mercoledì 8 maggio 2019

FASCISTUME


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La brutta piega che i media ci stanno raccontando che sta prendendo la società italiana verso l'estrema destra si contrappone alle testimonianze e alle azioni che gli antifascisti stanno compiendo in un stato di cose dove sembra quasi che questi ultimi stiano nell'illegalità.
I fatti dello stupro di Viterbo da parte di due attivisti di Merda Povnd nonché la questione del Salone del libro di Torino(le frasi dette dal coglione editore sarebbero state da carcere pochi anni fa)e il terrorismo a Roma contro l'assegnazione di case popolari a famiglie rom(vogliono chiudere i campi ma non li vogliono nelle casa!?),sempre con l'intervento decisivo dei ca$$apovndisti,sono manifestazioni di un sentore che sempre i media ci danno,quello di un allarmismo amplificato a mille.
Negli articoli seguenti(contropiano con-i-fascisti-non-si-parla e ecn.organtifaattivista-di-casapound-urla-troia-ti-stupro )la spettacolarizzazione del fascismo ed un pericolosissimo ritorno di fiamma verso Mussolini & co. che deve fare alzare la soglia di attenzione su tutti i fronti,e come nel titolo del primo articolo proposto con i fascisti non si parla,si agisce.

Con i fascisti non si parla.

di  Mario Di Vito 
La casa editrice YYYXXX ringrazia sentitamente per tutta la pubblicità gratuita che sta ricevendo in queste tiepide giornate primaverili.

Da gruppo di sfigati più o meno organici a Casapound, in procinto ospitare nel proprio catalogo il nuovo libro di Matteo Salvini (manco stessimo parlando di Stephen King: andate a vedere quante copie vendono di solito i libri dei politici, poi ne riparliamo), adesso si atteggiano a eroi della libertà di parola e si permettono pure di rilasciare comunicati in cui dichiarano che non sono intenzionati più a dare via gratis la propria visibilità.

Sapete che c’è? Hanno ragione: fino alla settimana scorsa non se li inculava nessuno, adesso hanno effettivamente una visibilità che, giustamente, non vogliono dare via gratis.

È stato spiegato con molta calma che né XXXYYY né Salvini hanno eventi in programma al Salone di Torino. Semplicemente la casa editrice avrà uno stand di 10 metri quadrati su 60.000 di esposizione, cosa peraltro accaduta in passato anche ad altri editori di estrema destra. Non se ne sarebbe accorto nessuno, anche perché – fidatevi – chi va al Salone di solito non compra la biografia di Salvini, né va a guardare gli altri opuscoli fantaculturali dei fascisti.

E qui si pone il solito problema: bisogna rispondere o no alle provocazioni di costoro?

Non ho una risposta precisa, ma so di certo che loro lo fanno di proposito. Quando Salvini annuncia la sua presenza in una città e mette la piazza di un’altra città, lo fa di proposito. Quando Giorgia Meloni parla di «zucchine di mare», lo fa di proposito. Quando Morini mette il giorno di Pasqua una foto di Salvini con il mitra in mano e dice che la Lega è pronta a sparare, lo fa di proposito. E così via.

Lo fanno di proposito perché poi noi ci indigniamo e riverberiamo il loro messaggio molto oltre quelle che sarebbero le loro possibilità. Non solo: ogni volta che li correggiamo e li chiamiamo scemi, diamo loro la possibilità di chiamarci professoroni-radical chic-zekke-comunisti. E in questo momento storico i professoroni-radical chic-zekke-comunisti in società sono visti peggio degli scemi.

Quindi, bisogna lasciarli fare? Certo che no, però bisognerebbe fare una cosa molto semplice e che in passato veniva praticata un po’ da tutti, non solo dai professoroni-radical chic-zekke-comunisti: coi fascisti non si parla.

E basta.

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Attivista di CasaPound urla «troia, ti stupro» alla signora di Casal Bruciato · 
Perché CasaPound non caccia l’attivista che urlava «troia, ti stupro» a Casal Bruciato?
 
Sono proprio dei bravi ragazzi quelli di CasaPound. Sono tornati a Casal Bruciato per impedire ad una madre e ai suoi figli di entrare nella casa popolare legittimamente assegnata dal Comune. Continuano a soffiare sul fuoco dell’intolleranza e dell’odio verso gli “zingari”, perché quella famiglia è Rom e viene da uno dei tanti campi della Capitale. A certe sceneggiate dei fascisti del Terzo Millennio, che raccontano di intervenire a difesa degli abitanti del quartiere siamo purtroppo abituati.

