venerdì 14 agosto 2015

IL PRESIDENTE DEL CDA DELLA RAI E IL CLUB BILDERBERG

La nomina del nuovo Cda della Rai e del conseguente Presidente Monica Maggioni avevano tenuto banco nei giorni scorsi vista l'importanza politica che riveste il ruolo della televisione di Stato nello scacchiere politico del governo,dove si sono accontentati tutti compresi gli incontentabili grillini e dove la legge Gasparri è stata seguita ancora alla lettera.
L'articolo preso da Senza Soste parla del nuovo presidente e della sua presenza alla riunione dei club Bilderberg dell'anno scorso a Copenaghen,evento che cambia la sede annualmente e che mette a confronto a porte chiuse politici,economisti e giornalisti.
In due parole il gruppo Bilderberg è una specie di loggia massonica a livello globale dove chi vi partecipa può contribuire a mettere dei paletti che indirizzeranno le scelte più importanti in tutto il mondo,decise da capi di Stato,Ministri del settore economico,i vertici dei maggiori gruppi finanziari e industriali;quello che accade durante questi meeting che durano un weekend rimane top secret in quanto i media e la stampa non sono invitati a parteciparvi.
Insomma un gruppo elitario cui saltuariamente sono invitati i più importanti giornalisti mondiali,e per l'Italia nel passato recente vi hanno partecipato la Gruber e De Bortoli,e la presenza della Maggioni lo scorso anno e la sua nomina a Presidente sono dirette conseguenze a questa partecipazione,con un governo che ha indirizzato tale scelta.
 
Le mani del Gruppo Bilderberg sulla Rai. Nominata la Maggioni.
Sergio Cararo - tratto da http://contropiano.org
 
Già da due giorni si era capito che la nomina del nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione della Rai sarebbe stato la "carta da spariglio" che Renzi si sarebbe giocato. Mentre tutti si accanivano sulla nomina di un outsider competente come Freccero o di illustri ma sconosciuti portaborse dentro il nuovo Cda, il Presidente del Consiglio aveva la sua carta in mano da giocare. Questa carta si chiama Monica Maggioni, la ex corrispondente internazionale della Rai che in questi anni aveva “normalizzato” quella che era stata l’isola felice di Rainews24, allineandola sempre più all’informazione embedded imposta dai poteri forti. Una funzione a questo punto realizzata e suggerita da uno dei centri di potere più forti: il gruppo Bildeberg.
La Maggioni ha partecipato agli incontri di questa organizzazione riservatissima dei potenti del mondo e lo aveva fatto facendosi legittimare proprio dalla Rai di cui si apprestava a diventare presidente. La Rai, sollecitata da un’interrogazione del presidente della Commissione Vigilanza Roberto Fico (M5S) in merito alla partecipazione della Maggioni alla riunione del Bildeberg del 29 maggio scorso, si era sentito rispondere: “Si conferma che la Dottoressa Monica Maggioni ha partecipato a Copenaghen al meeting annuale di Bilderberg nel periodo compreso tra il 29 maggio e il 1° giugno. La Rai - ancorché la partecipazione citata sia avvenuta a titolo personale - ritiene assolutamente legittimo che, nell’ambito della propria attività professionale, un suo dipendente possa partecipare se invitato, a prendere parte ad eventi organizzati da un think tank di tale rilevanza internazionale e che tale partecipazione costituisca elemento di prestigio per l’azienda stessa”.
Per onestà occorre sottolineare come la Maggioni non sia affatto l’unica giornalista di comando a partecipare alle riservate riunione del Bildeberg. Negli anni passati negli hotel di lusso che ospitavano gli incontri si potevano incontrare Lilli Gruber, Gianni Riotta, Ugo Stille, Arrigo Levi, Ferruccio de Bortoli, Lucio Caracciolo. Soprattutto quelli del Corriere della Sera, erano di casa.
Sulla funzione del Bilderberg come “facilitatore” nel controllo dei punti strategici del comando, è interessante il meccanismo descritto nel libro di Domenico Moro (“Club Bildeberg”), ossia quello delle “porte girevoli”, per cui un ministro (o, nel caso degli USA, un segretario di Stato) si ritrova poi al vertice di una multinazionale, o magari ne aveva fatto parte prima, mentre grandi manager pubblici come Romano Prodi dopo aver portato avanti massicce privatizzazioni si ritrovano presidenti del Consiglio o ai vertici dell’Unione europea; o ancora uomini come Mario Draghi, che passano da presidente del Comitato economico e finanziario del Consiglio della UE a direttore generale del Ministero del Tesoro italiano, per poi diventare vicepresidente della Goldman-Sachs, dopo di che governatore della Banca d’Italia e infine presidente della Banca centrale europea.  
Insomma una vera e propria oligarchia esclusiva che occupa sistematicamente tutti i posti rilevanti nell’economia, nella politica, nell’informazione e nella diplomazia internazionale. Gente che quando si incontra in località esclusive e in riunioni riservate di certo non discute certo della fame nel mondo o del giro d'Italia di ciclismo.
Con un Presidente del Consiglio in odore di grembiulini come Renzi (e come aveva scritto l’ex direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, immediatamente messo alla porta), la nomina di una partecipante al Gruppo Bildeberg a presidente del Consiglio di Amministrazione della Rai è tutt’altro che una sorpresa, è una conferma.
6 agosto 2015

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