Ora, finita l’estasi,
il cervello che respira e la brezza spinge la seta,
mi ricordo dei giorni passati col deserto attorno.
La luce apre le porte
dove chi bussa è ben accetto
e non viene respinto perché difettoso.
Ora,fantasma un pensiero si squaglia nella neve,
più scuro semmai di come non fosse mai stato prima.
Libero degli stordimenti nati da provocazioni,
eletto da un privilegio concesso a chi rimane in silenzio.
Nessun suono,nessuna infamia
disturba il massiccio svenire
dei miei occhi assonnati.
Ora,lontano dalle prediche e dalle imposizioni,
lascio il mio respiro cedere un tenue alone
lungo il vetro dei miei turbamenti.
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