CasaPound e la storia dei residenti esasperati

Si vorrebbe poter dire e scrivere che ieri a Casal Bruciato CasaPound ha toccato il fondo. Ma non è così. Ieri, mentre la signora Senada tentava di guadagnare l’ingresso del condominio, scortata dagli agenti in tenuta antisommossa, un attivista di CasaPound ha urlato «troia, ti stupro». La scena è stata immortalata in un video pubblicato dall’Agenzia Dire che era sul posto assieme a tanti altri giornalisti per raccontare l’ennesima giornata d’odio promossa dal movimento neofascista che nelle case popolari ci vorrebbe solo gli italiani, in barba ad ogni legge e principio che sancisce che in Italia siamo tutti uguali.

Subito su Facebook Mauro Antonini responsabile di CasaPound Lazio ha minimizzato la questione scrivendo che «le frasi pronunciate a quanto pare da qualche residente sono sbagliate e da condannare, ma figlie dell’esasperazione». Insomma quando si è esasperati è lecito anche minacciare una donna di violenza sessuale. Anche il responsabile romano di CPI, Davide Di Stefano, adotta la stella linea di difesa «Se ci sono stati insulti personali nei confronti della donna li condanniamo, ma sono purtroppo causati dal clima di tensione ed esasperazione dei cittadini».

L’intento è chiaro. Da un lato si scarica ogni responsabilità, perché dopo lo stupro di Viterbo CasaPound ci ha tenuto a ribadire che certe cose non fanno parte della loro cultura (strano perché non è nemmeno la prima volta). I pestaggi – anzi le “scaramucce” un po’ maschie – vanno bene la violenza sulle donne no. dall’altro si alimenta la narrativa secondo la quale gli abitanti del quartiere “sono esasperati” dai Rom e dalle assegnazioni delle case popolare del Comune (che non sono altro che le politiche abitative di qualsiasi altro comune). Peccato che nei video delle manifestazioni di ieri di residenti se ne siano visti davvero pochi. Certo, qualcuno c’era, ma la maggior parte erano attivisti di CasaPound. Lo dimostra anche una testimonianza pubblicata su Facebook che parla di circa una ventina di abitanti della zona che manifestavano con CasaPound a fronte di circa duemila residenti del complesso abitativo dove si trova l’alloggio di cui è assegnataria la famiglia Rom.

Perché quello che urla «troia, ti stupro» è sempre a fianco di Antonini?

E veniamo qui al ragazzo che urla «troia, ti stupro». Si tratta di un ragazzo con il cranio rasato, tatuaggio sul sopracciglio destro che indossa un giubbotto nero dove si distinguono chiaramente sulla spalla la toppa con il logo degli ZetaZeroAlfa (il gruppo musicale di Iannone) e sul petto la tartaruga di CasaPound. Certo, può essere benissimo un residente di Casal Bruciato, ma non ci sono dubbi che sia un attivista del movimento della tartaruga frecciata.

Anche perché basta guardare i video della giornata di ieri per accorgersi che il ragazzo è sempre a fianco di Mauro Antonini. Possibile che Antonini non se ne sia accorto. Il fotogramma qui sotto è tratto dalla diretta pubblicata sulla pagina di Antonini, l’episodio è quello che vede contrapposti – a debita distanza – gli attivisti di CasaPound a quelli dei centri sociali. Una sorta di gara canora a base di slogan e insulti (e l’Inno di Mameli ça va sans dire)

Ma può trattarsi di una coincidenza, del resto si sa che l’esasperazione porta a fare questo ed altro. Ieri però a Casal Bruciato c’è stato anche un altro episodio curioso: il battibecco tra Fratelli d’Italia – che era andata ad appendere uno striscione – e i fascisti del Terzo Millennio. L’Huffington Post ha pubblicato un video del diverbio tra i rappresentati delle due formazioni politiche.

Mentre Antonini e Adriano Cedroni attivista di Fratelli d’Italia discutono sul problema dell’appropriazione del territorio ecco che spunta il nostro, sempre con il giacchetto griffato con le toppe in vendita sul La testa di ferro, il sito del merchandising di CasaPound, che si mette in mezzo tra i litiganti per spalleggiare il responsabile regionale di CPI e spostando con una manata un attivista del partito della Meloni che forse si era avvicinato troppo ad Antonuni dice «oh fa il bravo, aò te dice male levate». Chissà, forse anche quel gesto era dettato dall’esasperazione. Oppure CasaPound potrebbe semplicemente avere il coraggio di fare il nome e il cognome di questa persona e ammettere che si tratta di uno dei loro.

 https://www.nextquotidiano.it/casapound-troia-ti-stupro-casal-bruciato/

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