Nei scorsi giorni c'è stata un'importante novità politica in Israele nata per contrastare maggiormente l'estrema destra e cercare di affossarla in quanto le previsioni attuale di voto la vedono in calo soprattutto per i casi di corruzione dei suoi appartenenti.
Il partito comunista israeliano ha firmato un accordo con i partiti arabi per presentarsi in un'unica lista antisionista accogliendo un appello delle persone che vengono messe sempre più ai margini della società israeliana.
E' una lista che vede assieme ebrei e arabi pronti non per combattere la società israeliana ma per battersi per salvarla e migliorarla,articolo preso dal sito Marx XXI(http://www.marx21.it/comunisti-oggi/nel-mondo/25090-fronte-elettorale-dei-comunisti-e-dei-partiti-arabi-in-israele.html# ).
Fronte elettorale dei comunisti e dei partiti arabi in Israele.
di AC | da www.solidarite-internationale-pcf.fr
Traduzione di Marx21.it
Il 22 gennaio, il Partito comunista di Israele, animatore del raggruppamento Hadash, e i partiti arabi hanno firmato un accordo storico: ci sarà una lista unitaria anti-sionista, che avrà come scopo ottenere un risultato elettorale significativo, in grado di frapporre ostacoli all'estrema destra israeliana.
Il momento è grave per i cittadini arabo-palestinesi in Israele. L'ala più dura del sionismo, accolta come baluardo dell'antiterrorismo a Parigi alcune settimane fa, tenta un colpo di forza per escluderli dalla vita politica.
Ciò passa simbolicamente attraverso la proclamazione ufficiale di Israele come “Stato ebraico” - attraverso una cittadinanza di secondo grado per i non ebrei -, ed anche elettoralmente con l'innalzamento della soglia per la rappresentanza dal 2 al 3,5%, per ottenere 4 seggi.
Traduzione di Marx21.it
Il 22 gennaio, il Partito comunista di Israele, animatore del raggruppamento Hadash, e i partiti arabi hanno firmato un accordo storico: ci sarà una lista unitaria anti-sionista, che avrà come scopo ottenere un risultato elettorale significativo, in grado di frapporre ostacoli all'estrema destra israeliana.
Il momento è grave per i cittadini arabo-palestinesi in Israele. L'ala più dura del sionismo, accolta come baluardo dell'antiterrorismo a Parigi alcune settimane fa, tenta un colpo di forza per escluderli dalla vita politica.
Ciò passa simbolicamente attraverso la proclamazione ufficiale di Israele come “Stato ebraico” - attraverso una cittadinanza di secondo grado per i non ebrei -, ed anche elettoralmente con l'innalzamento della soglia per la rappresentanza dal 2 al 3,5%, per ottenere 4 seggi.
L'estrema destra israeliana guidata da Israel Beitenou e dal suo leader Avigdor Liberman, insieme al partito neo-liberale di Yair Lapid, spera così di escludere dal Parlamento i partiti arabi e il Partito comunista che, con liste separate, si troverebbero al limite della soglia richiesta.
Di fronte a questa situazione pericolosa, i due campi delle forze di progresso che si oppongono al sionismo hanno superato i loro disaccordi programmatici, le loro divergenze ideologiche e hanno deciso di formare una lista unica che si presenterà alle elezioni generali del 2015.
I partiti arabi Ta'al e Ra'am insieme al Partito comunista con il suo fronte unitario Hadash formeranno quindi una lista unitaria, e le trattative per la sua composizione si sono concluse in modo onorevole.
Aymen Odeh di Hadash, che sarà il capolista, precisa le intenzioni: “La destra si definisce “campo nazionale”, Herzog e Livni formano il campo “sionista” e noi abbiamo creato il campo “democratico”. Gli arabi rappresentano una grande parte della popolazione del paese e faremo valere tutto il nostro peso nelle prossime elezioni per assicurare che la destra non prenda il potere”.
Il capolista comunista precisa: “Ci opporremo all'intenzione di mettere gli arabi contro gli ebrei e gli ebrei contro gli arabi. La nostra lista, che è composta sia da ebrei che da arabi, non è contro la società israeliana, ma si batte per la società israeliana”.
E la lista unitaria ebreo-araba, comunista-nazionalista potrebbe seriamente rappresentare la sorpresa. Mentre il tasso di partecipazione degli arabo-palestinesi è stato del 56% nel 2013, questa volta potrebbe avvicinarsi al 70%.
Più concretamente, ci si aspetta la caduta dell'estrema destra razzista di Liberman – coinvolto in episodi di corruzione –, poiché i sondaggi le attribuiscono 6 seggi, la metà di quelli di cui dispone attualmente.
Al contrario, la lista comunista-araba otterrebbe tra 12 e 17 seggi, dal momento che oltrepassa il 10% delle intenzioni di voto. Sarebbe una novità storica.
Tutto il nostro sostegno e tutte le nostre speranze vanno evidentemente ai nostri compagni ebrei e arabi in Israele che conducono una lotta difficile in una società sempre più penetrata dallo spirito e dalle pratiche coloniali.
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