mercoledì 24 luglio 2019

CONTE INDICA LA VIA PER IL TAV


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Il premier Conte nel giorno dell'audizione in merito ai fondi illeciti russi alla Lega,così per fare passare sotto traccia questo evento apre nettamente alla Tav con la classica affermazione che ha accomunato Pd,Lega e partiti minori di destra che il progetto ora è più costoso fermarlo che completarlo.
Un parere personale ha detto in base a come si è svegliato stamattina visti gli studi che hanno assicurato il contrario,ma in questa epoca storica(si parla di settimane e non di anni)conviene così ottenendo il plauso di quasi tutti a parte dei grillini che ancora si aggrappano alla lotta No Tav.
Ma non credo vi sia una strenua resistenza a ciò che purtroppo s'avrà da fare,e questo segnerà la parola fine del Movimento nato proprio con questa lotta e che con questa battaglia persa si scioglierà al sole,che poi l'elettorato si schieri da altre parti anche buone è possibile,ma quello spiegato sotto nei due articoli(Infoaut tav-un-funerale-a-5-stelle e contropiano si-tav-dice-conte-no-tav-risponde-di-maio )ormai è sempre più vero e vicino.

TAV: un funerale a 5 stelle.

L'opposizione al TAV del Movimento 5 Stelle si conclude con una ridicola scenetta, una di memoria grottesca, da prima repubblica.

Un balletto in cui il premier Conte fa la parte, a seconda dei punti di vista, del cattivo e Giggino si presenta come quello buono, ma è proprio evidente la presa in giro e nessuno gli dà più credito. Il copione adesso dovrebbe procedere con un voto in parlamento dal risultato scontato che servirebbe a lavarsi la coscienza di fronte agli attivisti, ma il movimento NO TAVil movimento NO TAV ha gia detto chiaramente che non si farà prendere per scemo con questa farsa. Il M5S si è suicidato molte volte da quando è al governo, ma questa volta è quella della pietra tombale. I profili facebook dei parlamentari grillini, il blog delle stelle esplodono della rabbia dei molti che avevano creduto che almeno un sussulto di dignità, un momento di alterità, di coerenza con i principi fondativi, sulla “madre di tutte le battaglie” ci sarebbe stato. A poco serve ricostruire la mutazione genetica che ha portato alla completa istituzionalizzazione i 5 stelle e ancora meno serve bearsi degli psicodrammi che si consumano e si consumeranno in chi finora aveva creduto che “almeno su questo”...

Una cosa è evidente a chiunque dopo questa resa, la compagine grillina in parlamento nonostante abbia la maggioranza relativa, non conta niente. Il 5 stelle non esiste più perché ormai il compito che assolve è quello del surrogato di bassa qualità dell'alleato leghista. Con questa conversione al SI ogni (immaginario) asse di contrapposizione ai poteri forti della “crescita” svanisce nella narrazione dei pentastellati e non si capisce dove sia a questo punto il confine che divide i grillini dagli altri. Di Maio forse pensa che la gente dimenticherà presto, che col passare del tempo questa battaglia territoriale passerà in secondo piano, ma non comprende e non comprenderà mai quanto la lotta NO TAV incarni da trent'anni un fronte, sì territoriale in senso geografico, ma generale nel senso dei contenuti che porta, di resistenza all'arroganza del potere e della devastazione ambientale. Il TAV non è semplicemente un treno, non è un fatto tecnico, ma di visione politica e scegliere dall'inizio di “tecnicizzare”, burocratizzare la questione è stato un grande errore. Non perchè i numeri non siano dalla nostra parte, ma piuttosto perchè se si estrae il NO TAV dalla sua opposizione al modello di sviluppo vigente, dalla sua critica radicale ai rapporti economici esistenti si perde tutta la sua potenza. Che i ministri grillini questo non l'avessero capito, o non volessero capirlo era chiaro. Non basta semplicemente aprire il parlamento come una scatoletta di tonno, l'unica azione conseguente al NO TAV e alle lotte contro le grandi opere e la devastazione ambientale è opporsi senza tregua al partito del PIL.

