giovedì 19 aprile 2012

LA SCHIFOSA STORIA DELLA CAVA ALLA MELOTTA

Uno degli ultimi regali che il consiglio regionale lombardo ha fatto ai propri cittadini riguarda da vicino il territorio cremasco in quanto questi signori ormai alla frutta in una congrega che conta più inquisiti e condannati che il resto(mi riferisco a chi ha votato a favore),hanno approvato la costruzione di una cava di argilla nel parco naturale della Melotta che interessa i comuni di Soncino,Ticengo, Casaletto di sopra e Romanengo.
Il tutto è presente nel piano cave provinciale di Cremona in cui i nostri rappresentanti dell'opposizione avevano fino all'ultimo chiesto di togliere il sito di importante rilevanza naturalistica presente nel cremasco e che alla faccia della bellezza e dell'importanza del geosito del Pianalto della Melotta invece è stato incluso.
Come si può vedere dalla prima e dall'ultima foto prese dal sito del comune di Casaletto di sopra il posto è incantevole ed unico,ricco di specie vegetali e animali e con una storia geologica che vanta migliaia di anni di storia(per una piccola descrizione del pianalto vedi:http://www.comune.casalettodisopra.gov.it/ambiente-e-territorio/parchi-e-riserve.html ).
Costruire una cava in questo ambiente,oltre alla distruzione di un sito dalla reale bellezza,comporterebbe un dissesto idrogeologico rilevante e permanente,intaccando un suolo ricco di falde freatiche che alimentano fontanili,fossi e ruscelli,che in tal modo scompariranno provocando danni drastici per l'agricoltura in quella zona e non solo.
D'altronde siamo purtoppo avvezzi vivendo in Italia a tragedie provocate dall'uomo che costruendo abusivamente e realizzando cave per l'estrazione di materiali inerti dove non si deve,stupra la natura con conseguenze catastrofiche in vite umane e in danni economici.
La foto centrale rappresenta come l'area verrà trasformata(si tratta della cava di argilla di Cartoceto in provincia di Pesaro Urbino)se questa intollerabile e vergognosa decisione dovesse essere messa in pratica:non so quali vie legali si possano intraprendere,se ci si possa rivolgere anche alla comunità europea per poter stoppare i lavori di scavo che sono una vera e propria violenza alla terra e alla natura.
Cocludo"complimentandomi"con assessori e consiglieri che dovrebbero rappresentare e tutelare il nostro territorio(un nome su tutti quel culodilegno ciellino di Rossoni)e invece chissà da cosa mossi(le tasche sue si saranno mosse?)se ne fregano altamente e uccidono la natura scavandoci cave.
Di seguito l'articolo preso da"Crema on-line"(http://www.cremaonline.it/articolo.asp?ID=17219 )e quello preso dal sito di Legambiente che spiega brevemente cosa sia un dissesto idrogeologico.

Pianalto della Melotta. Agostino Alloni, PD: “La maggioranza non esclude lo storico geosito dalla revisione del Piano cave provinciale"
di Rebecca Ronchi
Milano - Ieri in consiglio regionale è stata votata dalla maggioranza la proposta di atto amministrativo che porterà alla revisione al piano cave provinciale di Cremona su proposta del relatore Frosio, della Lega Nord. Il partito democratico, durante la discussione, aveva confermato la volontà di approvare il documento a patto che venisse escluso definitivamente dal piano il geosito del Pianalto della Melotta situato tra i comuni di Soncino, Ticengo, Casaletto di sopra e Romanengo.

Il Pianalto della Melotta
“La nostra richiesta – dichiara il consigliere regionale del Pd Agostino Alloni – guarda con rispetto alla storia di questa parte del territorio costituitosi da oltre 400 mila anni. Abbiamo chiesto che venissero rispettati i quattro vincoli di carattere ambientale e territoriale imposti dal piano territoriale regionale e provinciale, da quello dei comuni e dalla stessa comunità europea. Ma ancora una volta la maggioranza stravolge il territorio infischiandosene dell’unicità della Riserva naturale che con i suoi 3 milioni di metri cubi e 200 metri quadri di superficie supera in estensione lo Stato del Vaticano”.

A sei mesi dalla scadenza
“A sei mesi dalla scadenza – continua - la maggioranza ha deciso di modificare il piano cave provinciale nonostante non vi sia alcuna necessità di offrire nuovo terreno da scavare visto e considerato che l’azienda, per quanto riguarda la giunta, ha una riserva già disponibile di quasi 1 milione e 800 metri cubi".

"Piccole opere compensative"
I comuni di Soncino, Ticengo e Casaletto di Sopra che in cambio di piccole opere compensative hanno dato il benestare a questo scempio ambientale – conclude l’esponente del Pd - non si rendono conto che così facendo consentono di realizzare un’ennesima violenza sul territorio alla quale non si potrà più rimediare”.
Dissesto Idrogeologico

Il dissesto idrogeologico è l’insieme di quei processi (dall’erosione alle frane) che modificano il territorio in tempi relativamente rapidi o rapidissimi, con effetti spesso distruttivi sulle opere, le attività e la stessa vita dell’uomo. Abusivismo edilizio, estrazione illegale di inerti, disboscamento indiscriminato, cementificazione selvaggia, abbandono delle aree montane, agricoltura intensiva: sono tutti fattori che contribuiscono in maniera determinante a sconvolgere l’equilibrio idrogeologico del territorio.
In Italia il rischio frane e alluvioni interessa praticamente tutto il Paese (due Comuni su 3): Calabria, Umbria e Valle d’Aosta sono le regioni più minacciate, insieme alle Marche e alla Toscana. Un territorio estremamente fragile, in cui semplici temporali provocano continui allagamenti e disagi per la popolazione. Le cause vanno ricercate soprattutto nella pesante urbanizzazione e nella speculazione edilizia: fenomeni che sarebbe un errore considerare legati solo al passato. Se al Sud la costante aggressione al territorio continua a manifestarsi principalmente con l’abusivismo edilizio, al Centro-nord si perpetuano interventi di gestione dei fiumi che seguono filosofie tanto vecchie quanto inefficaci, che puntano su infrastrutture rigide invece che sul rispettoso e l’attenzione alla dinamica e all’habitat fluviale: argini realizzati senza un serio studio sull’impatto a valle, alvei cementificati, escavazione selvaggia. Soprattutto, troppo spesso le opere di messa in sicurezza si trasformano in alibi per continuare a costruire nelle aree di esondazione. Circa due Comuni su tre, infatti, hanno nel proprio territorio abitazioni in aree di golenali, in prossimità degli alvei e in aree a rischio frana. In un terzo dei casi si tratta addirittura di interi quartieri.
Le proposte di Legambiente sul dissesto idrogeologico
I numeri del dissesto idrogeologico

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