Nelle ultime ora Renzi ha usato e poi scaricato Tsipras e la Grecia,ha preso in giro la totalità degli elettori italiani,illuso qualche milione di elettorato di Forza Italia e sputtanato l'ex ministro Kyenge.
Ma veniamo con ordine partendo dalla massima solidarietà col popolo greco e con l'attuale premier e il ministro dell'economia Varoufakis per poi smentire tutto quando la Bce ha deciso di non voler più accettare i titoli di stato ellenici,appoggiando una parte della Troika che Atene(s'è visto anche in una ennesima grande manifestazione contro l'austerità)sta sfidando apertamente.
Per quanto riguarda l'elettorato italiano questa è una vera e propria perla in quanto solo qualche tempo fa Renzi disse"non lasceremo il paese in mano agli Scilipoti"rievocando una delle pagine più vergognose dei lavori al Parlamento italiano quando un gruppo di deputati lasciò il proprio partito(lui di Idv)per andare a dar manforte a Berlusconi dopo l'abbandono di Fini(a suon di Euro).
Ora invece Renzi fa appello a chiunque di fare quello che successe nel 2010 con l'uscita di politici dai loro gruppi di appartenenza a dargli un aiuto con i numeri,e questo è collegato alla fuoriuscita di Forza Italia dal famigerato Patto del Nazareno ed è per questo che il premier cerca voti utili.
Finisco con il caso dell'ex ministro Kyenge chiamata orango da un scimmione come Calderoli e che fece scandalo qualche anno fa mentre ora il partito di cui è segretario dice che si trattò solo di una critica politica.
Quando l'allievo supera il maestro!
(Articolo preso da Il Fatto Quotidiano:http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/05/grecia-ricatti-varoufakis-provoca-berlino-paesi-umiliati-rischio/1398843/ ).
Grecia, Renzi scarica Alexis Tsipras: “Decisione della Bce legittima e opportuna".
Dopo aver idealmente abbracciato Tsipras martedì 3 febbraio durante la sua visita a Roma e l’idea di cambiamento che il premier greco vuole introdurre in Europa, Renzi continua sulla propria strada, dunque. Quella che porta a Bruxelles. In questo momento il dialogo con l’Europa per il premier viene prima di tutto. Incassato il Quantitative Easing voluto dal presidente dell’Eurotower Mario Draghi, per Roma il prossimo appuntamento è con il parere che la Commissione Ue è chiamata a esprimere sulla legge di Stabilità messa a punto dall’Italia. E nella medesima situazione si trova anche Parigi: questa mattina il commissario agli affari economici Pierre Moscovici ha annunciato che l’esecutivo Ue pubblicherà i risultati dell’esame sulla legge di stabilità di Italia, Francia e Belgio il 27 febbraio. Meglio allinearsi, quindi, anche se la legge di stabilità dovrebbe passare al vaglio senza intoppi, perché Roma ha ridotto il deficit come richiesto da Bruxelles.
Nel capitolo dedicato all’Italia delle previsioni economiche invernali, la Commissione indica che lo sforzo di Roma sul deficit strutturale sarà pari allo 0,25% del Pil nel 2015. “Il bilancio strutturale migliorerà di un quarto di punto percentuale del Prodotto interno lordo nel 2015″, spiegano fonti dell’esecutivo Ue. Dalla comunicazione, che chiarisce l’applicazione delle regole del Patto di Stabilità e Crescita, era emerso che quest’anno l’Italia dovrà correggere il disavanzo dello 0,25% e non dello 0,5%. Dato esplicitato anche nelle previsioni economiche della Commissione. Quest’anno il rapporto deficit/Pil dovrebbe scendere al 2,6% “grazie al calo delle spese per interessi” sul debito pubblico, si sottolinea dalla Commissione Ue.
Per l’Italia, tuttavia, all’orizzonte si profila un altro pericolo: la Commissione potrebbe avviare contro Roma una procedura per debito eccessivo in qualunque momento, visto che non rispetta la regola del debito. Ma la Commissione ha finora rassicurato l’Italia: il vento è cambiato a Bruxelles, non si vuole punire i Paesi ma aiutarli a trovare la loro via per coniugare finanze sostenibili e crescita. Per tenere elevata la pressione sull’Italia in vista di marzo resta il fatto che “tutte le opzioni sono sul tavolo”, compresa la procedura, spiegava il 27 febbraio il commissario europeo all’Euro, Valdis Dombrovskis, secondo il quale per l’Italia “la flessibilità si applica” ma “il margine di manovra è limitato perché il disavanzo è vicino al 3%”.
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