mercoledì 10 gennaio 2018

GLI INCENDI MAFIOSI NEL NORD ITALIA

Risultati immagini per incendi dolosi  plastica pavia
Gli incendi dolosi divampati negli ultimi giorni nel pavese e nel savonese hanno creato a ragione l'allarme diossina e non solo,perché i materiali andati in fumo non erano solo plastica ma chissà cos'altro ci sarà stato in quegli ammassi di rifiuti stoccati.
Mentre a Corteolona(laprovinciapavese )si stanno cercando ancora il proprietario ed il gestore del magazzino andato distrutto,il che fa capire chi sta dietro a questo che è un altro business in mano alla mafia,a Bragno(genova.repubblica.it )a bruciare è stata una ditta specializzata nello smaltimento dei rifiuti.
In entrambe le situazioni molto allarme giustificato da parte dei sindaci dei paesi limitrofi che hanno chiuso scuole e consigliato la cittadinanza a tenersi chiusa in casa e a non consumare prodotti degli orti.
Le cause dolose degli incendi,anche se si sta ancora indagando,sono praticamente ovvie,soprattutto per quanto riguarda il pavese dove in un anno ben otto magazzini simili a quello andato in fiamme a Corteolona hanno subito lo stesso destino...ma come dissero menti intelligenti nel Nord Italia(Lombardia)la mafia non esiste(vedi:madn lombardi-e-la-lombardia ).


Violento incendio in un'azienda di riciclaggio rifiuti in Valbormida: origine dolosa.

Sul posto squadre di vigili dal fuoco anche da Savona e Genova. Scuole chiuse in diversi paesi, accertamenti dell'Arpal sulla eventuale tossicità dei fumi

di LUCIA MARCHIO'

Violento incendio in un'azienda di riciclaggio rifiuti in Valbormida: origine dolosa
L'incendio alla Rg Riciclaggi

Un violento incendio è divampato ieri sera poco dopo le 21 alla Fg Riciclaggi di Bragno, a Cairo Montenotte. Sono stati i vicini ad allertare i soccorsi perchè hanno visto sprigionarsi dagli impianti una nube di fumo e alzarsi alte fiamme. L'azienda è specializzata nel riciclaggio di rifiuti, opera dal 1996 su una superficie di 14.000 metri quadri sulla riva sinistra del fiume Bormida di Spigno. Le fiamme sono partire da un deposito di rifiuti ed una densa di nubi si è alzata dal deposito in fiamme,  ma l'incendio non ha raggiunto il magazzino dove sono stoccati i pneumatici. Secondo i vigili del fuoco, comunque, il rogo sarebbe di origine dolosa. Le indagini sulle cause del rogo sono state avviate dai vigili del fuoco e dai carabinieri: fra le ipotesi al vaglio, quella di un gesto intenzionale, anche perché l'incendio è divampato in un giorno di pioggia. I responsabili della ditta Fg hanno assicurato che nell'area dell'incendio vengono stoccati materiali di carta, di plastica e di legno, ma non sostanze o materiali pericolose ed inquinanti. Nella nottata l'incendio è stato circoscritto, ma le fiamme hanno continuato a divampare a lungo.

Sono sul posto diverse squadre di vigili del fuoco di Cairo, Savona, Genova e Villanova d'Albenga, con le autobotti. Il sindaco di Cairo Paolo Lambertini ha allertato anche l'Arpal perchè la nube che si è sprigionata dall'incendio si è estesa verso Carcare, Ferrania e Savona. Per il momento non è chiaro se si è anche in presenza di un rischio tossico, perchè deve essere accertata la natura dei materiali che stanno bruciando. Si sa che l'incendio ha interessato sicuramente i depositi di carta e legname, ma non quelli dei pneumatici.

