lunedì 8 aprile 2019
ANCORA SCONTRI ALLE PORTE DI TRIPOLI
Ciclicamente la Libia torna a fare notizia e lo fa soprattutto quando gli interessi occidentali nell'ex colonia italiana vengono minacciati dai contendenti al potere,che sono da un paio di anni il Presidente"ufficiale"Al Serraj,fantoccio messo di sovracitati paesi e il generale Haftar,mentre i tanti clan che dominano altre zone del grande territorio nordafricano sono a corollario di un paese allo sbando dalla cacciata di Gheddafi.
L'articolo di Contropiano(internazionale-news )parla della vera e propria battaglia,con tanto di vittime,che si sta combattendo alle porte di Tripoli nella zona dell'aeroporto,con notizie contrastanti sull'esatta ubicazione delle truppe di Haftar che hanno incontrato la resistenza di quelle ufficiali di Al Serraj,vedi anche:madn lombra-di-gheddafi .
Libia. Proseguono gli scontri. Tripoli protesta con la Francia. Conte “batte un colpo”.
di Alessandro Avvisato
Mentre gli scontri armati continuano ad una decina di chilometri dalla capitale libica, gli apparati di sicurezza del governo di Tripoli, smentiscono che le milizie dal generale Khalifa Haftar, abbiano il controllo dell’aeroporto internazionale di della Capitale. La smentita arriva in risposta risposta al portavoce delle milizie dell’uomo forte della Cirenaica, Ahmed al-Mismari, il quale aveva rivendicato di aver preso il controllo dell’aeroporto a sud di Tripoli, riferisce l’agenzia Askanews.
Il portavoce del governo di Tripoli, Abu Salim, ha confermato che i militari dell’esercito del governo di unità nazionale (Gna) si trovano nell’area vicino all’aeroporto e stanno mettendo in sicurezza la zona. Altre fonti, sottolinea il quotidiano Libyan Observer, concordano sulla ritirata delle truppe di Haftar verso la zona di Souk Al-Khamis.
L’aviazione del governo di Tripoli ha lanciato dei raid aerei sulle posizioni dell’esercito del generale Khalifa Haftar a Mizda, a sud di Gharyan e Souq Al-Khamis, sudest di Tripoli. L’aeronautica militare libica ha condotto un raid anche sul campo militare di Thamina che si trova vicino alla città di Gharyan, in una zona di montagna, dove si sono posizionate le milizie di Haftar, scrive il Libya Observer.
Al Jazeera riferisce invece che il presidente del governo di Tripoli, Fayez al Sarraj, ha accusato ieri il generale Khalifa Haftar di “tradimento” in un discorso televisivo sabato. “Abbiamo steso le nostre mani verso la pace – ha detto al-Sarraj – ma dopo l’aggressione da parte delle forze di Haftar e la sua dichiarazione di guerra contro le nostre città e la nostra capitale non troverà nient’altro che forza e fermezza”.
Sempre Al Jazeera fa sapere che il premier libico Fayez al-Sarraj ha presentato formalmente all’ambasciatrice francese in Libia, Béatrice du Hellen, una “forte protesta”, accusando Parigi di sostenere le milizie del generale Khalifa Haftar. La stessa fonte ha sottolineato che Serraj ha chiesto formalmente all’ambasciatrice di riferire la sua protesta al suo governo e al presidente francese, Emmanuel Macron.
Un portavoce dell’Eni in Libia, informando che non c’è personale italiano a Tripoli, riferisce che “la situazione nei campi è sotto controllo e stiamo monitorando l’evolversi della situazione con molta attenzione”.
Sulla guerra civile in Libia, dopo l’Eni, batte un colpo anche il Presidente del Consiglio italiano Conte. che ha avuto ieri una conversazione telefonica con il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres.
Conte, spiega una nota diffusa da Palazzo Chigi “ha espresso la sua preoccupazione per gli ultimi sviluppi in Libia, preoccupazione fortemente condivisa da Guterres che ha da poco lasciato il Paese libico al termine di diversi incontri, tra cui quello con Haftar”. Il premier italiano “ha ribadito il forte sostegno italiano al processo di transizione politica guidato dalle Nazioni Unite, considerato il percorso più efficace e sostenibile per giungere alla definitiva pacificazione e stabilizzazione del Paese a beneficio dell’intero popolo libico”. Conte e Guterres rimarranno in stretto contatto nei prossimi giorni.
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