mercoledì 31 luglio 2013

RIDATECI INDIETRO I SOLDI

Un breve articolo preso dal mensile italiano più famoso in ambito di automobili,Quattroruote,è un piccolo viatico a una situazione che andrebbe trattata molto più profondamente ma i cui punti essenziali si possono qui elencare.
Marchionne,l'amministratore delegato della Fiat,perpetua l'ennesimo ricatto nato anni orsono(vedi.http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2012/11/il-ricatto-della-fiat.html )in un altra salsa,e dopo essersela presa con i sindacati ora è il momento di tormentare il Governo che nel corso di decenni ha foraggiato con soldi pubblici l'azienda torinese.
Secondo il boss della Fiat quest'ultimo è reo di compiere scelte che vanno contro i suoi interessi e quelli aziendali,contro di lui che percepisce in un anno quanto migliaia di dipendenti dell'azienda,una sproporzione e una vergogna sociale di cui non si parla mai abbastanza.
La minaccia,che poi è un fatto assodato e già attivo da decenni,di dirottare il lavoro all'estero è solo l'ultimo pretesto che da anni prima gli Agnelli,poi Montezemolo ed infine Marchionne propinano ai propri dipendenti e a tutti gli italiani per farsi i comodi loro:se davvero vuoi andare all'estero restituite tutti i soldi di cui avete beneficiato a tutti gli operai e a tutti gli abitanti italiani che hanno pagato i vostri vizi ed i vostri lussi,bastardi!

Gruppo Fiat
Marchionne: "Difficile investire in Italia".             
Si riaccende la polemica sulla produzione del Gruppo Fiat in Italia. Nel corso di una Conference Call in occasione della diffusione dei dati del semestrale del gruppo, Sergio Marchionne è infatti tornato a criticare le scelte del governo nazionale, definendo impossibili le condizioni industriali, all'indomani della decisione della Corte Costituzionale in merito alla rappresentanza sindacale e al caso Fiom.
Fuori dall'Italia. Difficile, secondo l'amministratore delegato, investire in Italia, soprattutto pensando alla produzione Alfa Romeo e alle alternative già pronte all'estero. Queste dichiarazioni hanno subito scatenato la reazione del Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che è invece alla ricerca di un accordo per la crescita del livello occupazionale e spera in un accordo tra la Casa del Lingotto e i sindacati, senza l'intervento del governo.
Redazione online
 

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