I sindaci dei Comuni della zona dove è in corso il violento incendio hanno invitato ad adottare una serie di precauzioni in via cautelativa. Le scuole restano chiuse a Cosseria, Bragno, Ferrania, Cairo Montenotte, Carcare e San Giuseppe di Cairo. Hanno poi raccomandato di evitare di esporre i bambini a fumi e polveri che potrebbero rivelarsi nocivi, anche se al momento non si ha alcuna certezza sulla loro potenziale tossicità, sulla quale si attende il responso dell' Arpal.

I vigili del fuoco questa mattina sono ancora al lavoro e stanno procedendo allo smassamento dei materiali bruciati e ad allontanare tutti i materiali infiammabili dal luogo del rogo. I tecnici Arpal sono al lavoro per valutare l'impatto ambientale, al momento non sono ancora noti i risultati. I sindaci di tutti i Comuni del comprensorio hanno diramato avvisi di non avvicinarsi alla zona e di evitare l'esposizione ai fumi. L'impianto era già stato danneggiato da un rogo nell'ottobre 2015 avvenuto all'esterno di un capannone.

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Corteolona.

Maxi rogo: la Procura indaga per incendio doloso

Corteolona, l’ipotesi: capannone bruciato per nascondere un traffico illecito di rifiuti. I carabinieri cercano proprietario e gestore del magazzino
di Fabrizio Merli e Giovanni Scarpa 

CORTEOLONA. Alla procura della Repubblica di Pavia c’è un fascicolo aperto per il maxi rogo di Corteolona. L’ipotesi sulla quale, per il momento, l’autorità giudiziaria sta lavorando è quella di incendio doloso. L’inchiesta è stata affidata al sostituto procuratore della Repubblica, Roberto Valli che, come è normale, non si sbilancia nel rispetto del segreto delle indagini preliminari. L’indagine, per il momento nei confronti di persone ignote, è alle prime battute e gli stessi investigatori stanno mettendo in fila gli elementi raccolti per costruire solide fondamenta all’inchiesta

Corteolona, spento l'incendio partono le indagini
L'incendio a Corteolona è stato spento. Ora tocca alle indagini fare chiarezza su quanto è successo. I carabinieri del comando provinciale di Pavia stanno effettuando gli accertamenti sia sulla proprietà sia quelli tecnici che fanno capo ai vigili del fuoco al termine dei quali l'autorità giudiziaria deciderà con quale ipotesi aprire il fascicolo e a chi delegare le indagini. I vigili del fuoco stanno proseguendo nelle operazioni cosiddette di smassamento.

Incendio a Corteolona, solidarietà al giornalista della "Provincia Pavese" indagato per favoreggiamento
Il cronista interrogato in Procura dalla polizia giudiziaria per aver chiesto informazioni a un sottufficiale dei carabinieri sull’installazione di una telecamera di sorveglianza posizionata nei pressi del capannone

Che l’incendio fosse di origine dolosa lo si era capito praticamente da subito. All’interno del capannone nel quale erano abusivamente collocati i rifiuti, infatti, non aveva alcun impianto elettrico. E l’andirivieni di mezzi notato da chi vive in questa zona nelle settimane precedenti fa propendere per un incendio appiccato da chi, probabilmente, aveva interesse a cancellare le tracce di un “giro” poco chiaro. Ma si tratta, per il momento, di ipotesi che verranno seguite e approfondite dagli investigatori, cioè i carabinieri.

Le indagini del carabinieri.I militari, in stretto contatto con la procura, si stanno muovendo con il gruppo carabinieri forestali (specializzati in tematiche ambientali) e con la compagnia di Stradella, competente per territorio. Attualmente, fanno sapere dal comando provinciale, non ci sono ancora indagati. Il capannone è gestito da una società di compravendita immobiliare di Milano: ma non è stato ancora stabilito se la società milanese si occupa solo di cercare un acquirente, se in aggiunta gestisce a tutti gli effetti l’immobile e se l’edificio appartiene alla stessa immobiliare o ad altri soggetti. Si è affacciata l’ipotesi che fosse in subaffitto, ma il particolare non è stato ancora verificato.

