venerdì 2 febbraio 2018

SOMMACAMPAGNA E' BRUCIATA,LA NOSTRA VENDETTA E' APPENA COMINCIATA

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Da sempre l'università La Sapienza di Roma è stata uno specchio delle lotte e degli scontri studenteschi che si sono allargati,o ne sono stati la cassa di risonanza,delle battaglie dei lavoratori ma anche e soprattutto delle opposte fazioni tra destra e sinistra,cominciando dalla battaglia di Valle Giulia del 1968.
Diversi anni dopo a febbraio i sorci del Fuan aggredirono studenti antagonisti vilmente,mentre erano in riunione per discutere della circolare Malfatti,ferendo un compagno alla testa:il giorno successivo,il 2 febbraio,ci fu una sollevazione collettiva degli studenti autonomi che formarono una fiumana umana che si diresse al Policlinico dove il giovane Guido Bellachioma era ricoverato,per poi dirigersi verso la sede fascista del Fronte della gioventù,bruciandola.
Quindi il corteo partì alla volta dell'università ma in Piazza Indipendenza una squadriglia di sbirri in borghese,una delle prime volte che il sanguinario Cossiga utilizzò questi assassini,cominciarono a sparare,e come risultato si ebbe il ferimento di un agente stesso e quello di due compagni romani,Paolo e Daddo.
Celebre la foto tenuta nascosta vent'anni per non aggravare la posizione dei ragazzi che erano già stati condannati,mentre nei giorni successivi il Pci,già in odore di compromesso storico,fece uno spregevole parallelismo tra gli antagonisti e i fascisti.
Il primo risultato di sdegno lo si ebbe sempre alla Sapienza con la famosa cacciata di Luciano Lama allora segretario Cgil avvenuta il 17 di febbraio da parte di tutti i movimenti antagonisti,dagli autonomi alle femministe;articolo di Infoaut(storia-di-classe ).

2 febbraio 1977: assalto alla sede MSI di Roma.


2 febbraio 1977.Mentre alla Camera viene approvata una risoluzione che impegna il ministro dell'istruzione Malfatti, preoccupato dal precipitare degli eventi all'università, a sospendere a tempo indeterminato la circolare sui piani di studio, migliaia di giovani si ritrovano alla Sapienza, dove il giorno prima un gruppo di fascisti aveva sparato e ferito gravemente due studenti. In 50.000 partono in corteo dirigendosi dapprima al Policlinico dove è ricoverato in gravi condizioni Guido Bellachioma e poi verso la sede del Fronte della Gioventù di via Sommacampagna che viene assaltata e data alle fiamme al coro di "Sommacampagna è bruciata, la nostra vendetta è appena cominciata". A quel punto, in migliaia si dirigono verso la facoltà di Magistero che è stata occupata, quando improvvisamente in piazza Indipendenza una 127 bianca irrompe in coda al corteo. Ne escono due agenti in borghese che iniziano a sparare raffiche di colpi d'arma da fuoco. Sono le squadre speciali di Kossiga alla loro prima apparizione. Si tratta di poliziotti in borghese con mansioni speciali per le manifestazioni. Altri spari giungono dai diversi punti della piazza e dal corteo. Rimangono gravemente feriti uno degli agenti in borghese e due studenti, Paolo Tommasini, di 24 anni e Leonardo (Daddo) Fortuna, di 22 anni.
Sono da subito chiare per gli studenti le responsabilità della polizia nella sparatoria. Nel pomeriggio si tiene all'università un'assemblea indetta dal Comitato di lotta che denuncia la trappola poliziesca di piazza Indipendenza e chiede l'abrogazione della circolare Malfatti. Intanto il Pci attraverso il suo giornale si schiera a difesa dell'operato delle forze dell'ordine e accusa gli studenti cosiddetti autonomi di essere sullo stesso piano dei fascisti. Questa presa di posizione del Partito comunista, totalmente proiettato verso il compromesso con la Dc, segnerà di fatto una spaccatura insanabile con il movimento che rivendicava invece la sua autonomia dalle organizzazioni partitiche. Per i fatti di piazza Indipendenza nessun poliziotto è stato mai processato. Paolo e Daddo furono condannati per tentato omicidio e si fecero lunghissimi anni di galera portandosi dietro le ferite di quel giorno. L'infernale macchina repressiva di Kossiga aveva appena iniziato a mietere le sue vittime.

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