Già nello scorso mese di maggio avevo dedicato un post alla lotta dei sioux Lakota che stanno difendendo strenuamente il loro territorio nello Stato del Nord Dakota dalle mani di affaristi che vogliono far passare nel sottosuolo una conduttura per idrocarburi mettendo in minaccia certa le falde che danno l'acqua a tutta la zona(vedi:madn la-protesta-dei-nativi-americani ).
Un'opera enorme che attraversa più Stati e che vede nella terra di questi indigeni gruppi solidali in difesa dell'acqua e che ha visto già scontri con la polizia che hanno arrestato decine di manifestanti in più risprese.
Forme di protesta simili a quelle dei No Tav italiani con blocchi di strade e di cantieri e azioni di sabotaggio con gli stessi risultati repressivi,articolo preso da Earth Riot(earthriot ).
North Dakota, scontri a Standing Rock: violenze su protettori dell’acqua (AGGIORNATO).
Da mesi, ormai, in North Dakota si sta tenendo una battaglia per la difesa della Terra Sioux Lakota e per proteggere l’acqua, risorsa vitale per eccellenza, dalla realizzazione del Dakota Access Pipeline.
Si tratta di una conduttura per il trasporto di petrolio e greggio che, se attivata, attraverserà la Terra sacra dei Sioux, passando attraverso l’Iowa per giungere sino in Canada, minacciando le risorse idriche sotterranee.
La resistenza nata a Standing Rock attraverso le prime manifestazioni e blocchi dei macchinari, si è quindi estesa per tutto il Mississippi.
Sabato 22 ottobre le operazioni repressive condotte dalle forze di polizia contro i resistenti (componenti del popolo Sioux ai quali in questi mesi si sono riunite molte altre tribù indigene e solidali dei paesi limitrofi) si sono fatte più violente, portando all’arresto di circa 127 persone.
La polizia, in assetto anti-sommossa, ha caricato una manifestazione organizzata dai protettori dell’acqua per onorare i luoghi sacri che sono già stati occupati dai cantieri e dai macchinari.
I manifestanti hanno dichiarato d’esser stati caricati senza una ragione apparente e rincorsi dalla polizia anche mentre abbandonavano il luogo dove si era svolto il corteo.
Le persone sono state attaccate con i manganelli e gettate per terra dalle forze dell’ordine che, in seguito, hanno dichiarato di aver recluso 80 manifestanti, ma le associazioni solidali hanno denunciato 127 arresti.
Questo però non ha fermato i resistenti che domenica 23 ottobre sono tornati in strada dando vita a diversi blocchi sulla Highway 1806, bloccando il traffico per diverse ore.
Gli/le appartenenti al popolo dei Sioux Lakota e i/le solidali che si sono riuniti/e a loro, hanno recentemente lanciato un appello affinché i fatti che si stanno verificando nel North Dakota non restino taciuti, chiamando alla solidarietà internazionale per la difesa e liberazione della Terra.
Una lotta che riguarda tutti e tutte, che non può e non deve lasciarci indifferenti, perché la resistenza espressa da questi popoli, oltre a dover essere d’esempio, rappresenta l’opposizione diretta a quel sistema votato all’esaurimento di ogni risorsa della Terra, attraverso il land grabbing e l’oppressione dei popoli colpiti.
Si tratta di una conduttura per il trasporto di petrolio e greggio che, se attivata, attraverserà la Terra sacra dei Sioux, passando attraverso l’Iowa per giungere sino in Canada, minacciando le risorse idriche sotterranee.
La resistenza nata a Standing Rock attraverso le prime manifestazioni e blocchi dei macchinari, si è quindi estesa per tutto il Mississippi.
Sabato 22 ottobre le operazioni repressive condotte dalle forze di polizia contro i resistenti (componenti del popolo Sioux ai quali in questi mesi si sono riunite molte altre tribù indigene e solidali dei paesi limitrofi) si sono fatte più violente, portando all’arresto di circa 127 persone.
La polizia, in assetto anti-sommossa, ha caricato una manifestazione organizzata dai protettori dell’acqua per onorare i luoghi sacri che sono già stati occupati dai cantieri e dai macchinari.
I manifestanti hanno dichiarato d’esser stati caricati senza una ragione apparente e rincorsi dalla polizia anche mentre abbandonavano il luogo dove si era svolto il corteo.
Le persone sono state attaccate con i manganelli e gettate per terra dalle forze dell’ordine che, in seguito, hanno dichiarato di aver recluso 80 manifestanti, ma le associazioni solidali hanno denunciato 127 arresti.
Questo però non ha fermato i resistenti che domenica 23 ottobre sono tornati in strada dando vita a diversi blocchi sulla Highway 1806, bloccando il traffico per diverse ore.
Gli/le appartenenti al popolo dei Sioux Lakota e i/le solidali che si sono riuniti/e a loro, hanno recentemente lanciato un appello affinché i fatti che si stanno verificando nel North Dakota non restino taciuti, chiamando alla solidarietà internazionale per la difesa e liberazione della Terra.
Una lotta che riguarda tutti e tutte, che non può e non deve lasciarci indifferenti, perché la resistenza espressa da questi popoli, oltre a dover essere d’esempio, rappresenta l’opposizione diretta a quel sistema votato all’esaurimento di ogni risorsa della Terra, attraverso il land grabbing e l’oppressione dei popoli colpiti.
AGGIORNAMENTO AL 27/10
Giovedì 27 ottobre i/le Water Protector sono tornati a bloccare la Highway 1806 per impedire l’avanzamento delle forze dell’ordine e lo sfratto forzato dei/delle Sioux Lakota dalla terra sacra.
Cariche, lancio di fumogeni, uso dello spray al peperoncino, manifestanti trascinati a terra e altre 107 persone arrestate, in aggiunta alle 127 di sabato 22/10, tra cui un capo indiano per aver dedicato un canto ai/alle protettori dell’acqua e alla Terra. (video)
I/le resistenti non indietreggiano, la lotta per la liberazione della Terra continua!
Giovedì 27 ottobre i/le Water Protector sono tornati a bloccare la Highway 1806 per impedire l’avanzamento delle forze dell’ordine e lo sfratto forzato dei/delle Sioux Lakota dalla terra sacra.
Cariche, lancio di fumogeni, uso dello spray al peperoncino, manifestanti trascinati a terra e altre 107 persone arrestate, in aggiunta alle 127 di sabato 22/10, tra cui un capo indiano per aver dedicato un canto ai/alle protettori dell’acqua e alla Terra. (video)
I/le resistenti non indietreggiano, la lotta per la liberazione della Terra continua!
Fonte: Earth First