Pavia, 8 roghi in 1 anno.
Dall'esplosione alla raffineria Eni di Sannazzaro nel dicembre 2016 all'incendio all'impianto di smaltimento rifiuti a Mortara del 6 settembre 2017, fino al rogo nel capannone abbandonato di Corteolona del 3 gennaio 2018, si contano 8 roghi nel pavese

Non esistono purtroppo immagini riprese da telecamere di sicurezza nella zona dell’incendio, in grado di documentare i movimenti di camion carichi di rifiuti destinati ad essere stoccati nel capannone. I carabinieri proseguono le analisi delle immagini riprese dalle telecamere stradali della zona, ma finora non ci sono riscontri.

Incendio a Corteolona, il capannone era una discarica abusiva
Spente le fiamme che hanno creato un'emergenza per la paura-diossina. Aperto un fascicolo contro ignoti per incendio doloso. Il prefetto: "Un sito di stoccaggio non noto". Coldiretti: "Rimborsare i danni alle aziende". Alcuni residenti hanno spiegato di aver visto, negli ultimi mesi, camion entrare e uscire scaricando materiale. Il prefetto: "Andate subito da un medico se avvertite infiammazioni alle vie aeree"

La telecamera. Una telecamera puntata sul capannone sospetto però c’era. E non una qualsiasi. A mettere il dispositivo di registrazione erano stati proprio i carabinieri della Forestale. Su preciso ordine della procura di Pavia. Segno evidente che forze dell’ordine e magistratura stavano indagando sul movimento di camion, bilici, ruspe che entravano ed uscivano dal cortile. La telecamera era stata installata su uno dei capannoni adiacenti circa due mesi fa.La telecamera è del modello di ultima generazione, idonea a trasmettere immagini nitide e ad alta definizione sia di giorno, sia di notte. Una postazione che, di fatto, ha potuto riprendere momento per momento camion in entrata ed uscita dal capannone dato poi alle fiamme. Da lì in poi, tutto quello che è successo il via vai di persone, mezzi e materiale in entrata ed uscita dal magazzino è stata quindi filmata. Anche se, sostengono artigiani e abitanti della zona, non c’era bisogno di un tale accorgimento tecnico per vedere cosa succedeva.

Incendio a Corteolona, i sindaci: "Prudenza, non si sa cosa brucia"
Le fiamme si sono sviluppate all’interno di un capannone industriale abbandonato di circa 2mila metri quadri in cemento all’interno del quale erano stoccati da chissà quanto tempo materiali vari, tra cui scarti di materiale plastico. Alcuni residenti hanno però spiegato di aver visto, negli ultimi mesi, camion entrare e uscire scaricando materiale. Mercoledì sera i sindaci del territorio, in prima linea il primo cittadino di Corteolona e Genzone Angelo Della Valle e il sindaco di Inverno e Monteleone Enrico Vignati hanno raccomandato di non uscire di casa se non strettamente necessario, di non sostare all’aperto e non aprire le finestre in attesa di capire che cosa stia bruciando.

I movimenti sospetti. «Movimenti clandestini o notturni? Ma quando mai – racconta uno dei titolari delle attività proprio di via Don Bosco –. Qui facevano tutto alla luce del sole. Anche di giorno. Anzi soprattutto». Secondo alcune testimonianze, persino una ruspa, ancora parcheggiata nel cortile l’altro giorno, sarebbe stata spostata. Qualche ora dopo, le fiamme che hanno avvolto il magazzino. Secondo la ricostruzione di chi abita a poche centinaia di metri dal capannone dato alle fiamme, poco prima di luglio il cancello non era neppure chiuso. «Entravano e uscivano anche con le ruspe – ricordano –. Per non parlare dei bilici e i Tir. A volta bloccavano addirittura la strada, per poter entrare nel piazzale». Il catenaccio sarebbe stato messo dopo l’arrivo dei primi carichi.

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