Voglio cominciare a dare un contributo fotografico al mio blog partendo dal viaggio come tematica itinerante,perchè viaggiare è un'emozione forte,una delle mie preferite.Mi esalta la preparazione,mi scombussolano i momenti appena prima della partenza e durante anche solo le ore,o giorni o settimane che trascorro viaggiando è tutto un susseguirsi di scoperte,trepidazioni e sorprese uniche.
"Percorrerai tutte le strade di tutti i popoli della terra,prima di trovare te stesso"dice il Sub comandante Marcos in una sua novella,e come dargli torto?
Comincerò questo nuovo argomento con l'ultimo viaggio,quello in Iran del novembre 2007.
La porta d'ingresso ideale per entrare nel magico mondo dell'antica Persia è la Porta di Serse che ci permette di entrare a Persepoli,uno dei siti archeologici più belli al mondo,gemma dello splenore di potenza e ricchezza che erano riusciti ad ottenere gli Achemenidi.
Persepoli si trova nei dintorni di Shiraz(prima tappa del tour)ed è un paradiso per archeologi e storici,un agglomerato di palazzi,colonnati,scalinate e bassorilievi,riduttivo a dirlo in poche parole,ma la mia vuole essere solo un'infarinatura sul viaggio,magari col tempo riuscirò ad approfondire certe tematiche.
Un posto estremamente suggestivo sono le cascate di Margoon,un luogo non segnalato sulle guide ma conosciuto in internet,a 140 Km da Shiraz,vicino a Sepidan,
dove lo scorscio dell'acqua si sente solo poco prima attraversando un bel sentiero che costeggia una parete rocciosa,e qui io e Paolo(il mio compagno d'avventure)abbiamo faticato non poco per poter fotografare da vicino la cascata,rischiando sulle rocce sdrucciolevoli!
Il percorso per arrivarci è a dir poco spettacolare,con una strada ben asfaltata e larga per essere,al passo per Sepidan,oltre i 200o metri
Ultima tappa dei luoghi vicino a Shiraz è il lago salato di Maharloo,dove i locali estraggono il sale depositato sulla superficie,un caldo e un riverbero del sole micidiale!
Proseguendo verso nord siamo stati ad Ahvaz(grossa città piena di raffinerie di petrolio),Choqa Zanbil,famosa per la sua zigurrat,una sorte di torre-piramide testimoninza della civiltà elamita,patrimonio Unesco
per poi giungere a Shush,l'antica Susa capitale degli achemenidi e una delle più antiche città al mondo,insediata dal quarto millennio A.C.Dopo Andimeshk e Kermanshah eccoci nella zona curda dell'Iran,al confine con l'Iraq dove abbiamo alloggiato a Marivan come punto di partenza per le escursioni.La strada che ci porta nella valle dell'Howraman è mozzafiato,salite e discese con tornanti lunghissimi che mettono a dura prova i freni delle auto.Si arriva fino ai 2200 metri in prossimità del posto di blocco al confine con l'Iraq:dall'altra parte della montagna c'è un paese in guerra.
In un punto,dopo il villaggio di Biya Kaya,la strada passa in una gola strettissima circondata da pareti alte e a picco,e dopo il piccolo villaggio di Kamala arriviamo a Howraman-at-Takht,un paese magnifico con case strappate alla montagna costruite su terrazze.
In questa zona del Kurdistan gli uomini indossano i tipici kolobal,giacche in feltro marrone fornite di "corna" sulle spalle.
Dopo aver lasciato il confine ci siamo accentrati e passando da Baneh e Saqqez su un savari(taxi collettivo)su una strada che la mappa non segnalava nemmeno,siamo giunti a Tekab,città punto di partenza per poter ammirare Takht-e-Soleiman,il Trono di Salomone,
il sito che forse mi è piaciuto di più per via del paesaggio magnifico che si attraversa per giungervi,per il fatto che si trovi in cima ad una collina e per la conformazione stessa:tutt'attorno ad un lago circolare di origine vulcanica ci sono resti di antichissimi templi e palazzi d'epoca sasanide,tra cui il Tempio del fuoco dove gli Zoroastriani celebravano i loro riti.
