giovedì 2 settembre 2021

LA MILANO DA BERE E QUELLA DA SPEGNERE

Le immagini terrificanti del rogo che in pochi minuti ha divorato la Torre del Moro in via Antonini a Milano hanno fatto(almeno a me)venire in mente quelle altrettanto orribili e dai risultati catastrofici dell'incendio della Grenfell Tower a Londra del giugno 2017.
La differenza è stata che in Gran Bretagna morirono 72 persone(vedi madn il-rogo-annunciato-della-grenfell-tower )mentre a Milano sembra pazzesco che non ci siano state vittime anche se a Londra l'incendio si sia propagato di notte.
Invece il contesto sociale è identico,con la speculazione ed il profitto dei grandi costruttori che con la tiritera della riqualificazione urbana abbattono interi quartieri popolari e relegano i meno abbienti sempre ai margini cittadini mentre i prezzi delle nuove zone edilizie aumentano a dismisura(gli 8mila Euro per metro quadro alla Torre del Moro lo certificano).
Altro elemento che unisce i due disastri sono la spregiudicatezza sempre nella logica del profitto sui materiali utilizzati,frutto anche di regole non idonee,con rivestimenti che hanno fatto diventare una torcia di fiamme il grattacielo in pochi minuti con l'effetto camino che in entrambi i roghi è stato determinante per la distruzione fulminea di un colosso.
Sicuramente i materiali utilizzati di ignifugo non avevano nulla e ora si indagherà su questo e anche sui sistemi di sicurezza che non sono funzionati(impianti antincendio senz'acqua in più piani dell'edificio)a prevezione,insomma la olita cricca di imprenditori senza scrupoli che giocano con la vita degli altri in una Milano che vuole sempre più essere "figa" e fashion e che non si preoccupa per nulla delle centinaia di migliaia di abitanti che non hanno un reddito così corposo da poter permettersi abitazioni di lusso(che vanno a fuoco con nulla):articolo di Contropiano(milano-la-citta-cool-dei-grattacieli-che-bruciano ).

Milano, la città “cool” dei grattacieli che bruciano.

di  Bianca Tedone*  

La notizia del grattacielo in fiamme di via Antonini ha fatto il giro dell’intero paese e sta sollevando più di qualche dubbio sui materiali utilizzati, sulle misure di sicurezza, sulle regole costruttive e così via.

Al di là dei tecnicismi, penso che ci siano alcune domande rimosse dal dibattito pubblico ma di grande importanza: se questo è il livello di sicurezza del lusso di cui tanto Milano si fa vanto, quale può essere la condizione delle abitazioni dei quartieri popolari ad altissima densità come le nostre periferie?

Nella morsa fra privati che per massimizzare i profitti lesinano sulla sicurezza, sui materiali e spesso violano anche quelle (evidentemente) scarse regole che vengono poste dalle normative e un pubblico che ha smesso di investire e curare il proprio patrimonio considerato come un “costo” inutile di cui liberarsi, crediamo sia lecito sospettare che il problema sia ben più grave e generale e probabilmente che la Torre del Moro sia solo la punta di un iceberg.

La narrazione imperante e portata avanti anche dall’amministrazione Sala di un mercato immobiliare milanese all’avanguardia, uno dei grandi motori della città attrattiva e in costante rinnovamento, ha evidentemente del tossico.

I parametri con cui si è costruita questa favola sono infatti quelli del profitto, della speculazione e della rendita. E ciò avviene senza alcun riguardo per la tutela del diritto ad avere un’abitazione dignitosa e abbordabile con il proprio reddito, impedito anche da prezzi esorbitanti come gli 8000€ mq della torre-torcia che gonfiano a dismisura il prezzo generale degli affitti di “libero mercato”; figurarsi poi la vivibilità dei quartieri, se addirittura si arriva a mettere tranquillamente a repentaglio la vita delle persone come in questo caso.

È inaccettabile che le regole vengano costruite per lasciare la massima libertà agli speculatori privati; è inaccettabile che il pubblico non sia garante della sicurezza, della pianificazione territoriale così come dei prezzi e del diritto alla casa.

Quella di via Antonini non è una fatalità ma è il profitto contro la salute e la vita, citando il nostro Giorgio Cremaschi.

*candidata sindaca di Potere al Popolo a Milano

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