venerdì 20 maggio 2016

LA MORTE DI MARCO PANNELLA

La notizia dell'imminente morte di Marco Pannella,leader indiscusso del movimento radicale italiano,era già nell'aria quando aveva compiuto gli anni ad inizio maggio e i telegiornali avevano dato ampio risalto ai messaggi di augurio che si sono stavolta tramutati in cordoglio da parte dei politici italiani.
Che come vuole il detto"da bambini tutti belli,da morti tutti santi",hanno tessuto parole lodevoli verso un personaggio che a dirla bonariamente naturalmente ha scassato le anime soprattutto quelle cattoliche con proteste e battaglie che hanno segnato il secolo scorso a partire dagli anni sessanta.
Fautore di quelle prime campagne referendarie per i diritti civili,su tutte aborto e divorzio,Pannella era un personaggio molto scomodo e trattato molto male dai politici e da certi giornalisti.
Cui andava bene naturalmente quando faceva scioperi della fame,della sete,quando lanciava hashish in piazza o quando ha dato una panetta di fumo in una diretta Rai(cha catastrofe ai tempi!)...ora vedere personaggi che con la politica dei personaggi come Pannella non c'entrano nulla(Salvini,Renzi,Grillo,tutti i prossimi candidati sindaco)che proprio osannarlo non lo fanno ma che parlano di lui quasi come un amico fraterno,mi fa venire il voltastomaco.
Anche perché Pannella sapeva sbraitare ma sapeva fare i suoi calcoli,ha parlato a comizi della Lega ed era pronto ad allearsi col fascista Storace ed è stato un istrione e un funambolo dello schermo televisivo e delle piazze,come si può vedere grazie ai due contributi presi da Senza Soste(http://www.senzasoste.it/nazionale/muore-marco-pannella-il-privo-vero-esibizionista-della-politica-italiana )e da Contropiano(http://contropiano.org/interventi/2016/05/20/pannella-giano-bifronte-della-politica-morente-079353 ).
Comunque sia a parte l'età e la salute messa a dura prova da decenni spiace per questa morte di un uomo che ha saputo combattere con le armi della non violenza e che di sicuro ha portato benefici alla vita degli italiani.

Muore Marco Pannella, il primo vero esibizionista della politica italiana .

