Le nuove minacce al diritto di manifestare e protestare contro il governo farsa gialloneroverde contenute nel decreto sicurezza bis che probabilmente entro fine settimana sarà discusso nel Consiglio dei ministri,non fermano la voglia scendere in strada degli antifascisti e di tutti coloro che vedono in Salvini & co. un cancro per il paese.
A Firenze e Bologna nel giro di poche ore so sono avuti cortei di protesta contro il ministro di tutto e contro Fogna Uova,prontamente difesi da polizia in assetto antisommossa che hanno caricato e picchiato alcuni manifestanti.
Nei due articoli di Infoaut(a-firenze-in-5000-assediano-il-comizio-leghista e bologna-antifascista-in-migliaia-in-piazza )la cronaca delle manifestazioni nelle due città in un clima sempre più arroventato e che sicuramente vedrà nei prossimi mesi un aumento di questo tipo di proteste nonostante nuove regole dittatoriali sui cortei vedranno la luce nel futuro immediato.
Arriva Salvini: scontri a Firenze. In 5000 assediano il comizio leghista.
La città si è sollevata contro il comizio leghista. La polizia carica ripetutamente, ma la piazza resiste e reagisce. Migliaia di giovani protagonisti di una giornata memorabile di conflitto e di riscatto.
Alle 20.30 Piazza della Repubblica è già affollata. Passano cinque minuti dall'inizio del concentramento anti-leghista e su via strozzi parte già il primo scontro. La polizia manganella ma non riesce ad avanzare. Col passare dei minuti la gente aumenta. La piazza alle 21 è piena e preme tutta sullo sbarramento della polizia. Sono almeno 5000 le persone che hanno risposto all'appello a respingere Salvini e la sua indecente campagna elettorale fatta sulla pelle dei migranti. Dall'altra parte sono meno di cento i leghisti venuti ad ascoltare il loro “capitano”, che parla sedici minuti e poi sparisce.
“Dopo il Matteo di Rignano, cacciamo il Matteo Padano” recita lo striscione che fronteggia la polizia. Il PD aveva provato a cavalcare l'onda lunga delle contestazioni, dei fischi e delle lenzuola ai balconi di questi giorni, ma piazza della Repubblica non è la sua piazza. Arrivata la sera si dissoceranno dai loro account social, prima di essere riempiti di insulti anche da molti loro elettori.
Alla fine della giornata saranno otto le cariche della polizia per impedire al fiume in piena antileghista di travolgere la tristissima adunata di piazza Strozzi. Cariche violente a cui centinaia di giovani hanno resistito senza fare un passo indietro. Sono soprattutto i più giovani, a centinaia, ad animare le prime file con coraggio e combattività. Le immagini ricordano quelle del 2016, quando migliaia di persone affrontavano cariche e lacrimogeni per rompere il divieto a manifestare durante la Leopolda dell'altro Matteo. Fu l'ultimo atto di prepotenza di Renzi, prima di essere travolto dal voto referendario.
Si è già parlato in questi giorni di un Salvini innervosito e spaventato per quella che sembra essere la fine della sua parabola ascendente di consenso. Si fa largo la percezione di un governo che sui temi sociali merita di essere ribattezzato “del cambiaNiente”, come recitano molti dei cartelli in piazza: mentre si fomenta la guerra ai migranti e si attaccano i diritti delle donne, nessuna risposta è stata data ai problemi sociali di questo paese. La recente protesta dei terremotati sotto i palazzi di Roma è l'emblema della distanza tra propaganda e promesse e la cruda realtà del paese, fatta di sofferenze e bisogni inascoltati. I migranti muoiono in mare, e i terremotati restano senza case. Le scuole continuano a crollare. Le banche continuano ad essere salvate con i soldi dei cittadini. E il reddito di cittadinanza si è ridotto ad un'elemosina. Cosa resta? “Razzismo e cazzate”, dicono altri cartelli.
E così la piazza antileghista di Firenze è la più bella fotografia di un paese reale che porta con sé una forte domanda di cambiamento ancora tutta inevasa. E che riscopre la piazza come luogo dove tornare a contare e prendere parola in un dibattito politico schiacciato tra il più becero sovranismo leghista e l'irriducibile neoliberismo del Partito Democratico. Piazza della Repubblica – giovane, meticcia e combattiva - parla un altra lingua e spinge per farsi spazio in questo pantano.
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Bologna Antifascista, in migliaia in piazza contro Fiore e gli stragisti del 2 agosto 1980.
Migliaia di persone hanno raccolto nella giornata di ieri l'invito a scendere in piazza contro il comizio dello stragista nero Roberto Fiore.
La passerella elettorale dell'ex Nar in una città che ha vissuto eventi come l'infame strage del 2 Agosto non poteva passare sotto silenzio. Se già l'anno scorso, in occasione delle politiche, la Bologna antifa aveva reagito con forza alla presenza di Fiore, anche questa volta ha risposto sul livello necessario.
Sin dalla mattina studenti e studentesse dell'università hanno iniziato a portare per le vie della città le ragioni della mobilitazione antifascista. Al concentramento delle ore 17, promosso da tutti i centri sociali bolognesi, e nonostante la pioggia battente, si sono poi radunate migliaia di persone nella centralissima piazza Maggiore.
La determinazione della piazza nell'impedire a Fiore di parlare ha portato agli scontri con le forze dell'ordine. Queste, anche attraverso l'utilizzo di grate, mezzi idranti e lacrimogeni si sono schierate a difesa del neofascista, che parlava di fronte a 30 suoi sodali. Le cariche contro chi portava cartelli che ricordavano la strage del 1980 hanno portato al ferimento di diverse persone.
Una compagna è stata fermata su via dell'Archiginnasio, per poi essere liberata dopo circa un'oretta. Durante la quale il corteo si è mosso in corteo selvaggio per la città. Il corteo si è poi ripreso piazza Galvani, dove è terminato facendo il punto sulla giornata e rilanciando la pratica di un antifascismo militante e radicale.
Dopo le giornate di Napoli, Roma e Firenze, quella di ieri a Bologna segna un ulteriore e importante momento di antifascismo militante. Che siano piazze contro Forza Nuova, contro Casapound o contro il protettore delle ultradestre italiane e internazionali attualmente al Viminale Matteo Salvini, si esprime nelle piazze una composizione sociale, molto giovane, animata dall'antifascismo radicale.
Lo stesso teatrino istituzionale da parte della giunta comunale, che si è limitata a non concedere palco e amplificazione a FN sulla base di una "mancata dichiarazione di antifascismo" (strano!), è stato scavalcato di gran lunga da una piazza in grado di capire cosa è antifascismo di facciata e quale invece radicale. Un buon segno.
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