Dal nostro lato abbiamo assistito a molti funerali politici di forze istituzionali incoerenti che arrivate nella stanza dei bottoni hanno voltato le spalle al movimento NO TAV. Se questa è la progressiva fine della compagine pentastellata non lo è sicuramente dei movimenti che si oppongono alle grandi opere. Un altro compito ci attende nella fase che si delinea con un quadro istituzionale che vorrebbe disegnarsi funzionalmente come sovranisti contro europeisti, razzisti contro profughisti, ma che in realtà è portatore dello stesso sfruttamento, dello stesso impoverimento, della stessa devastazione e privatizzazione. Continuare a camminare con i NO TAV e con le altre lotte ambientali vuol dire oggi una battaglia ancora più dura e più profonda, ma ancora più generale nel contesto del cambiamento climatico. Vuol dire essere resistenza ancora una volta, resistenza al dilagare leghista nel punto in cui fa più male all'avversario: i territori, l'economia, la distribuzione delle risorse. Se una piccola valle in Piemonte per trent'anni con esercizio di coerenza è stata in grado far tremare industriali e governi un motivo ci sarà. Da questa ricchezza bisogna partire per costruire l'unica opposizione credibile in questo paese, senza scorciatoie istituzionali, senza ideologismi sterili, ma con la forza dei popoli in rivolta.

Abbiamo di fronte a noi nei prossimi giorni date importanti per segnare la differenza tra una ginnastica d'obbedienza e una pratica di coerenza, in alto i cuori, la lotta non si ferma.

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“Si Tav” dice Conte, “No Tav” risponde Di Maio. Il governo è bipolare.

di  S.C.   
Lo scenario politico e le posizioni nel governo si sono andati polarizzando intorno alla scelta sul Tav Torino-Lione contestato da anni da un fortissimo movimento popolare in Val di Susa e non solo.

Questa volta la dissonanza non è tra il premier Conte e il vicepremier Salvini, ma tra il primo e l’altro vicepremier Di Maio. 

“I fondi europei sono assicurati solo per la realizzazione del Tav e non potremmo farne un uso alternativo. Alla luce di questi nuovi finanziamenti comunitari non realizzare il Tav costerebbe molto più che completarlo e dico questo pensando all’interesse nazionale che è la stella polare che guida il governo. Questa è la posizione del governo, ferma restando la piena autonomia del Parlamento” ha affermato oggi il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

“La TAV si farà, come giusto e come sempre chiesto dalla Lega. Peccato per il tempo perso, adesso di corsa a sbloccare tutti gli altri cantieri fermi!” si è affrettato a chiosare l’altro vicepremier Matteo Salvini.

Di tenore ben diverso la replica di Di Maio “No alla Tav Torino-Lione” scrive il vicepremier e leader del Movimento Cinque Stelle sul suo profilo Facebook. “Questo è un no forte, convinto, deciso. Uno di quei NO che fanno bene – si legge nel post – Sappiamo di stare dalla parte giusta della storia. Qui lo sviluppo non c’entra un bel nulla, qui gli interessi sono altri”. “Ho ascoltato attentamente le parole del Presidente Conte, che rispetto – prosegue Di Maio nel post – Il Presidente è stato chiaro, ora è il Parlamento a doversi esprimere. Sarà il Parlamento, nella sua centralità e sovranità, che dovrà decidere se un progetto vecchio di circa 30 anni e che sarà pronto tra altri 15, risalente praticamente alla caduta del muro di Berlino, debba essere la priorità di questo Paese”.

Ma sulla vicenda prendono parola anche altri protagonisti fondamentali come il Movimento No Tav. “Il premier Conte dimostra di non conoscere la determinazione del movimento No Tav”. E’ la conclusione di un messaggio che sta circolando in rete in queste ore. 

Nel testo si legge fra l’altro che il presidente del Consiglio “sa che la Torino-Lyon non serve a nulla”, “sa che si creerà un problema di ordine pubblico”, “ha ben chiaro” che “perderà tanti voti e rispetto politico”, ma “non conosce la determinazione del movimento No Tav”. 

E a conferma che con questa opposizione popolare al Tav tutti dovranno fare i conti, il Movimento No Tav sottolinea che “Dimostreremo fin da subito la nostra vitalità, con il festival Alta Felicità che prenderà il via giovedì portando migliaia di Notav nella nostra Valle, e che porteremo tutti insieme a vedere il cantiere sabato pomeriggio! Fermarlo è possibile, fermarlo tocca a noi!”.

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