lunedì 17 maggio 2021

SUL CALO DELLE NASCITE IN ITALIA

Negli scorsi giorni l'Istat ha diffuso i dati sulle nascite in Italia durante gli Stati Generali delle Natalità a Roma con la presenza del Papa Francesco e del premier Draghi tra gli altri,tutti preoccupati per un calo che prosegue da ormai anni,fondamentalmente l'uno perché non riuscirà ad avere altre persone timorate di dio e l'altro perché nessuno lavorerà per pagare le pensioni negli anni a venire.
In un periodo dove la sovrappopolazione è un problema primario tra tutti quelli che l'umanità deve affrontare se non il principale,questa notizia è un bene ed anzi dovrebbe essere così pure nel resto del mondo sempre più in sofferenza per i troppi abitanti e le sempre meno risorse disponibili.
Nell'articolo(agi allarme-natalita )i dati riferiti al 2020 che sono peggiorati per loro rispetto agli anni precedenti anche per la pandemia,con una popolazione sempre più vecchia e ripeto la preoccupazione più seria per lo Stato è quella di come pagare le pensioni mentre per la chiesa è quella di non avere fedeli da schiavizzare.
I vari bonus,gli incentivi e gli aiuti creati nel corso dell'ultimo decennio e quelli in serbo per i mesi a venire sono di dubbio valore,in un periodo dove chi può avere figli,anche tanti nessuno vieta loro di averne,deve avere comunque un bel reddito,sono troppe le famiglie che hanno tanti figli e che poi non ce la fanno a mantenerli.
E non bisogna fare tanto i moralisti o i benpensanti,chiunque di noi sia in ambito lavorativo o in quello sociale della vita di tutti i giorni vede con i propri occhi o è a conoscenza di famiglie che figliano come conigli e che poi vivono in miseria,con un costo economico sociale enorme e con una tristezza umana che non si può quantificare.
E ciò deve essere allargato in tutto il mondo ed in maniera ancor più decisa e in tempi rapidi nei paesi poveri e sottosviluppati dove non si hanno le infrastrutture e le conoscenze e le capacità industriali ed agricole,oltre che ovviamente i soldi per poter soddisfare i bisogni primari.
Qui non si parla di qualità della vità,qui si parla di morte per inedia e atroci sofferenze,incentivate ancora oggi da una chiesa(ben inteso tutte le religioni)che esalta la famiglia numerosa e la procreazione col solo risultato di creare disperazione e decessi.
Siamo in troppi al mondo e chiunque voglia intraprendere delle politiche serie in materia,deve togliersi l'abito del buonismo ed agire con scelte anche estreme come sterilizzazioni visto che le campagne sul controllo delle nascite non hanno portato a nessun risultato da quando sono state create,perché è in gioco la salute ambientale,sociale e la democrazia in tutto il pianeta.

Nel 2020 in Italia ci sono stati 400 mila nati in meno.

E quest'anno caleranno ancora. Il presidente dell'Istat Blangiardo agli Stati Generali della Natalità ha spiegato che senza interventi si arriverà a 350 mila nati nel 2050 con conseguenze per il sistema pensionistico e della sanità.

AGI - Il calo della natalità in Italia è un fenomeno che va avanti dal secondo dopoguerra e che è arrivato nel 2020 a registrare 404 mila nati con una stima per il 2021 che diminuisce ancora fino alle 384 mila unità.

L’analisi è stata illustrata dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel corso degli Stati Generali della Natalità che si sono svolti a Roma alla presenza di Papa Francesco e del presidente del Consiglio Mario Draghi.

Per il presidente dell’Istat senza adeguati interventi capaci di contrastarne le cause, il costante calo della natalità è destinato a persistere anche quando si saranno esauriti gli effetti negativi della pandemia.

Lo scenario inquietante per il nostro Paese ipotizza “attorno alla metà del secolo la possibilità di scendere anche sotto i 350.000 nati annui”. Prospettiva che creerebbe seri conseguenze sul piano pensionistico e sulla possibilità di garantire un efficiente sistema sanitario per tutta la popolazione.

“Nel 2021 il confine dei 400mila nati raggiunto nel 2020 è destinato a essere superato al ribasso - ha spiegato Blangiardo - per il domani ci sono tre possibilità: una ottimistica, una intermedia e l'altra pessimistica. Noi ci stiamo incamminando nel percorso più pessimistico che prevede 350mila nati in un paese di 60 milioni di abitanti".

"Dal 2014 al 2019 l'Italia ha perso 705mila residenti, prima dell'effetto Covid, poi nel 2020 la riduzione della popolazione è stata di quasi 400mila unità, l'equivalente di una città come Firenze – ha aggiunto il presidente dell’Istat - in queste condizioni il sistema degli equilibri nel sistema previdenziale è estremamente delicato.

Ci sono 5.620 comuni che hanno perso popolazione, su circa 7.500 comuni italiani, ovvero più della metà – ha sottolineato - e meno popolazione vuol dire meno consumi e meno Pil, vuol dire spopolamento. In 4.572 comuni, più della metà, ci sono più bisnonni che pronipoti".

Altra causa della natalità per il presidente Blangiardo è legata al calo dei matrimoni in Italia: "Nel 2020 i matrimoni si sono dimezzati, un fatto negativo se pensiamo che le nascite in Italia avvengono per 2/3 nei matrimoni", ha precisato. In base ai dati Istat nel 2018 i matrimoni in Italia sono stati 184.088, mentre nel 2020 sono scesi a 96.687. 

"L'obiettivo di raggiungere 500mila nati non è solo un sogno ma una realtà possibile – ha detto Blangiardo - avere mezzo milione di nati in più vuol dire inserire iniezione di futuro".

"Per raggiungere questo risultato occorrerebbe accrescere il numero medio dei figli per donna di 0,6 unità in 10 anni - ha aggiunto - recuperando entro il 2022-metà 2023 il crollo dei matrimoni che si è registrato nel corso del 2020. E agendo sull'intensità e sui tempi per compensare l'effetto riduttivo (-11%) derivante dai cambiamenti nella struttura per età della popolazione in età feconda".

"Si arriverebbe a un aumento di 130mila nati in dieci anni - ha evidenziato Blangiardo - raggiungendo circa 517mila nati in più nel complesso del decennio".

"Occorre un percorso con una triangolazione tra gli attori, costituito dalle famiglie, il privato, il sociale e le imprese - ha rilevato il presidente dell'Istat - con le idee e i progetti, le risorse, le norme e la cultura. Facciamo crescere la cultura e diamo il giusto valore ai bambini.

Dobbiamo capire che non sono un disturbo ma il nostro futuro, coloro che ci garantiscono la continuità. L'obiettivo delle 500mila nascite non è impossibile ed è un risultato estremamente importante, avere mezzo milione di nati in più vuol dire inserire iniezione di futuro". 

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