sabato 9 novembre 2019

LA SCARCERAZIONE DI LULA


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Dopo più di un anno e mezzo passato in carcere l'ex Presidente brasiliano Lula Da Silva è ritornato in libertà dopo la decisione della corte suprema che ha deciso di appoggiare la linea difensiva degli avvocati.
Subito si è radunata una folla immensa per salutare Lula fuori dal carcere di Curitiba,che ha promesso un discorso alla nazione sul fango gettato sulla sua persona,sul Partito dei lavoratori e sulla sinistra(madn la-verita-su-lula ),in un paese che sta vivendo un momento storico importante vista la presidenza attuale di Bolsonaro criticato a più riprese per le sue politiche liberticide e la questione amazzonica(madn la-terra-bruciadi-nuovo ).
Nell'articolo di Contropiano(lula-e-libero-brasile-in-festa )le prime impressioni sulla liberazione e il clima di festa ma con la testa sulle spalle per proseguire il lavoro di opposizione alle politiche fasciste che stanno mettendo in ginocchio la maggior parte dei brasiliani.

Lula è libero! Brasile in festa.

di  Redazione Contropiano 
Lula Da Silva è libero! La corte Suprema accetta la linea della difesa e scarcera l’ex presidente del Brasile, arrestato con false accuse per impedirgli di vincere le elezioni poi finite nelle mani di Bolsonaro.

Che ora comincia a tremare…

La Corte Suprema aveva infatti annullato con 6 voti favorevoli e 5 contrari una precedente sentenza che richiede che i  condannati vadano in prigione dopo aver perso il primo appello, aprendo la strada anche alla sua scarcerazione e di altri 5mila detenuti. In Brasile, come in Italia, una condanna diviene definitiva solo dopo la sentenza di Cassazione; anche se Rio de Janeiro ha un grado di civiltà giuridica superiore a quella italiana, visto che non prevedere l’ergastolo (e tanto meno “ostativo”).

Il voto decisivo è stato quello del presidente del massimo tribunale brasiliano, Antonio Dias Toffoli, nominato peraltro dallo stesso Bolsonaro (evidentemente la legge non gli lasciava alternative).

Il permesso di rilascio è stato firmato dal giudice Danilo Pereira Junior, titolare del 12 ° Tribunale federale di Curitiba, è stato inviato venerdì alle 16:15. Una folla si è subito radunata all’uscita del carcere, in attesa dell’uscita.

Lula è stato un prigioniero politico  esattamente per 580 giorni, dal 7 aprile 2018, dopo la condanna del Porto Alegre nel processo triplex di Guarujá. Dopo una serie di decisioni di persecuzione e di “accelerazione” del suo processo, una decisione del Supremo alla fine ha portato alla sua libertà.

Secondo il giornalista Marcelo Auler, che si trova a Curitiba, la polizia federale era già stata informata da Pereira Junior che Lula avrebbe dovuto lasciare il PF oggi.

Il leader del PT raccomanda tranquillità. “Continuiamo con calma, come lo è il presidente, ed evitiamo le provocazioni che potrebbero derivare dal clima di odio ed estremismo di destra, per non rovinare questo momento di gioia, di una fase passata nella ricerca della difesa della democrazia e della giustizia per Lula. Continuiamo su questa strada per la piena libertà di Lula con l’annullamento di condanne ingiuste contro di lui“.

E’ uscito dalla prigione con il pugno alzato, promettendo di “continuare a lottare per il popolo brasiliano”, stringendo mani e abbracciando uno per uno i suoi sostenitori, alcuni in lacrime, che lo attendevano davanti alla Soprintendenza di Curitiba da 580 giorni.

L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha varcato nel pomeriggio, accolto da un mare di folla, la soglia della prigione dove si trovava agli arresti dal 7 aprile 2018 con l’accusa di corruzione e riciclaggio di denaro nell’ambito dell’inchiesta Lava Jato, considerata la Mani Pulite verdeoro e guidata da un magistrato, Sergio Moro, addestrato negli Usa e premiato poi da Bolsonaro con la nomina a ministro della Giustizia.

L’ordine di scarcerazione è arrivato a tempo di record. L’ex presidente del Brasile ne era così sicuro che già in mattinata aveva annunciato “un grande discorso alla nazione” una volta fuori. Ha inoltre dichiarato che avrebbe lasciato la prigione “più a sinistra” di quando vi era entrato.
Ha accusato la giustizia, la polizia e lo Stato brasiliano di aver tentato di “criminalizzare” la sinistra per i 580 giorni in cui è stato imprigionato per una condanna per corruzione.

“Avevo bisogno di resistere per combattere contro il lato marcio dello Stato, della Polizia federale, della Procura della Repubblica, della Giustizia. Hanno lavorato per criminalizzare la sinistra, Lula e il Partito dei Lavoratori”.

Leader indiscusso del Partito dei lavoratori, da lui co-fondato, Lula conquista la presidenza con un programma di economia sociale che, secondo le stime ufficiali, ha sottratto 29 milioni di persone alla povertà.

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