giovedì 28 dicembre 2017

LO STESSO GIOCO AL SUICIDIO POLITICO

Risultati immagini per forza italia uguale al pd
Proprio come un Pdl(prima e poi Forza Italia)qualunque anche il Pd dalle parole del premier,ancora per qualche ora,Gentiloni sembra che i politici stiano sotto a una campana di vetro intontiti dalla mancanza d'ossigeno via via sempre più grande.
Così com'era successo ai tempi disastrosi del Pdl al governo anche nell'altrettanto funesto esecutivo Pd targato Renzi ed altri comandati a filo,gli italiani se la passano ancora bene,la crisi è ormai risolta e si guarda al futuro con ottimismo.
A parte la naturale toccata di palle,a dichiarazioni del genere non ci crede nessuno a parte i pochissimi che in questi anni si sono arricchiti sulle spalle dei molti che invece hanno visto l'asticella del proprio potere d'acquisto(per chi un lavoro ce l'ha)sempre al ribasso.
Non si sono usate frasi come(cito testualmente l'ex premier clown,anche se se ne sono aggiunti altri lui è inarrivabile)"mi sembra che in Italia non si avverta una forte crisi.La vita in Italia è la vita di un Paese benestante.I consumi non sono diminuiti,i ristoranti sono pieni,per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto"(vedi:madn game-over e madn la-carica-dei-100-meno-uno ).
Ma comunque l'antifona è quella di un paese non più sul fondo dell'Ue,grande risultato essere meno peggio della Grecia,dove la gente si diverte e non ha problemi ad arrivare alla fine del mese,un poco come decantato nell'ultima conferenza di fine legislatura riportata qui sotto(www.ansa.it/sito/notizie/cronaca ).
Questa notizia assieme all'accanimento nel sostenere personaggi impresentabili e ineleggibili come la Boschi(contropiano buona-notizia-boschi-affossa-renzi-pd )più sotto ancora,faranno del Pd un piccolo partito di opposizione che potrà riprendersi solamente dopo le malefatte di un altro governo di centrodestra,perché gli italiani sono fondamentalmente poco inclini alla memoria storica e a ciò che tragicamente ne deriva.

Mattarella scioglierà Camere stasera, cdm decide data voto

Gentiloni ricevuto al Quirinale dopo l'incontro in cui ha tracciato il bilancio della legislatura
 
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni è rientrato a Palazzo Chigi dopo circa un'ora di colloquio al Quirinale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.. Conto alla rovescia verso le elezioni: secondo quanto si apprende in ambienti politici, il Capo dello Stato Sergio Mattarella, dopo aver visto informalmente il premier Paolo Gentiloni, riceverà nel pomeriggio, separatamente, i presidenti delle Camere, quindi ci sarà il passo dello scioglimento del Parlamento il cui decreto sarà contro-firmato dal presidente del Consiglio, con un nuovo rapido passaggio al Colle prima del consiglio dei ministri previsto per questa sera che darà il via libera ai decreti elettorali e indicherà la data delle elezioni, presumibilmente il 4 marzo. Gentiloni salirà ancora una volta al Colle per far controfirmare i decreti elettorali al presidente della Repubblica

Gentiloni: 'Il Paese si è rimesso in moto, continueremo a governare' -"La verità è che l'Italia si è rimessa in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra". Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni nella conferenza stampa di fine anno, in cui ha tracciato un bilancio della legislatura. "Il governo non tira remi in barca, governerà - ha aggiunto il premier -. Ora ci affidiamo a Mattarella, grazie per il ruolo garante".

"Naturalmente - ha ancora spiegato - oltre a svolgere il mio ruolo fondamentale di presidente del Consiglio sia pure in un contesto di campagna elettorale e di camere sciolte, darò il mio contributo alla campagna elettorale del Pd".

Un Bis dopo le elezioni, larghe intese con me ancora premier? "Qualsiasi cosa dica in risposta a questa domanda credo che sarebbe usata contro di me..." - ha detto Paolo Gentiloni - "Governerò fino alle elezioni, dove mi auguro che la mia parte politica prevalga per poi avere un esecutivo con determinate caratteristiche, sicuramente dobbiamo farci carico della gestione della situazione per evitare instabilità.

"Sognerei altre panchine": questa la risposta di Gentiloni, alla domanda sul suo futuro dopo la fine della legislatura.

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Una buona notizia. Boschi affossa Renzi e il Pd.

di  Alessandro Avvisato 
Come spesso ci accade di dire, avremmo fatto volentieri a meno di occuparci di certe cose maleodoranti. C’è sempre la sensazione che ti si appiccichino addosso, anche se ovviamente sei solo un osservatore (molto) esterno.