Dalla sommità della collina il villaggio di Nostrabad si fa notare per le sue case di fango con tetti di paglia,con lo sfondo dominato dalla Zendan-e Soleiman(la prigione di Salomone).
Panorami mozzafiato dove lo sguardo si perde all'infinito abbracciano la strada del ritorno,prima di passare per Shahin Dezh e Miyando'ab,sulla via per Tabriz,
una grande città con una maggioranza azera e turca(siamo quasi all'estremo della zona nord-occidentale)dove in pratica tutti ci fermavano per poter perfezionare il loro inglese(meglio del nostro comunque!)e perdendo scommesse sulla nostra nazionalità(tra le più gettonate Francia,Inghilterra e Australia,con punte di Russia e perfino Giappone!).
A Tabriz abbiamo visitato subito il bazar,magnifico,un labirinto di 35 Km con migliaia di negozi,decine di caravanserragli ed alcune moschee.
Qui il tappeto la fa da padrone,ed abbiamo incontrato pure un negoziante che commercia a Crema!Altri posti interessanti la Moschea blu(di Kabud),dove la vera attrattiva eravamo noi,letteralmente forografati e filmati da delle studentesse universitarie iraniane(dove ho pure avuto una richiesta di matrimonio!),il museo dell'Azarabayjan e Arg-e Tabriz,una parte di un'antica fortificazione.Capitolo a parte merita il dizi(abgusht),il piatto tipico della zona a base di carne di montone(che si scioglie in bocca)con patate,ceci,cipolle,pomodoro,lardo e pelle di gallina,il tutto servito in un recipiente con pestello dove si trita il composto rimasto dopo aver fatto scendere nella scodella tutto il brodo,mangiato col pane(rigorosamente made in Iran).
Ad un ora da Tabriz il fratello di Mr.Nasser Khan(un mitico personaggio incontrato nel bazar e che ci ha aiutato in tutto senza volere un rial o toman,oltretutto in possesso di un buon italiano),ci ha accompagnati a Kandovan,
un villaggio di 600 abitanti stanziali simile ai paesaggi cappadociani con le loro rocce a forma di camino di fata,tutt'ora abitati sorattutto da agricoltori e allevatori.
Con un volo interno con scalo a Tehran da Tabriz siamo già a Yazd in giornata,nell'Iran centrale in una zona quasi desertica,dove si trova il complesso di Amir Chakmaq,uno dei simboli più conosciuti dell'Iran,
da dove si ha una vista magnifica della città vecchia(dove è spettacolare perdersi nelle sue strette viuzze costeggiate da case costruite con mattoni di fango,patrimonio Unesco),dei suoi badgir e delle moschee.
I badgir dette anche torri del vento sono un antico sistema di condizionamento dell'aria,che fanno passare l'aria calda attraverso vasche d'acqua facendone acquistare freschezza.Queste torri,oltre ai qanat(canali sotterranei profondi anche 100 metri scavati per catturare l'acqua presente nel sottosuolo)sono tipici di Yazd.
Abbiamo avuto la fortuna di alloggiare in pratica a fianco del Bogheh-ye Seyed Roknaddin(un mausoleo con la cupola rivestita di piastrelle azzurre)e alla Mosche del Jameh con minareti alti 48 metri.
Grazie alla gente del posto abbiamo imparato molto riguardo la cultura e curiosità del mondo iraniano.La maggioranza degli iraniani è musulmana sciita(che resta la minoranza numerica nell'intero mondo islamico)e le loro moschee hanno due minareti rispetto quelle sunnite che ne tengono uno.Anche i portoni hanno due batacchi per bussare,uno per le donne e l'altro per gli uomini,in modo che la donna di casa possa aprirlo con o senza velo.
