domenica 4 ottobre 2015

LA CONSAPEVOLEZZA DI BOMBARDARE UN OSPEDALE

Non si conosce ancora il numero esatto delle vittime provocate da un bombardamento di un ospedale a Kunduz in Afghanistan eseguito dalle truppe statunitensi per contrastare i guerriglieri Daesh ma il fatto certo è che non sia stato un errore ma un fatto calcolato visto che il proseguirsi dell'attacco è durato per mezz'ora ininterrottamente.
E quel che è peggio è che le dichiarazioni dei portatori di morte Usa parlano esplicitamente di danni collaterali come per dire che coscienziosamente hanno distrutto l'ospedale di Medici Senza Frontiere con la consapevolezza loro che all'interno si stessero curando dei feriti delle milizie Isis.
Ciò aggrava lo sdegno e la gravità di questo atto che definire crimine di guerra lo riterrei appropriato,all'indomani delle polemiche scaturite dai bombardamenti russi in Siria che hanno colpito oltre ai terroristi Isis anche i ribelli anti Assad con reazioni dure da parte dei militari Usa(vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/2015/10/francia-si-russia-no.html ).
Le così dette bombe intelligenti che da almeno un paio di decenni hanno provocato migliaia di vittime innocenti(a caso vedi:http://mascheraaztecaeildottornebbia.blogspot.it/search?q=bombe+intelligenti )continueranno a mietere morte avallate da Onu e Nato,con una colpa che non dev'essere addebitata solo interamente agli Stati Uniti ma divisa tra tutte le nazioni che foraggiano ed incitano le operazioni di distruzione come anche l'Italia,e per la maggior parte conflitti provocati direttamente e non dagli stessi paesi.
L'articolo di Contropiano qui sotto(http://contropiano.org/internazionale/item/33214-danni-collaterali-afghani-bersaglio-sanitario )va oltre all'ennesimo stillicidio di vittime che passano dal neonato all'anziano fino agli stessi volontari di Msf,imbastendo un ragionamento di ripicca e vendetta proprio contro l'organizzazione che tenta di salvare in tutto il mondo in paesi dove la guerra e la povertà in generale impediscono cure anche minime alla popolazione,proprio tutte le persone comprese i terroristi che a detta delle stesse forze Isis non erano presenti nell'ospedale di Kunduz.

Danni collaterali afghani: bersaglio sanitario.

Continuano a chiamarli “danni collaterali” e continuano a farne a centinaia e migliaia. Ma quei danni hanno nomi come Mohammed, Ali, Noor, Pari. Uomini e donne, ragazzi e ragazze. Bambini. Dai settant’anni (chi li supera fra gli afghani rappresenta un’eccezione) a chi di anni ne ha appena uno o pochi mesi. Muoiono sotto le bombe, ma per i generali del North Atlantic Treaty Organisation, i liberatori, i poliziotti del mondo “l’inciampo” come quello che fa bombardare dai propri caccia un ospedale di Medecins sans frontières a Kunduz, nell’area settentrionale d’un Paese soggetto da quattordici anni alle proprie attenzioni, è un’inezia. Cosa sono nove morti, fra i civili, anzi fra civili già feriti e lì ricoverati, di fronte a una missione di sicurezza geopolitica? I media devono tralasciare certe notizie, quelli amici o embedded non le considerano importanti. Infatti negli ultimi tre anni, seguendo la linea del presidente Obama hanno parlato esclusivamente di exit strategy e di riduzione del numero dei militari. Non si cita affatto alcuna riduzione di simili “danni collaterali”, cioè dell’uccisione di gente comune, che seguita a sopravvivere e morire sotto le bombe delle fazioni in lotta. Come e più di trent’anni or sono.
Le tragiche cronache locali da giorni riferiscono della prova di forza talebana sull’importante snodo viario del nord Afghanistan, delle difficoltà di risposta dell’esercito di Ghani, dell’indispensabile intervento di terra e aria dei militari Nato per riprendersi qualche centinaio di metri quadrati in centro città e non dare la sensazione di diffusa impotenza. Della propaganda forzosa con cui Tolo tv e altre fonti divulgavano note non veritiere sulcompleto controllo della città da parte dell’Afghan National Army, mentre i talebani tengono tuttora sotto tiro zone periferiche di Kunduz, due dei tre accessi da cui erano entrati in città lunedì scorso e impediscono l’utilizzo dell’aeroporto. Si son viste anche immagini di guerriglieri alla guida di ambulanze, probabilmente per il trasporto di propri feriti. Perciò la mezz’ora di ferro, fuoco ed esplosivo - sì, trenta minuti trenta - con cui la Nato ha colpito e devastato l’ospedale in questione potrebbe rappresentare una punizione verso quei medici che ovviamente soccorrono ogni vittima di conflitti a fuoco, talebani compresi. E’ già successo a MSF, com’è accaduto a Emergency e Gino Strada ha pubblicamente rivendicato quella pratica.
Cosa scontatissima per un dottore, ma per questo genere di conflitti non conseguenziale. E la cosa fa onore a Strada, al suo staff, a quello dei Medici senza Frontiere o di altre strutture sanitarie che strappano alla morte feriti di guerra. Ripetiamo: si tratta di un’ipotesi, che andrebbe indagata. Però nessuno dei generali dell’occupazione che ora si chiama Resolute Support ammetterà mai un simile piano. E nessuno potrà investigare, soprattutto le istituzioni afghane (governo e magistratura) tenute a guinzaglio dai protettori d’Oltreoceano responsabili di questa perpetua, oppressiva, presenza. Noi che ne scriviamo abbiamo – un po’ come il Pasolini sullo stragismo italiano - il sospetto; ci mancano le prove. Seppure prove fondate di cinismo e disumanità - altro che missioni di pace - sono state le operazioni Enduring freedom e Isaf che di vittime, solo civili, ne hanno prodotte a decine di migliaia. E si preparano a riaprire il buco nero della morte dal cielo, visto che il controllo del territorio che la Nato sta facendo coi suoi uomini prevede esclusivamente avieri o i piloti di terra, orientatori di droni. E’ l’ennesimo sporco intervento già corso, cui partecipano anche reparti italiani, ma non se ne parla.

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