Tra le tante lodi tessute nei confronti di Marco Pannella, nel corso degli ultimi anni della sua vita, forse la più curiosa è quella di Giorgio Napolitano. Pannella fu infatti un acerrimo avversario di Napolitano durante la stagione del governo di unità nazionale, quella di accordo DC-PCI, e gli provocò non pochi problemi sul campo delle battaglie per i diritti civili.
La povera Giorgiana Masi, uccisa nel maggio di quasi quaranta anni fa dalla polizia di Cossiga con la connivenza del PCI, fu infatti assassinata ad un presidio dei radicali di Pannella che ricordava il referendum sul divorzio. All’epoca Pannella, con l’aiuto di qualche tv privata romana, riuscì a far breccia nell’opinione pubblica ribaltando la tetra versione dei fatti del governo DC-PCI e inchiodare, perlomeno agli occhi di chi sapeva valutare i fatti, i veri responsabili. Ma era un altro mondo, oggi quasi nessuno ricorda che non solo PCI e DC governarono assieme e in ben due governi Andreotti (si proprio lui) e a Palermo con l’asse Ciancimino-Macaluso. Altro che questione morale berlingueriana sventolata dagli sprovveduti e da chi, a corto di idee, cerca facile consenso: il PCI nel sistema DC dalle mani per niente pulite era la polizza di assicurazione per chi si sporcava e non poco. Oggi, o meglio nella recente storia di ieri, Marco Panella viene celebrato come un benemerito della repubblica. E come tale, ad 86 anni muore.
Di Marco Pannella vanno ricordate un pò di cose: l’assoluto minoritarismo elettorale, le sue liste hanno sempre raccolto sotto il 10% (e regolarmente sotto il 5) dei voti, il fiuto nel saper entrare in battaglie referendarie che si sono rivelate maggioritarie (divorzio, aborto, preferenza unica), la capacità di lanciare personaggi (da Rutelli allo stesso Giachetti oggi candidato PD a sindaco di Roma), di occupare spazi vuoti della politica (marce di ferragosto, pasqua, natale per finire sui giornali quando tutti sono in ferie) e l’abilità nel raccogliere fondi. E soprattutto la grande capacità di trasformare il proprio esibizionismo, da animale da palcoscenico della politica spettacolo, in patrimonio politico, di consenso e di tangibile fund raising. Per non parlare delle campagne che l’hanno tenuto sulla linea di galleggiamento della notorietà: dall’elezione di Negri a quella di Cicciolina.
Perchè lo celebra la politica istituzionale? Ma è semplice, perchè Pannella ha tenuto a battesimo quelle modalità dello spettacolo grazie alla quale la politica istituzionale si tiene in piedi. Oggi i ministri lavorano a ferragosto, pasqua (almeno nella versione ufficiale) come Pannella ha insegnato a fare. Oggi i presidenti del consiglio cavalcano i referendum, come fa Renzi, i diritti civili (idem come sopra), l’attacco ai sindacati (uno dei grandi cavalli di battaglia di Pannella). Si cavalcano quindi tutte le questioni di etica-spettacolo che Pannella aveva, da fantino pioniere, cavalcato prima ed in tempi molto rischiosi. Per questo Marco Pannella entra nel Pantheon della repubblica. Come esibizionista –nelle piazze, nelle assemblee, sui media- che ha fatto capire che l’esibizionismo, per le istituzioni, paga. Come sovrano indisturbato dell’ingresso dell’avanspettacolo in politica che, grazie a lui, dopo avrebbe visto altri personaggi: Berlusconi, Renzi, Grillo. Come nemico dei partiti di massa è celebrato alla loro fine in una (si fa per dire) democrazia dove contano soli i notabili.
Quindi una volta messo agli archivi il Pannella dei ruggenti anni ’70, quelli del referendum sul divorzio ma anche di quello sull’abrogazione al finanziamento pubblico dei partiti (e di quello contro la repressiva legge Reale), le istituzioni celebrano il guitto dalle idee, alla fine, tornate utili. Emma Bonino, funzionario del peggior liberismo degli ultimi anni e miracolata dalla capacità di Pannella nel lanciare personaggi, ha detto “è stato celebrato poco e altrettanto poco riconosciuto”. Si sbaglia, Pannella lo si sta celebrando per come è. Quel geniale, a tratti pericoloso, ciarlatano che ha insegnato al sovrano i trucchi per sopravvivere. Un esibizionista, ambiguo non lo si può celebrare come se fosse santo e cardinale. Il resto è chiacchiera destinata a scomparire.
redazione, 19 maggio 2016
 
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Pannella:il Giano bifronte della politica italiana.