A 5 km di distanza da Yazd vi sono le torri del silenzio(Dakhmeh-ye Zartoshtiyun)poste su delle colline desertiche,ove fino ad una quarantina di anni fa gli zoroastriani lasciavano i cadaveri dei loro cari per poter essere decomposti con l'aiuto degli avvoltoi,
poichè non seppellivano nè bruciavano i propri defunti per non inquinare gli elementi naturali.Nell'antichità un sacerdote assisteva la decomposizione curando il primo occhio che l'avvoltoio beccasse:se era il destro era buon segno,se il sinistro era un cattivo presagio.Lo zoroastrismo ha in Yazd e nelle sue vicinanze i templi più importanti in tutto il mondo ed uno di questi è il Tempio del fuoco sacro(Ateshkadeh),
dove al suo interno arde un fuoco vecchio di migliaia di anni,tenuto vivo dai sacerdoti bruciando legni di mandorlo e albicocco.
Dopo una breve visita ad Ars Abad,ad
una settantina di Km da Yazd c'è il luogo più importante della comunità zoroastriana dell'Iran,il tempio del fuoco di Pir-e-Sabz,incastonato nella roccia così come il paesino di Chak Chak,posto dopo una salita ripidissima su un sentriero pieno di tornanti,e successivamente il villaggio in rovina di Kharanaq,esplorato camminando sui tetti e nelle stanze delle antiche case,ma con molta attenzione!
Dopo aver attraversato degli orti sorprendentemente rigogliosi per via dei qanat che irrigano un lato della collina,abbiamo oltrepassato il greto di un fiume in secca per poter ammirare un'antica moschea di epoca qagiara,posta innanzi ad un panorama emozionante,
e da qui foto suggestive da sotto il ponte che divide il luogo di culto dalla città che a parte un caravanserraglio ristrutturato e una decina di abitazioni è da considerarsi "fantasma".
La tappa successiva è Isfahan,la città più bella dell'Iran,la perla della Persia con i suoi monumenti,le moschee,i bazar e i ponti splendidi.Essendo giunti di pomeriggio dopo aver trovato sistemazione in centro ci siamo tuffati subito nell'Imam Khomeini Square,la seconda piazza al mondo per grandezza dopo Tien An Men,imponente non solo per grandezza ma anche per i monumenti che trovano vita lungo il suo perimetro.
La Moschea dell'Imam(Masjed-e Imam)è una delle più belle del mondo islamico,con la tonalità del blu che ammalia lo sguardo,con un portale d'ingresso atipico e finemente lavorato,ed i quattro iwan(sale poste in prossimità dei 4 punti cardinali)che cingono il cortile interno,
con il mihrab(nicchia posta nell'iwan posta in direzione della Mecca)di marmo finemente decorato.La cupola del santuario principale è costruita in modo tale che stando perfettamente al di sotto di essa ogni minimo schiocco di dita o sussurro si possa sentire nell'intera moschea.
A nord-est di Imam Square trova sede la Moschea dello sceicco Lotfollah(Masjed-e Sheikh Lotfollah)è anch'essa un'incanto,anche se originariamente doveva essere una struttura destinata alle donne dell'harem dello sceicco poichè non vi sono nè minareti e nemmeno un cortile interno,col santuario attorniato da piccole nicchie che filtrano la luce creanco splendidi giochi di luce-ombra.
Anche questa moschea è finemente lavorata con motivi floreali,intricati arabeschi e motivi a nido d'ape,sempre con le piastrelle a mosaico col predominio del blu sugli altri colori.
Sul lato occidentale di Imam Square si trova l'imponente palazzo Ali Qapu,ora in fase di ristrutturazione,che si erge su sei piani e dalla sua ampia terrazza sopraelevata si ha la vista migliore della piazza con le fontane e anche parte del bazar-e Bozorg.
Isfahan ha come strada principale la Chahar Bagh Street(quattro giardini),effettivamente affiancata da palazzi come quello di Chehel Sotun e Hasht Behesht immersi in rigogliose aree verdi,anche se i lavori per la costruzione di una metropolitana rendono il traffico impossibile!Questa strada temina(o comincia,dipende!)in Enqelab-e Eslami Square dove c'è il ponte Si-o-Seh,uno dei molti che attraversano il fiume Zayandeh,composto da 33 archi e lungo 298 metri.Oltre che ponte è pure una diga e sotto alcuni archi vi sono delle suggestive sale da tè.Il lungofiume è la meta delle passeggiate preferita dai cittadini di Isfahan,vi sono molti ponti come il Ferdosi,il Chubi,il Bozormeghr,lo Shahrestan(il più vecchio)ed il Khaju,costruito su due livelli di terrazze con un padiglione al centro dove lo scià Abbas II,che lo edificò,si godeva il panorama.Risalendo il letto del fiume di sera e verso il quartiere armeno di Jolfa,dove sono presenti chiese cristiane e i locali e ristoranti più alla moda della città,la vista dei ponti al tramonto e succesivamente quando vengono illuminati è motlo suggestiva.
