sabato 21 aprile 2018

CONCLAMATA L'UNIONE TRA STATO,POLITICA,MAFIA E FORZE DELL'ORDINE


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E' tutto vero,parafrasando un titolo storico di un quotidiano sportivo del 2006 ecco che non è più presunta la trattativa Stato-mafia ma è conclamata ufficialmente come un cancro che per decenni ha coinvolto politici,forze dell'ordine e criminalità organizzata sotto gli occhi di tutti ma per forza di ciò è stato più difficile ottenere una prima sentenza di una sfilza di condanne per i vertici delle categorie sovra citate.
Piccolo rinfresco di notizie con tre post di anni passati(madn il-travagliato-matrimonio-stato-mafia ,madn ci-voleva-ciancimino-jr? e madn il-referente-mafia-stato )per poter arrivare alla conclusione che le stragi mafiose degli anni novanta che hanno massacrato i giudici Falcone,Borsellino e familiari e scorte sono state ordite dalla collaborazione tra la politica di Forza Italia di Berlusconi con Dell'Utri referente con la mafia e la compiacenza dei vertici dei carabinieri che hanno insabbiato e depistato le indagini.
L'articolo di Contropiano(la-trattativa-stato-mafia )ha ragione a dire che questa è stata una sentenza storica e che siamo stati,e speriamo che non lo saremo mai più,governati da una cricca di criminali con le mani in pasta con mafiosi e forze del disordine,per alcuni non una novità e per altri che ora stanno muti nel migliore dei casi o urlano come bestie ferite reclamando un'innocenza a cui non crede più nessuno.
Già due giorni fa(prima-andreotti-ora-berlusconi )si era parlato di chi ha tessuto i fili della politica e dei rapporti con la mafia per troppi anni,e mentre Andreotti se n'è andato all'inferno solo con presunzioni di colpevolezza,almeno giudiziarie perché moralmente è stato colpevole fino al midollo:ora con Berlusconi ci vuole il coraggio di aprirgli le porte del carcere e buttare via la chiave.

La trattativa stato mafia.

di  Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo) 
La sentenza di condanna per la trattativa tra lo stato e la mafia stragista, è un fatto senza precedenti nella storia del nostro paese.

Siamo di fronte ad un un evento enorme, che rompe il muro che da decenni copre le complicità politiche e istituzionali con la criminalità e l’eversione. Dalla strage di Portella della Ginestra il 1 maggio del 1947, la mafia ha sempre sparso sangue per condizionare la politica e lo stato. E all’interno della politica e dello stato la mafia ha trovato collusioni, connivenze e coperture.

Gli ufficiali dei carabinieri condannati per la trattativa degli anni 90 fanno pensare a tanti altri depistaggi, deviazioni, giochi sporchi precedenti. E la condanna al fedelissimo di Berlusconi, Dell’Utri, segue la lunga lista nera dei politici di governo che sono stati parte e referenti sia del mondo mafioso, sia di quello dello stato deviato.

Anche le stragi fasciste, da quella di Piazza Fontana a Milano nel 1969 a quella di Piazza Loggia a Brescia, a quella della stazione di Bologna, hanno visto coperture ed infami imbrogli da parte di militari, servizi segreti, faccendieri in combutta tra loro. Il deep state, lo stato profondo italiano ha da decenni le mani sporche di sangue.
 La condanna esemplare di Palermo può quindi essere una occasione storica per la nostra democrazia: quella di fare pulizia in tutti gli anfratti del sistema di potere. Bisogna che Berlusconi venga cacciato dal sistema politico italiano.

Ma questa è una misura di igiene politica necessaria, ma non sufficiente. Occorre una operazione verità su tutta la storia della nostra Repubblica, perché un ufficiale dei carabinieri non tratta con la mafia se non ha un contesto e una continuità temporale che lo autorizzino. Non riduciamo questo evento al teatrino della politica di questi giorni. C’è ben altro da sapere, c’è ben altro da combattere e rovesciare.

Lo stato deviato, la mafia, il terrorismo stragista nascono assieme alla nostra Repubblica, con potenti coperture politiche nazionali ed internazionali, americane in primo luogo. È una lunga storia sporca, sporca come la trattativa con cui lo stato ha cercato di convincere la mafia a non mettere più bombe dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino. Adesso basta, dobbiamo, vogliamo sapere tutto.

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