sabato 13 aprile 2019

I FAVORITI DEI RIMBORSI


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Passi il fatto che alcuni hanno visto polverizzarsi i risparmi di una vita,vada che il clamore e l'odio per il decreto salva banche,la posizione di dominio e di privilegio di esse,ma il decreto che sta svolgendo il suo iter sul rimborso delle banche per i clienti truffati è davvero così prioritario in un periodo dove milioni di persone fanno fatica a sopravvivere?
L'articolo(www.repubblica.it banche_risparmiatori )parla della nascita di questa legge e dei paletti messi,con l'intervento diretto di Conte,parla di duecentomila persone invischiate in questo pantano che per carità devono essere risarcite,ma con i soldi delle banche stesse e non con il contributo statale,che già è risicato e che vede ben altre situazioni di gravità maggiore.
Ma la caciara creata in questi anni ha fatto sì che le priorità del governo vadano nella direzione delle persone che già hanno del denaro disponibile,e non poco,e ripeto che questi giusti rimborsi devono essere erogati da chi ha truffato,magari pure con gli interessi.

Rimborsi banche, in arrivo i decreti: subito i soldi a chi ha redditi sotto 35mila euro

Incontro a Palazzo Chigi con Tria e Conte. Di Maio attacca: "Non voglio arbitrati per i truffati", ma passa la linea del Tesoro che prevede un doppio binario: per il ristoro automatico serve anche patrimonio immobiliare sotto 100mila euro

di ROSARIA AMATO e RAFFAELE RICCIARDI
MILANO - Si chiude con una fumata bianca il faccia a faccia a Palazzo Chigi tra le molte associazioni che rappresentano i risparmiatori azzerati dai crac delle banche (dalle Venete a Etruria e via dicendo) e il governo: si aspettano ora soltanto i decreti attuativi da parte del Tesoro, che dovranno anche modificare la legge di Bilancio con la quale l'esecutivo aveva destinato 1,5 miliardi ai ristori.

All'incontro hanno preso parte il premier Giuseppe Conte, i ministri Giovanni Tria e Riccardo Fraccaro, i sottosegretari Alessio Villarosa (M5S) e Massimo Bitonci (Lega). Quest'ultimo ha annunciato che i testi "saranno domani in Cdm".

A Conte è toccato il ruolo di mediare tra le posizioni dell'esecutivo. Alla fine ha prevalso la linea scelta dal Tesoro, concordata con Bruxelles, del "doppio binario" per evitare una procedura d'infrazione; Lega e M5s, di contro, spingevano perché ci fosse un binario unico, ovvero rimborso per tutti indiscriminatamente.

Con l'accordo, invece, la platea di circa 200mila persone si sdoppierà: i ristori diretti andranno ai risparmiatori con un reddito imponibile entro i 35mila euro (per singola persona componente del nucleo familiare, mentre inizialmente si parlava di Isee) e un patrimonio mobiliare non superiore a 100.000 euro. Per gli altri, il via libera passerà da una sorta di controllo arbitrale, che sarà però semplificato e dovrebbe prevedere una 'tipizzazione' dei risparmiatori in modo da accelerare le pratiche. L'indennizzo sarà pari al 30% per gli azionisti e del 95% per gli obbligazionisti subordinati. Questo impianto è stato approvato da quasi tutte le associazioni: diciassette, contro le due contrarie.

Il Mef ha fatto sapere nei giorni scorsi che - con questi parametri - grossomodo il 90 per cento dei risparmiatori accederebbe al rimborso diretto, anche se la stima pare ottimistica alle associazioni (anche a quelle più in linea con il Tesoro durante la trattativa) che indicano un valore plausibile intorno al 40 per cento. In questo modo, inoltre, non sarà neppure necessario il cosiddetto "scudo" che Tria chiedeva per i funzionari del suo dicastero, qualora si fosse andati dritti per la via indicata da Lega e M5s e con il rischio di un danno erariale.

Il fronte delle associazioni si è presentato diviso all'appuntamento, tra l'ala più radicale che spinge per la linea dura, e non è disposta ad accettare soluzioni che riaprano le porte a forme di arbitrato, a meno di garanzie precise, e l'ala più dialogante che è pronta a collaborare pur di fare partire i rimborsi, di fronte alla prospettiva di una procedura d'infrazione da parte dell'Unione europea. Ai primi ha continuato a guardare Luigi Di Maio, che anche stamattina ha tuonato: "Tutto quello che si farà per i truffati delle banche deve avere il loro assenso, altrimenti non si va da nessuna parte, quindi l'unica linea che può passare è quella dettata dagli stessi truffati, non passa nè la mia nè quella di un altro altrimenti è inutile che facciamo i rimborsi". A margine del Vinitaly, il vicepremier ha aggiunto: "Se li portiamo davanti ad un arbitrato ci vorranno mesi e mesi per fargli avere i soldi. Io non voglio portarli davanti ad un arbitrato".

Eppure, alla fine, la linea di Tria è risultata la vincente. Tanto che Luigi Marattin, capogruppo Pd in Commissione Bilancio alla Camera, ha attaccato: "Oggi comincia a crollare il castello  delle promesse populiste. Per 3 anni e mezzo hanno urlato ai quattro venti che  avrebbero rimborsato al 100% tutti gli azionisti. Hanno insultato, tirato uova, promesso mari e monti. Oggi la realtà presenta il conto. Ma è solo l'inizio della fine per il governo delle balle".

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