In questi giorni la protesta è continuata ed i sindacati,i lavoratori e i manifestanti tra i quali una massiccia presenza di studenti,non solo non hanno fatto un passo indietro ma anzi hanno alzato il tiro e fare benzina in Francia ora è veramente difficile causa il blocco delle raffinerie ed ora c'è il forte rischio che pure le centrali nucleari possano chiudere o limitare la capacità di fornire energia di fatto paralizzando tutto il paese.
Di contro il governo sta imponendo alla polizia il pugno duro contro questi blocchi e contro le manifestazioni di piazza causando scontri violenti contro chi non vuole stare al giogo di un sistema capitalistico che toglie sempre più diritti alla classe lavoratrice francese.
Proteste contro il governo, in Francia comincia a mancare la benzina.
Dopo oltre due mesi di proteste il movimento contro jobs act francese non si ferma e continua con le azioni contro il governo di Manuel Valls. Nessuno Oltralpe sembra essere cascato nella falsa promessa che si possano barattare diritti per avere posti di lavoro e il governo francese è sempre più in difficoltà. Da diversi giorni, su iniziativa dei sindacati CGT e Force ouvrière, sono cominciati i blocchi alle raffinerie e ai depositi di carburante per colpire l’economia fino al ritiro della contestatissima Loi Travail, sola possibilità che resta al movimento dopo decine di manifestazioni ignorate dai politici al governo. Se fin dall’inizio della protesta l’intenzione è stata quella di colpire politici e grandi imprenditori “dove gli fa male”, fino ad oggi il vero motore della protesta erano stati gli studenti delle scuole superiori e i partecipanti a Nuit Debout, l’acampada per il ritiro della legge. Negli ultimi giorni invece i sindacati sembrano essere usciti dal loro torpore e hanno organizzato decine di blocchi di raffinerie, porti e depositi di carburante. Sei delle otto raffinerie francesi sono bloccate in questo momento da scioperi o picchetti con effetti che iniziano a farsi sentire direttamente sulle pompe di benzina, per ammissione del governo almeno pochi giorni di blocco hanno già messo in difficoltà 1’500 stazioni di servizio e alcune prefetture del nord della Francia hanno cominciato a razionare l’accesso al carburante.
“Non c’è bisogno di dar fastidio ai
nostri compatrioti con questi blocchi” ha dichiarato il primo ministro Valls
facendo appello al senso di responsabilità dei manifestanti. Che la situazione
inizi a preoccupare seriamente Valls e Hollande lo dimostra il pungo
duro usato dalla polizia contro i blocchi. Anche se il governo ostenta
tranquillità diverse centinaia di agenti in assetto antisommossa sono stati
inviati a sgomberare i manifestanti. A Lorient, dove centinaia di portuali
bloccavano un importante deposito di carburante, la polizia è intervenuta in forze nella giornata di venerdì per
smantellare le barricate montate dai lavoratori facendo uso di lacrimogeni e
manganelli. I manifestanti hanno risposto lanciando pietre e oggetti contro i
poliziotti, un agente ha avuto un dente rotto da un sasso. A Dunkerque domenica
la polizia è intervenuta per sgomberare altri due depositi petroliferi. Polizia
in azione anche a Rouen ma nella notte tra domenica e lunedì uno nuovo
importante deposito è stato bloccato a Fos sur Mer da circa 500 manifestanti che
hanno costruito barricate per prevenire l’arrivo delle forze di polizia.
La determinazione dei manifestanti sta
già portando i primi frutti, il governo ha fatto marcia
indietro sulle misure della Loi travail che toccavano la categoria degli
auto-trasportatori dopo che questi avevano bloccato numerosi caselli
autostradali la settimana scorsa: “Questo primo importante risultato deve
incoraggiare tutti i lavoratori a raggiungere il movimento, arriveremo fino in
fondo” ha dichiarato Catherine Perret, segretario confederale della CGT.
Martedì ci sarà un nuovo
sciopero dei ferrovieri, mentre giovedì è stato dichiarato l’ottavo
sciopero generale per tutte le categorie e nei prossimi giorni sono previste
nuovi picchetti per bloccare completamente gli snodi marittimi francesi.
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