giovedì 9 settembre 2021

IL MINISTRO DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA A FAVORE DEL NUCLEARE

Che il greenwashing,l'ambientalismo di facciata,in Italia sia tanto caro al"governo dei migliori"che parlano di una nuova coscienza ecologica ma che di fatto tendono a remare contro,è un dato di fatto e le dichiarazioni del ministro della transizione ecologica Cingolani(creato ad hoc per avere i sussidi europei)hanno fatto molto discutere(vedi:left che-brutta-transizione-cingolani e madn dalla-green-economy-al-greenwashing ).
Già che abbia parlato dal palco della scuola politica di Renzi mette una tristezza addosso,e che poi abbia attaccato gli ambientalisti con ferocia non c'è nemmeno da rimarcarlo viste le reazioni delle forze del disordine che spaccano le teste ai cortei No Tav e che lasciano tranquilli gli invasati dei no vax.
La ciliegina sulla torta è un nuovo sdoganamento all'energia nucleare che ha fatto sfregare le mani a molti imprenditori ed affaristi sia italiani che esteri,dopo che lo stesso ministro aveva promesso di passare entro il 2030 a più del 70% di elettricità prodotta da energie rinnovabili(vedi il contributo da Left:il-ministero-della-finzione-ecologica ).

Il ministero della finzione ecologica.

di Giulio Cavalli

Dopo le parole del ministro Cingolani si è aperto il dibattito sul nucleare e sui "reattori di nuova generazione". I lobbisti si fanno avanti mentre gli ambientalisti evidenziano tutte le criticità. Ma intanto mancano soluzioni tempestive per la crisi ambientale

Le parole del ministro Cingolani hanno aperto la discussione. Bene così, era esattamente quello che voleva il ministro: i portavoce delle lobby (anche se sono travestiti da ministri o da presunti leader politici) introducono il tema a loro caro con una mezza provocazione, poi dicono di non essere stati capiti, poi aggiungono che comunque è sempre il caso di dibatterne serenamente, poi dicono di non alzare troppo i toni (e fa niente se i toni poco opportuni li ha usati proprio Cingolani) e infine si prendono le pacche sulle spalle per essere riusciti a rendere quasi potabile l’innominabile. E Cingolani, guarda un po’ ha fatto proprio così. 

E allora vediamoli questi “reattori” che Cingolani ci invita a studiare. Studiamoli. Dieci anni fa Berlusconi firma un memorandum con Sarkozy (lo sta ricordando in questi giorni Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, uno di quegli ambientalisti che irritano il ministro della finzione ecologica) «per costruire 4 reattori Epr in Italia. Dieci anni fa erano in costruzione due di questi reattori, uno in Finlandia a Olkiluoto e uno in Francia a Flamanville. Oggi sono ancora in costruzione a costi quadruplicati rispetto al budget. L’azienda proprietaria della tecnologia, la francese Areva, impegnata nel cantiere finlandese, è fallita».  Negli Usa non è andata meglio: l’investimento sul nucleare voluto da Bush nel 2001 (i reattori AP1000) prevedeva la costruzione di 4 reattori che ora sono diventati 2 mentre i costi si sono moltiplicati in modo esorbitante e l’azienda proprietaria della tecnologia, la nippo-americana Toshiba-Westinghause, è fallita nel 2017. Forte questo futuro, eh?

Dopo l’incidente di Fukushima, ad esempio, si è scoperto che il reattore in costruzione a Flamanville, dove sta la centrale nucleare francese, avrebbe avuto le stesse vulnerabilità del reattore francese. Tant’è che l’azienda francese proprietaria degli impianti in Uk ha dovuto coinvolgere un partner cinese al 33%, la Cng, per distribuire i rischi. 

Qualcuno in questi giorni dice che il nucleare abbasserebbe i costi. Benissimo. Si potrebbe ad esempio leggere ciò che scrive l’Agenzia internazionale dell’energia a Parigi (quelli che per vent’anni hanno consapevolmente sminuito le rinnovabili) che alcune settimane fa ha scritto nero su bianco che l’energia solare è la fonte più economia mai prodotta. 

Si sa però che Cingolani, ce lo ricordiamo bene, aveva promesso un 72% di elettricità prodotta da rinnovabili entro il 2030 e sul tema si scorge ben poca mobilità del governo. Sia chiaro: esistono tecnologie allo studio di un nucleare che potrebbe essere sicuro e meno impattante, sarebbe miope e stupido negarlo, ma quello che continua a mancare sul tavolo sono le soluzioni che possono svoltare una crisi ambientale (che guarda caso viene negata dagli stessi che applaudono Cingolani) che richiede interventi tempestivi. 

A proposito: dice il ministro che lui deve rispondere “solo a Draghi”. Eh, no: deve rispondere ai cittadini. E deve spiegarci per bene anche il perché di certe sue uscite. A noi interessa lui, quello che ha in testa nel suo importante ministero, molto di più dei mini reattori di nuova generazione. 

Buon lunedì. 

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