La notizia di un accoltellamento avvenuto ieri sera in stazione Centrale a Milano di un ragazzo nato in Italia da genitore nordafricano e italiana ai danni di un agente Polfer e di un soldato impegnati a pattugliare la zona,è stata oggetto di sciacallaggio mediatico e di strumentalizzazione puntuale da parte soprattutto del governatore della Lombardia Maroni.
Che assieme al centrodestra meneghino e anche italiota puntano il dito contro la manifestazione di domani per i migranti(più per l'accoglienza in effetti)che dovrebbe ricalcare quella di Barcellona dello scorso febbraio(ilfattoquotidiano barcellona-come-lontana-litalia )anche se il paragone non è che sia molto azzeccato sia per i protagonisti che per gli slogan che saranno presentati.
L'articolo preso da Contropiano(milano-maroni-strumentalizza )parla di quello successo ieri sera a Milano(fatto che accade quotidianamente ma se fatto da uno dalla pelle non bianchissima viene subito amplificato a mille)e subito sbattuto il mostro in prima pagina,un ventenne con problemi familiari molto gravi,e delle chiacchiere buoniste di Maroni a degli altri pagliacci razzisti.
Senza dimenticare che ancora ieri una donna è stata uccisa in provincia di Padova(ilgazzettino.it )da chi si presumeva che l'amasse.ma già la notizia è scomparsa da Televideo e ieri ha avuto,se stata menzionata,solo per pochi secondi.
Milano. Maroni strumentalizza e chiede di revocare la manifestazione antirazzista di domani.
Sabato 20 maggio a Milano è stata convocata la manifestazione dal titolo “20 maggio senza muri” . Una manifestazione voluta, promossa e sostenuta dall’amministrazione comunale di Sala, ed in particolare dall’assessore PD ai servizi sociali Majorino come risposta al pattuglione-rastrellamento avvenuto il 2 maggio scorso alla Stazione Centrale di Milano.
Una operazione fortemente voluta e sponsorizzata dal presidente della Regione, il leghista Maroni, che proprio alla vigilia della manifestazione è tornato alla carica chiedendo che venga disdetta alla luce dell’aggressione avvenuta ieri, proprio alla stazione, contro un soldato e un poliziotto. I due sono stati feriti da un giovane italo-maghrebino che avevano fermato. La strumentalizzazione di Maroni, prontamente seguito da Salvini e da Forza Italia, è fin troppo evidente. La manifestazione di domani, è stata comunque confermata respingendo la provocazione di Maroni e della destra.
La manifestazione di domani, nata dalla convocazione da parte di un assessore della giunta Sala, Majorino, ha voluto richiamarsi alla grande manifestazione di Barcellona voluta anche dalla sindaca Ada Colau – ma con un paragone che in molti ritengono decisamente forzato e improprio.
A Barcellona le parole chiave della grande manifestazione popolare erano “apriamo le frontiere”, “basta morti”, “nessuno è illegale”, a Milano invece si parla genericamente di accoglienza e rispetto delle differenze culturali.
Non sfugge che la manifestazione sia anche un aspetto del confronto/scontro interno al PD, tra quelli decisamente schierati col ministro e con il decreto Minniti – degno erede di Cossiga e Pecchioli – quelli che vogliono “coniugare sicurezza e accoglienza”, e quelli che propongono un superamento della legge Bossi-Fini.
Non è un mistero che una parte della giunta comunale milanese abbia appoggiato esplicitamente il rastrellamento alla stazione centrale dello scorso 2 maggio, esprimendo solamente fastidio per “non essere stata avvertita”, una sottolineatura che si è poi declinata come “avviso all’ultimo momento”. Nei giorni successivi il sindaco Sala ha poi “fatto pace” con il ministro dell’interno Minniti in visita a Milano, valutando positivamente quanto sta facendo Minniti con il suo decreto ce sottolineando che “Il tavolo e la presenza di Minniti è servita a trovate delle formule affinché si pianifichi il controllo del territorio e la gestione dei migranti. Poi ognuno farà la sua parte operativa. Alla fine la mia richiesta voleva essere questa, quindi sono soddisfatto di come si è posto il ministro. In sostanza, di pianificare e lavorare assieme”.
La manifestazione di domani, nata dalla convocazione da parte di un assessore della giunta Sala, Majorino, ha voluto richiamarsi alla grande manifestazione di Barcellona voluta anche dalla sindaca Ada Colau – ma con un paragone che in molti ritengono decisamente forzato e improprio.
A Barcellona le parole chiave della grande manifestazione popolare erano “apriamo le frontiere”, “basta morti”, “nessuno è illegale”, a Milano invece si parla genericamente di accoglienza e rispetto delle differenze culturali.
Non sfugge che la manifestazione sia anche un aspetto del confronto/scontro interno al PD, tra quelli decisamente schierati col ministro e con il decreto Minniti – degno erede di Cossiga e Pecchioli – quelli che vogliono “coniugare sicurezza e accoglienza”, e quelli che propongono un superamento della legge Bossi-Fini.
Non è un mistero che una parte della giunta comunale milanese abbia appoggiato esplicitamente il rastrellamento alla stazione centrale dello scorso 2 maggio, esprimendo solamente fastidio per “non essere stata avvertita”, una sottolineatura che si è poi declinata come “avviso all’ultimo momento”. Nei giorni successivi il sindaco Sala ha poi “fatto pace” con il ministro dell’interno Minniti in visita a Milano, valutando positivamente quanto sta facendo Minniti con il suo decreto ce sottolineando che “Il tavolo e la presenza di Minniti è servita a trovate delle formule affinché si pianifichi il controllo del territorio e la gestione dei migranti. Poi ognuno farà la sua parte operativa. Alla fine la mia richiesta voleva essere questa, quindi sono soddisfatto di come si è posto il ministro. In sostanza, di pianificare e lavorare assieme”.
Una parte dei movimenti sociali milanesi, riunitisi nella rete “Nessuna persona è illegale”, ha condiviso la proposta del Naga (storica associazione milanese antirazzista e di sostegno ai bisogni delle/dei migranti) e ha deciso di essere presente nella giornata di mobilitazione di domani, di non aderire alla manifestazione dell’amministrazione comunale, ma di manifestare con un proprio appello e su una piattaforma con contenuti politici chiari e una scelta di campo ancora più netta, consapevole che il PD è parte del problema e non della soluzione.
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