Ma le conseguenze della deposizione di Federico Ghizzoni, ex amministratore delegato di Unicredit, davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, sono un fatto politico. Dunque dobbiamo prenderne tutti atto.

La vicenda è nota, l’hanno ripetuta tute le televisioni e i siti per una giornata intera: Ghizzoni ha riferito che Maria Elena Boschi, allora ministro “per le riforme costituzionali”, era andata da lui a chiedergli se la sua banca potesse assorbire Banca Etruria. Ovvero l’istituto vice-presieduto dal padre del ministro. “Mi chiese di valutare l’acquisizione della banca di Arezzo”. 

E’ stata così confermata la “rivelazione scandalosa” contenuta nel libro di Ferruccio De Bortoli, ex direttore – fra l’altro – del Corriere della Sera e de IlSole24Ore. Circostanza prima negata dalla “signorina Meb” e ora ammessa sotto la rassicurante qualifica di “normale interesse all’economia del proprio territorio”.

Già questo, in una normale democrazia parlamentare, sarebbe sufficiente per pretendere – non “chiedere” – le dimissioni della signorina Meb da qualsiasi carica pubblica.

Peggio ancora. Ghizzoni ha dato conto anche delle pressioni fatte da Marco Carrai, con una mail in cui candidamente scriveva: “Ciao, Federico, solo per dirti che su Etruria mi è stato chiesto di sollecitarti”. Come si fa in certi ambienti per caldeggiare l’assunzione di un raccomandato in qualità di scopino…

Carrai, però, non è un personaggio qualsiasi. Amico d’infanzia di Renzi, era anche colui che gli aveva messo a disposizione un appartamento quando era solo sindaco di Firenze. E quello che Renzi voleva investire della delega ai servizi segreti, visto che la sua attività imprenditoriale è nel campo della cyber security, ossia intercettazioni, controllo, controspionaggio (tra privati), blindatura di sistemi informatici, ecc. Non arrivò su quella sedia per l’opposizione compatta di tutti i corpi militari – “servizi” compresi – perché prefigurava una situazione intollerabile: le agenzie di spionaggio al servizio diretto di un singolo cittadino momentaneamente presidente del consiglio senza mai esser stato investito di un voto popolare. Magari non era questa la vera motivazione (i servizi hanno molto pelo sullo stomaco), magari c’erano altri interessi da tutelare, ma già solo il fatto di provare un colpo simile certifica da parte di Renzi una “cultura di governo” incompatibile con l’assetto costituzionale del paese.

Si aggiunga il fatto – reso noto in queste ore – che tra le “amicizie” (non feisbukkiane) di Carrai c’è gentaccia come Tony Blair o Michael Ledeen (romanziere ed ex capostazione della Cia in Italia), e il quadro assume contorni davvero horror…

Insomma: se Carrai riferisce “mi hanno chiesto di sollecitarti” significa “Renzi me l’ha chiesto”. Ma se è un Carrai a ricordartelo, puoi sentire tutto il peso di “poteri molto forti” sulle tue spalle (e dire che l’ad di Unicredit non è esattamente un “potere debole”). E, come riferisce Il Fatto, “sarà un caso, ma dopo il no all’acquisto della banca aretina la legge sui crediti fiscali – che interessava anche Unicredit – si arenò” in Parlamento. Senza spiegazioni. Risultato: un danno da 300 milioni per la prima banca italiana. Diciamo che che quelli del “giglio magico” sanno come farsi capire…

Gli ultimi due giorni di audizioni in Commissione stanno insomma producendo un risultato opposto a quello voluto da Renzi quando ha preteso l’istituzione della Commissione stessa. Doveva servire a addossare ad Ignazio Visco e alla Banca d’Italia i fallimenti di un buon numero di banche italiane, sta affossando questa banda di provincia investita di poteri troppo grandi per i loro circuiti neuronali.

Basta guardare la preoccupazione con cui il direttore di Repubblica, stamattina, arriva a chiedere alla Boschi di “farsi da parte per salvare i Dem”. Troppo poco e troppo tardi, perché è mediaticamente impossibile – dopo quattro anni di ammiccamenti e tacchi a spillo – disgiungere l’immagine della signorina Meb da quella di Renzi e dunque dal capo assoluto del Pd.

L’effetto politico è dunque evidente a tutti. I sondaggi vedono il Pd crollare di un punto a settimana. Per il 4 marzo – probabile data delle elezioni – rischia di finire addirittura sotto il 15%, il che finirebbe per eliminare l’asse portante del sistema politico negli ultimi dieci anni.

E’ una buona notizia.

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