A nord della città di Isfahan sorge la mosche più grande di tutto l'Iran,la moschea del Jameh,20000metri quadrati di superficie ed 800 anni di storia,
ed infatti si possono notare al suo interno diversi stili architettonici che vanno dall'epoca selgiuchide a qualla mongola,fino a qualla safavide.Gli iwan sono maestosi ed il mihrab in stucco ricco d'intarsi con scritte tratte dal Corano e motivi floreali presenti nella stanza del sultano Uljaitu è splendido.
Meta successiva è la città di Kashan,di media grandezza e famosa per il suo bazar e per le case tradizionali(in pratica delle regge di mercanti o residenze di villeggiatura degli scià).Le più visitate sono quelle della zona di Alavi Street,ovvero Khan-e Borujerdi,Khan-e Tabatabei,Khan-e Abbasin e Khan-e Ameriha.
La moschea del Jameh presenta nel suo cortile interno una curiosa statua di un cavallo martirizzato.
Nei dintorni della città ci sono i ben curati giardini di Fin(Bagh-e Taikhi-ye-Fin)dove fu ucciso l'eroe nazionalista iraniano Amir Kabir,la moschea di Soltaniyeh,il santuario di Shahzadeh-ye Ibrahim,
ed il sito archeologico tutt'ora in fase di scavi di Sialk(Tappeh-ye Seyalk).Ormai siamo al termine del viaggio e ci rimane solo un giorno intero da passare a Tehran,e per giunta di venerdì col bazar che sembra un'enorme città fantasma,con all'interno moschee,e addirittura una caserma dei vigili del fuoco.
Appena al di fuori dell'ingresso principale del bazar c'è il palazzo del Golestan(roseto)al cui interno vi sono dei musei e varie sale.L'Ivan-e Takht-e Marmar è un salone delle udienze dalle pareti ricoperte di specchi con al centro un'enorme trono composto da 65 pezzi di alabastro(peccato che le foto non siano consentite all'interno),poi c'è la galleria d'arte Negar Khane,con dipinti d'epoca qagiara piena di personaggi ritratti con baffoni inverosimili!C'è il museo Shams-Al Emarat ed una galleria delle fotografie storiche(il primo uomo a fotografare Persepoli è stato un italiano,tale Luigi Pesce nel 1859).
Dopo aver fatto scorta di datteri,pistacchi,torroncini e zafferano(eccezionale!),ritorno in Imam Khomeini Square,dove ha sede il palazzo delle telecomunicazoni e dove a due passi abbiamo l'albergo,e visita all'interessante museo nazionale dell'Iran,pieno di reperti provenienti soprattutto da Persepoli e Shush,con una copia del codice di Hammurabi.
Dalla piazza principale dell'Imam Khomeini si riesce a vedere la vetta innevata della cima più alta dell'Iran,il monte Damavand(5671 metri)che fa parte della catena dei monti Alborz.
Comunque di Tehran abbiamo visto solo una minima parte,visto l'immensità della città.Quando la si lascia o ci sia arriva in aereo prima di atterrarvi ne passano di minuti!Ma è gia tempo di andare al nuovissimo aeroporto Imam Khomeini International Airport per poter tornare in Italia.Visitare l'Iran è stata un'esperienza molto positiva che tratterò nuovamente in questi spazi del blog,inutile dire che i mass-media occidentali raccontano quello che vogliono far credere loro alla gente di questa splendida terra e delle magnifiche persone che ho incontrato,dotate di un'intelligente curiosità e di una gentilezza,premura e senso di ospitalità degna di tutta la mia stima e rispetto.