorismo), ma anche, per converso, della naturale bellezza dei sentimenti e dei comportamenti dei ragazzi, a dio piacendo totalmente estranei agli angusti calcoli di certa politica.
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