giovedì 4 giugno 2015

NULLA DI NUOVO SOTTO IL SOLE

Lo sciacallaggio mediatico sull'incidente che ha portato alla morte della donna filippina ad opera di alcuni rom che si sono dati alla fuga continua sulle emittenti nazionali e sui quotidiani col bene placito della massa di razzisti che se la ghignano e si compiacciano di tale non disinteressato contributo da parte degli organi di disinformazione.
Da giorni c'è chi parla costantemente del fatto e ci mangia sopra per scopi elettorali,e il caso di ieri a Roma è la diretta conseguenza di questa campagna dell'odio:infatti la polizia nuovamente ha caricato i manifestanti antirazzisti uniti assieme ai migranti che manifestavano a breve distanza di un presidio di Ca$$a Povnd che forse non sanno che stanno sì blaterando il loro odio verso i rom ma stanno anche difendendo una migrante.
Fatto sta che hanno potuto proseguire nel loro scopo di propaganda nazifascista protetti come sempre dai celerini che le hanno manganellato il corteo de centri sociali:articolo preso da ecn.org.

Incidente Boccea, Spintoni e manganellate al presidio antirazzista.

Incidente Boccea, sit-in di Casapound: tensione alta nel quartiere. Spintoni e manganellate al presidio antirazzista

Due manifestazioni indette in via Battistini. Non autorizzata quella dei centri sociali, allontanati anche dal marciapiede dagli agenti in tenuta antisommossa. La Questura: "Trovato borsone con mazze di legno". L'organizzazione di estrema destra: "Chiudere i campi rom"


Tensione a Boccea davanti alla stazione della metro Battistini, nel luogo in cui mercoledì scorso un'auto ha travolto nove persone, uccidendone una. Proprio in quel punto era convocato un sit-in di comitati di quartiere guidato da CasaPound, l'organizzazione di estrema destra di via Napoleone III. Un'iniziativa a cui movimenti antirazzisti e centri sociali hanno risposto indicendo una contro-manifestazione non autorizzata che è stata però caricata.

Il presidio (un centinaio di persone dietro lo striscione "Solidarietà per Corazon e tutti gli immigrati") era fermo sul marciapiede, senza intralciare la strada, ma dopo un'ora di interventi e cori sono intervenute le forze dell'ordine in tenuta antisommossa. "Vi intimo di disperdervi" l'ordine urlato al megafono da un funzionario dopo aver fatto allontanare i giornalisti. Qualche istante e sono volati spintoni mentre i manganelli si sono alzati contro il presidio. I ragazzi sono stati respinti su via Mattia Battistini a 300 metri dalla fermata del bus davanti a cui era stato convocato il sit-in, ben lontani dalla manifestazione di CasaPound che ha sfilato dietro i tricolori ("Alcuni italiani non si arrendono" lo striscione) e le tartarughe simbolo del movimento di Iannone. La strada è stata chiusa dai blindati delle forze dell'ordine per tutto il pomeriggio. In serata a Questura ha fatto sapere che "durante l'attività di mediazione, volta a far allontanare i presenti affinché non venissero in contatto con i manifestanti di Casapound è stato rinvenuto, sotto la bancarella di un ambulante, un borsone dentro il quale, sono state trovate e sequestrate alcune mazze di legno".

"Sarò strano io, ma non capisco come si possa autorizzare una manifestazione razzista a Casapound e vietare un presidio antirazzista Boccea" ha commentato, su Twitter, il vicesindaco di Roma Luigi Nieri.

L'organizzazione di destra è scesa in piazza per chiedere di "chiudere i campi rom di via Cesare Lomborso e e via della Monachina". ''La situazione nel quartiere - si legge in una nota del movimento di destra radicale - è da tempo insostenibile. Casapound lo evidenzia da mesi. È arrivato il momento di promuovere una mobilitazione politica affinché questi centri di illegalità e degrado vengano chiusi''. "Siamo qui a difendere il nostro popolo come abbiamo sempre fatto" hanno spiegato poi al megafono alcuni manifestanti, tra cui Simone Di Stefano, pluricandidato di Cpi a Regionali e Comunali nel Lazio prima e in Umbria all'ultima tornata elettorale. "Non siamo razzisti, noi guardiamo la realtà" hanno detto poco prima di aggiungere: "Bisogna aiutare prima gli italiani e poi forse gli altri", "I rom stranieri vanno espulsi, quelli italiani educati". Poi l'attacco alla sinistra e all'amministrazione comunale: "Non c'è bisogno di un fatto eclatante e si vede cosa fanno i rom. Questa giunta di sinistra non fa altro che proteggerli. Qui ci vogliono le ruspe, i campi vanno chiusi".

Un appello che Francesca Danese e Erica Battaglia, rispettivamente Assessore alle politiche sociali di Roma Capitale e Presidente di commissione, giudicano "tardivo e fuori luogo. Arriva tardi, perché tra gli impegni presi da questa Amministrazione in campagna elettorale c'era anche il superamento del sistema dei campi rom. È fuori luogo perché non interroga la vecchia Amministrazione sull'uso dei fondi in emergenza che il governo Berlusconi diede a Roma per l'ormai noto e fallimentare "Piano Rom" ideato dalla Giunta di centrodestra che guidava la città, piano che ha portato all'allestimento di tre nuovi campi per una spesa esagerata e al completo abbandono e sovraccarico di quelli già esistenti".

I movimenti anti-razzisti e anti-fascisti della capitale avevano invece indetto il contro-presidio scrivendo:
"CasaPound, seguendo l'esempio del suo capo Salvini, intende continuare a speculare sulla morte di una di quelle migranti che vorrebbero cacciare dal paese. La comunità filippina ha già dimostrato una dignità inarrivabile per questi avvoltoi fascisti del terzo millennio. Noi, ricordando a Salvini e a Casa Pound che la campagna elettorale è finita, abbiamo intenzione di impedire che quel presidio compia l'ennesimo scempio della memoria di Cory".

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