mercoledì 21 settembre 2011

SEMPRE PIU' GIU'

Le due illuminanti vignette di Giannelli assieme al breve articolo tratto da Senza Soste e preso dal sito "contropiano.org"riassumono il degrado economico che sta colpendo l'Italia alla faccia di quello che i politicanti(tutti)del regime commentavano solo un anno e mezzo fa,ovvero che la crisi non c'era ed era un'invenzione mediatica.
Da quando questa involuzione economica sta colpendo pure la borghesia italiana anche i politici di riferimento si sono svegliati dal letargo sociale varando manovre economiche su altre,e pur facendo questo l'Italia non gode della fiducia degli altri stati europei e di una delle maggiori società di indagini finanziarie,la tanto citata e famigerata Standard & Poor's,che declassa il nostro paese come poco avvezzo a ricevere investimenti finanziari.
Oltre a questo il rating è stato tagliato per la fragilità e l'inefficienza del nostro governo,più impegnato a difendere il proprio dvce che a risolvere con scelte giuste il tracollo economico facendo pagare sempre più tasse alla povera gente piuttosto a chi gode di stipendi ben più panciuti.
Negli Usa il presidente Obama ha tassato pesantemente i redditi extralarge mentre qui da noi queste persone sono le meglio tutelate dal sistema finanziario,oltre ad essere quelle che evadono di più:ed in mezzo vi sono pure gli affari di banchieri e speculatori che si sfregano le mani attingendo denaro dai piccoli risparmiatori che a lungo andare non potranno più permettersi il lusso di tenere qualcosa da parte per i bisogni presenti e futuri.

Standard&Poor's declassa l'Italia.

Italia declassata e borse nella tempesta. Il nostro disgraziato paese è nfatti "troppo grande per essere salvato". Calcolando che non si è riusciti a salvare nemmeno la Grecia...
La scure di Standard and Poor's si abbatte sull'Italia. Mentre tutti gli occhi erano infatti puntati su Moody's - che giorni fa ha rinviato la sua decisione sul nostro paese - S&P ha deciso a sorpresa di tagliare il rating sulla capacità dello Stato di far fronte all'elevatissimo debito pubblico. Motivo: una crescita economica sempre più debole e una situazione di incertezza politica che ostacola la ripresa. Incertezza che - secondo gli analisti di S&P - rende molto difficile raggiungere gli obiettivi fissati nel programma di austerity. In particolare il rating di lungo termine viene abbassato da A+ ad A, ma con outlook negativo. Ciò significa che in futuro il rating potrà ulteriormente essere tagliato. Anche perchè le previsioni per il debito sono decisamente peggiorate: il picco - spiegano gli analisti dell'agenzia - è atteso più in là nel tempo e raggiungerà un livello ancor più elevato del previsto.
Nel rapporto di Standard and Poor's non si usano mezzi termini: «La fragilità della coalizione di governo in Italia - si legge - limita la capacità di risposta dello Stato» nell'affrontare una crisi economica e finanziaria che sta colpendo il nostro Paese come altri dell'Eurozona. E i vari tentativi che hanno caratterizzato la messa a punto da parte del governo Berlusconi della manovra 'lacrime e sanguè da 60 miliardi di euro lasciano intravedere come non sarà per nulla facile attuare in maniera efficace il programma di consolidamento di bilancio. Anche perchè - evidenzia Standard and Poor's - le autorità italiane appaiono «riluttanti» nell'affrontare quelle che vengono considerate le «questioni chiave» della crisi economica italiana: dagli ostacoli strutturali che da sempre rallentano la crescita al basso tasso di partecipazione al lavoro, alla eccessiva rigidità sia del mercato del lavoro sia di quello dei servizi. Il dito viene puntato non solo sul governo e sulle lotte intestine alla coalizione di maggioranza, ma anche sulle divisioni all'interno del Parlamento «che - sottolinea S&P - continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne». Di qui l'outlook, con la possibilità di abbassare ulteriormente il rating dell'Italia nelle settimane a venire.
20 settembre 2011

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