giovedì 17 gennaio 2013

L'ACQUA PUBBLICA A PARIGI

Oggi si parla per il secondo giorno consecutivo della Francia,ma stavolta in termini più lusinghieri rispetto a quelli di ieri con l'affaire Mali:infatti la capitale Parigi in soli due anni col passaggio della gestione pubblica dell'acqua ha risparmiato ben 35 milioni di Euro l'anno e i parigini si sono visti le bollette diminuite dell'8%.
Nonostante l'Italia abbia votato a favore nel giugno del 2011 su questo tipo di gestione pubblica di un bene primario che non deve essere assolutamente privatizzato(http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2011/06/tutti-votare.html ),in numerosi casi ancora si parla troppo di ingerenze di privati che vogliono mettere le mani sull'acqua,ed in molti casi non le hanno mai tolte,e anche a Crema e provincia ogni tanto l'argomento viene toccato.
Sappiamo comunque che anche gli altri quesiti referendari proposti un anno e mezzo fa hanno trovato ancora molti attriti e che in molte situazioni non è cambiato proprio niente(legittimo impedimento e nucleare),ma l'articolo proposto da Senza Soste tocca un pò tutto il nostro paese e in questo periodo dove il denaro che circola nelle tasche è sempre di meno,un esempio tangibile è sempre molto apprezzato.
 
Due anni di acqua pubblica a Parigi: risparmiati 70 milioni e bollette più basse.
Da quando la capitale francese è passata a una gestione totalmente pubblica della rete idrica la bolletta dell'acqua si è abbassata dell'8% e sono stati risparmiati 35 milioni di euro l'anno
Passare a una gestione totalmente pubblica dell'acqua conviene, lo dimostrano i conti di Eau de Paris, che dal 1 gennaio 2010 ha rilevato dalle due multinazionali Veolià e Suez la gestione della rete idrica di Parigi, risparmiando 35 milioni di euro l’anno e abbassando dell’8 per cento la bolletta dell’acqua.
Eau de Paris è un ente di diritto pubblico presieduto da Anne Le Strat, braccio destro del sindaco socialista Bertrand Delanoë che ha fatto della ripubblicizzazione dell'acqua uno dei suoi cavalli di battaglia nella campagna elettorale del 2008.
Per Le Strat la ricetta è semplice: risparmiare assumendo la gestione diretta di tutti i servizi, dalla captazione fino alla fatturazione (mentre prima la stessa acqua poteva cambiare anche dieci volte gestore prima di arrivare al rubinetto); eliminare l'obbligo di remunerare gli azionisti, fattore tipico delle società di diritto privato, in più godendo di vantaggi fiscali legati agli enti pubblici.
Il successo di Eau de Paris fa riflettere sulla validità delle politiche di libero mercato legate all'acqua. Un mercato che, secondo Le Strat, è libero solo di nome, ma di fatto Parigi è stata per decenni «un esempio emblematico di finto liberismo economico applicato all'acqua».
A partire dal 1985 (e per volontà dell’allora sindaco Jacques Chirac) i due colossi Suez e Veolià si sono infatti divisi la gestione della rete idrica parigina assumendo il controllo, rispettivamente, della rive gauche e della rive droite. «Gli utenti parigini – ha commentato Le Strat – si sono trovati di fronte a una non scelta, mentre i gestori avevano una rendita garantita da contratti di concessione di 20 – 25 anni spesso rinnovati senza concorrenza».
D'altronde, come spiega Le Strat, un ente di diritto pubblico come Eau de Paris può andare incontro al libero mercato anche meglio di un gestore privato. I lavori di manutenzione o le opere di canalizzazione, ad esempio, vengono affidate da Eau de Paris a ditte private tramite appalti pubblici, cosa che di fatto favorisce la concorrenza e il risparmio. Veolià e Suez invece affidavano quasi sempre questi lavori a delle società controllate, senza concorrenza e con fatture più salate.
Il paradosso è che, mentre il comune di Parigi mette da parte i due colossi mondiali dell’acqua per tornare alla gestione pubblica, in Italia le stesse Suez e Veolià si dividono da Nord a Sud fette cospicue del mercato idrico del nostro Paese.

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