venerdì 14 settembre 2018

DIECI ANNI FA L'ASSASSINIO DI ABBA


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Ricordo bene quel giorno di dieci anni fa ma soprattutto quelli seguenti l'assassinio di Abba,il soprannome di Abdul William Guiebre,cittadino italiano di origine africana ucciso a sprangate da un padre e un figlio(Fausto e Daniele Cristofoli)per chiari motivi di odio razziale prendendo come pretesto il presunto(che sia avvenuto o meno non cambia di una virgola la faccenda)furto di una scatola di biscotti.
Furono giorni pesanti a Milano con proteste in varie zone della città,e anche la politica,almeno una parte,s'indignò per quello che ormai è prassi giornalistica definire come tragedia scaturita per futili motivi,dove la matrice è il razzismo punto e basta.
L'articolo(infoaut milano-lomicidio-di-abba )ricorda quell'omicidio e le tensioni createsi nei luoghi dove Abba venne inseguito,bloccato e ammazzato a sprangate da due titolari di un bar naturalmente protetto in qui frangenti di rabbia da un nutrito numero di agenti.

14 settembre 2008: Milano, l'omicidio di Abba.

Abdul William Guiebre, Abba per gli amici, viene ucciso a sprangate il 14 settembre 2008 per un furto di una scatola di biscotti.

La mattina del 14 settembre, dopo aver trascorso la notte in un locale di Milano, Abdul, John e Samir si dirigono con i mezzi pubblici in via Zuretti, vicino alla Stazione Centrale, con l'intenzione di proseguire la serata al centro sociale Leoncavallo.

Durante una breve sosta ad un bar vengono raggiunti da un furgone da cui scendono due uomini; Fausto Cristofoli di 51 anni e il figlio Daniele di 31, che ripetutamente accusano i tre ragazzi di averli derubati.

In questo gesto si può già distinguere il movente razzista che si nascondeva dietro a questi personaggi e dietro a tutta la vicenda intera: la famiglia Cristofoli infatti accusava i giovani solamente del furto dell'intero incasso della notte e non di altri articoli in vendita nel loro negozio.

Padre e figlio cominciano quindi a minacciare Abba e i suoi amici con una sbarra di ferro, lanciando epiteti tra cui "Ladri", "Sporchi negri vi ammazziamo", "Negri di merda".. costringendo i tre ragazzi a difendersi con bottiglie e bastoni.

Purtroppo Abba non riesce a sfuggire alle sprangate di Daniele Cristofoli che, dopo averlo colpito ripetutamente con l'asta di ferro usata per chiudere la serranda del negozio, lo lascia a terra agonizzante, scappando il più in fretta possibile insieme al padre.

Abdul, in coma, viene portato all'ospedale Fatebenefratelli, dove è dichiarato morto intorno alle 13:30.

I due aggressori vengono fermati qualche giorno dopo l'omicidio e condannati a quindici anni e quattro mesi, con l'obbligo di un risarcimento di centomila euro alla famiglia di Abba.

Nonostante questo episodio sia stato definito da molti una ''lite degenerata per futili motivi'', si riconosce fin da subito la vera natura della famiglia Cristofoli, caratterizzata da un feroce odio razziale.

Il giorno dopo i risultati dell'autopsia, molti sono coloro che decisero di ricordare Abba in un corteo partecipatissimo, condotto dagli stessi amici del ragazzo, facendo esplodere la rabbia per la sua morte in tutte le vie di Milano. In corrispondenza di via Zuretti, molti dei partecipanti iniziano a correre per raggiungere il bar della famiglia Cristofoli, prontamente difeso da un vasto schieramento di forze dell'ordine, riuscendo a forzare in parte il cordone e raggiungere il luogo in cui Abba era stato ucciso.

La giornata termina con l'ascolto in piazza delle canzoni preferite da Abba, ballate e cantate a gran voce, e con il cambio del nome della via, ribattezzata ''Via Abba''.

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