di Paolo Ercolani.
Marco Pannella è alla fine della sua vita. E non per uno dei suoi celebri scioperi della sete e della fame. Semmai per l’implacabile lavorio di quella signora che non scioperai mai, portando sempre in fondo il suo lavoro, e che siamo soliti chiamare vita.
Presto scenderanno a fiotti le lacrime di coccodrillo di chi celebrerà il grande combattente, l’indomito politico controcorrente, l’alfiere di battaglie fondamentali per il progresso dei diritti civili nel nostro spesso incivile paese.
Vita, morte e (pochi) miracoli
Pannella è stato anche questo, certo, ma negli articoli «in morte di qualcuno» si tende quasi sempre a conformare le ricostruzioni biografiche all’insegna dell’agiografia più indistinta.
Ma qui ci interessa più che altro capire ciò che il leader radicale è stato «in vita». Questo blog si intitola l’«urto del pensiero» proprio perché questa facoltà umana, il pensiero appunto, sempre più mortificata e relegata nei cassetti delle cianfrusaglie inutili, se fatta funzionare con mestiere e rettitudine riesce a scardinare le apologie dell’ipocrisia imperante.
Superando le verità finte o parziali che alimentano il teatrino di un’ideologia dominante che vuole che tutto torni, che il cerchio si chiuda sempre, che il sistema continui a funzionare all’insegna di un’armonia secondo cui i finti oppositori vengono riassorbiti all’interno del sistema stesso anche grazie all’epilogo universale: la morte.
Essa deve appianare tutto, sistemare ogni cosa, annullare le differenze e cancellare le miserie di una vita che è piccola cosa in confronto al grande mistero dell’esistenza.
Cancellare il pensiero e la storia è il sogno di ogni Potere: in questo modo è esso a dettare incontrastato l’agenda sociale e l’album delle figurine dei personaggi degni di rilievo e considerazione.
Le due facce
Volente o nolente, consapevole o meno di ciò, Marco Pannella, in questo senso, persona intelligente e politico scaltrissimo, è stato anche l’antesignano di una figura oggi imperante: il narcisista egocentrico che riduce la politica (ed ogni cosa) all’espressione del proprio ego, delle sue intuizioni o idee (o del suo tornaconto) del momento.
Il regno dell’indistinto ideologico (né destra né sinistra) è il terreno su cui personaggi come questi costruiscono il proprio edificio di inaffidabilità, incoerenza, politica del respiro corto e della contingenza, spettacolarizzazione di ogni messaggio o azione con l’unico scopo di ottenere un ritorno di immagine perfettamente inutile (se non dannoso) al bene comune.
Pannella, da questa ottica, ha rappresentato come forse nessun altro le due facce della politica italiana contemporanea: da una parte alfiere di grandi battaglie per i sacrosanti diritti civili ma, dall’altra, cinico e opportunista giocoliere di un trasformismo pronto ad allearsi con tutti, a passare da una parte all’altra della sponda rivelandosi un efficacissimo alleato di quel neo-liberismo che ci sta spogliando dei diritti sociali conquistati lungo secoli di battaglie politiche a tutela della classi sociali più svantaggiate.
Liberale, liberista, socialista, anarchico, democratico sono state le molteplici e contraddittorie definizioni che di volta in volta ha assunto il «suo» personale partito radicale, che in questo modo ha potuto giocare sul crinale stretto di una politica ancora parzialmente capace di mettersi al servizio della collettività, ma anche di configurarsi come strumento ad uso personale del leader e, più in generale, di un sistema imperante che finge di riconoscere i diritti secondari (le droghe leggere, il matrimonio omosessuale, l’eutanasia) salvo contribuire alla spoliazione dei diritti fondamentali (il lavoro, l’istruzione, la giustizia sociale).
Morte della Politica
Grande comunicatore, indimenticabile affabulatore, rimpianto giocoliere di una politica ridotta a comunicazione e spettacolo, Pannella andrebbe studiato e compreso in quanto archetipo di un leader di passaggio dall’epoca moderna a quella post-moderna.
Quest’ultima, neanche a dirlo, caratterizzata dalla mancanza di grandi visioni, dall’incapacità di difendere i più fondamentali diritti sociali, serva del qui e ora e di uno spettacolo mediatico che ti esalta quanto più ti riveli in grado di bucare lo schermo senza però scalfire minimamente il potere dominante.
Massimo rispetto per l’essere umano Marco Pannella, specie ora che ci lascia. Simpatia per le sue doti di istrione e movimentatore di una politica da prima repubblica troppo spesso melmosa e noiosa.
Ma senza dimenticare il dato fondamentale.
Oggi celebriamo la sua morte.
Ma prima di lui, e con il suo innegabile contributo, è morta la Politica con la maiuscola.
E oggi ne stiamo pagando le terribili conseguenze.

Paolo Ercolani
da http://ilmanifesto.info/storia/pannella-il-giano-bifronte-della-politica-morente/
(scritto poche ore prima dell’annuncio della morte di Marco Pannella)

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