giovedì 11 maggio 2017

BOSCHI,LA VERA MONNEZZA ROMANA

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Dopo aver parlato di immondizia a Roma ieri nel senso pratico,ecco un altro articolo basato sempre sulla sporcizia ma quella morale che non puzza di marciume ma che è sempre e comunque maleodorante.L'ora sottosegretaria alla presidenza del Consiglio ed ex ministra delle riforme costituzionali e per i rapporti col parlamento Maria Elena Boschi è di nuovo accusata di favoritismi per essersi interessata nell'acquisizione di Unicredit della banca del padre,la famosa Etruria poi salvata con i soldi di tutti i contribuenti(madn le-banche-la-nuova-fiat )assieme a Monte dei Paschi e altre.Le anticipazioni del nuovo libro del giornalista De Bortoli,una delle grandi firme del giornalismo italiano soprattutto in materia economica ed ex direttore del Corriere e del Sole 24 ore,rilanciano le accuse già saltate fuori negli scorsi mesi(madn maria-elena-boschi)e che si riferiscono al periodo 2015.Da sempre il governo con il ministero della finanza si interessano di questi fatti,ovvero di quando si potrebbe salvare una banca dal tracollo come successe proprio per Mps cercando d'invogliare Intesa San Paolo all'acquisto,ma non è possibile che la figlia del vicepresidente di una banca possa agire direttamente soprattutto perché non è di sua responsabilità ma anche per un palese conflitto d'interessi:fin quando non ci sarà una legislatura chiara su questo altri casi si solleveranno,la classica politica italiana fatta a pennello per gli interessi personali,Berluscojoni docet.Articolo di Left(left.it/2017/ )e suggerisco anche questo:contropiano.org/news/politica ).
In attesa di Ghizzoni,una cosa sul caso Boschi.
di Luca Sappino.I toni di Alessandro Di Battista non sono certo una novità: «Boschi è una bugiarda cronica. Non ha neanche senso chiamarla in Aula, vogliamo che venga Gentiloni e non faccia il verginello immacolato». L’indignazione dei 5 stelle non è un termometro affidabile, per via della nota storia del lupo. Il caso Boschi però è un caso politico molto spinoso, che – come spesso accade – supera persino i fatti che l’ex direttore del Corriere Ferruccio De Bortoli rimprovera a Maria Elena Boschi, ex ministro del governo Renzi e ora sottosegretaria alla presidenza del Consiglio con Gentiloni. Accuse che hanno già fatto finire in ristampa, ovviamente, l’ultimo libro di De Bertoli, Poteri forti (o quasi) in uscita con la Nave di Teseo.
Il fatto imputato a Boschi, ricordiamo, è quello di essersi spesa personalmente, ai tempi del governo Renzi, e quindi da ministro, con i vertici di Unicredit per far valutare l’acquisizione di Banca Etruria, come noto in difficoltà. Banca di cui il padre di Boschi era vicepresidente. Boschi dal canto suo conferma quando detto nel 2015 al Parlamento: «Mai mi sono occupata di Banca Etruria». Ma anche De Bortoli (che definì Renzi un “maleducato di talento” e che disse, sul Giglio magico, di sentire un “sentore di massoneria”) conferma: «Sono assolutamente tranquillo e sicuro delle mie fonti. Sono un collezionista di querele. E spero che quello di Boschi non sia solo un annuncio».
De Bertoli, peraltro, presentando il libro a Milano, spiega bene quale sia il punto. «Ho parlato di interessamento e non di pressioni», dice, ma poi continua: «Credo si debba uscire dall’ipocrisia, non trovo nulla di strano nel fatto che i politici si occupino dei problemi economici del territorio. Poi ci sono i conflitti d’interesse e le parole in Parlamento». Le bugie di cui strilla Di Battista e il conflitto di interessi su cui mai si è fatta una legge.
Tutto sarebbe più facile, comunque, se Federico Ghizzoni, allora amministratore delegato di Unicredit, e che De Bortoli tratta come fonte, confermasse o smentisse quanto scritto dal giornalista. Paolo Mieli, anche lui alla presentazione del libro, indica così il silenzio, che è centrale: «Manca un “dettaglio”», nota giustamente Mieli, «Ghizzoni, il cui silenzio appare una conferma, ha il dovere di spiegare dove, come e quando».
In attesa che la vicenda si chiarisca (posto che potrebbe anche non chiarirsi come spesso accade, sparendo da radar appena un’altra polemica la sostituirà), comunque il caso cresce e crescono le ricadute politiche.
Per ora il fronte del Pd è compatto a difesa di Boschi (anche perché la minoranza più critica, e che anche su questo caso chiede che «si vada a fondo», ha lasciato il partito). Ma qualcuno forse dovrebbe notare come è cambiata la figura di Boschi. Che rischia di esser «piombo nelle ali», come dice Peppino Caldarola a Omnibus, su La7, nelle ali di Renzi – che pure già ha il piombo suo. E non solo per le notizie, le polemiche (fossero anche dicerie, mediaticamente si pagano) sul caso Banca Etruria. Boschi dava, come noto, il nome alla riforma sonoramente bocciata al referendum di dicembre. Boschi, come Renzi, aveva giurato che avrebbe lasciato la politica. Boschi, insomma, non è più quella che (brevemente, come in una sbronza collettiva) è stata.
Lo scrive Melania Rizzoli su Libero (che titola “Boschi in fiamme”). Boschi «al suo esordio politico era la novità esplosiva, creata dalle mani del pifferaio magico Matteo Renzi, inseguita da ammiratori e giornalisti, fotografata e intervistata anche in bikini, considerata la più bella e la più tosta del Parlamento», oggi invece, «ha un’immagine che si sta distruggendo con il nuovo caso Banca Etruria, e che si sta trasformando lentamente, come fosse un avatar, con una metamorfosi evidente e irreversibile, che le toglie tutti i poteri». Insomma, continua Rizzoli, «Maria Elena sta diventando antipatica, quasi come la presidente Laura Boldrini». Qualcuno ne prenderà atto?

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